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  • Milan, perché Pioli si è accontentato? Spalletti, inutile prendersela con l'arbitro, non ha una rosa da Champions

    Milan, perché Pioli si è accontentato? Spalletti, inutile prendersela con l'arbitro, non ha una rosa da Champions

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    Sul gol di Brahim Diaz a S. Siro il Milan ha costruito il passaggio del turno contro il Tottenham e sul gol di Bennacer deve provare a costruire l’accesso alla semifinale di Champions League. A occhio, l’impresa sará ancor più difficile che a Londra perché il Napoli di Spalletti, anche se con assenze pesanti, ha dimostrato di essere in salute fisicamente e pericolosissimo in fase offensiva.

    A conti fatti, la capolista della Serie A ha avuto più occasioni del Milan nei primi 90 minuti di questa doppia sfida, ma il contropiede dei rossoneri si è rivelato ancora una volta micidiale, come 10 giorni fa in campionato. Stavolta gli uomini di Spalletti sono riusciti ad arginare meglio Leao e compagni, ma non hanno potuto nulla sulla giocata di Brahim Diaz che ne ha saltati due con una sola finta come Kaká a Old Trafford 16 anni fa guadagnandosi il titolo di MVP a della gara.

    Sull’azione che in questo momento sta facendo pendere la bilancia della qualificazione dalla parte del Milan, è stato altrettanto decisivo il tocco di prima di Leao e la stoccata di Bennacer, al primo gol in Champions League. Per il resto della serata il Milan ha avuto ancora un paio di palle sporche in area avversaria, ma non è riuscito a sfruttare al meglio la superiorità numerica degli ultimi 20 minuti. Rimane l’amaro in bocca per l’occasione non sfruttata di indirizzare meglio la qualificazione al turno successivo con un altro gol. In realtà, dopo l’espulsione di Anguissa, la squadra di Pioli ha rallentato la manovra senza affondare mai, quasi paga del gol di vantaggio. E c’è la speranza che l’atteggiamento attendista del finale non costituisca un rimpianto in vista della gara di ritorno tra 6 giorni al Maradona.

    In realtá nel finale è stato addirittura il Napoli “spuntato” a sfiorare il gol del pareggio ed è servito il solito prodigioso Maignan a compiere un’altra parata stile Dublino. Alla fine il risultato di 1 a 0 lascia aperte le possibilità a qualsiasi esito nel retour match del San Paolo, anche se a Spalletti mancheranno gli squalificati Kim e Anguissa, oltre alla probabile assenza di Osimhen, già pesantissima nella gara d’andata.

    Al di là del gol di vantaggio, a S. Siro non si sono viste grandi differenze né nella qualità di gioco né nelle occasioni create tra le due squadre. Se vogliamo la vera differenza si è vista nella tenuta nervosa e nell’abitudine a giocare un certo tipo di partite. Pur essendo una squadra giovane, nel Milan c’è un maggior numero di giocatori mentalmente pronti a reggere psicologicamente serate come questa, rispetto a quanti ce ne siano nel Napoli. Lo si è visto nel non sfruttare al meglio gli episodi decisivi (Kvara dopo 60 secondi aveva sul piede il pallone che avrebbe potuto spostare gli equilibri della qualificazione) e lo si è visto nell’accumulare gialli e squalifiche in vista della gara di ritorno. È infatti inutile prendersela con l’arbitro se un proprio giocatore becca due ammonizioni a centrocampo nel giro di 5 minuti o se un altro, diffidato, si mette a urlare e a sbracciare per un mancato fallo fischiato. Le assenze di Osimhen e Simeone sono colpa della sfortuna, quelle di Anguissa e Kim, no.

    Ovviamente tra 6 giorni al Maradona può ancora succedere di tutto. La sensazione è che Pioli e i suoi ragazzi abbiano già testa e cuore a Napoli. E questo è positivo in chiave Champions, ma è un rischio gigante per il campionato. Ci aspettiamo, purtroppo, a Bologna un Milan poco concentrato sulla rincorsa al quarto posto. Motivo per cui probabilmente la scelta migliore da prendere per Pioli è quella di applicare un profondo turnover contro i rossoblu e lasciare che i titolarissimi di Champions preparino al meglio la gara di ritorno. Tra quelli che invece meriterebbero un po’ di minuti a Bologna c’è di sicuro Ante Rebic il cui ingresso in campo è stato ancora una volta davvero impalpabile, al punto da riequilibrare quasi l’espulsione di Anguissa.
     

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