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  • Milan, tra conferme e smentite: la strada per il closing è piena di tensione

    Milan, tra conferme e smentite: la strada per il closing è piena di tensione

    Al di là di tutto quello che può accadere nel prossimo futuro, la solita domanda continua ad essere legata a questa trattativa, fin dai primi giorni: perché, da quando c’è in ballo il passaggio di proprietà del Milan ai cinesi, occorre sempre giungere agli sgoccioli prima di avere in mano qualcosa di concreto? Una continua corsa contro il tempo, che poi si conclude con la solita proroga. É uno slittamento continuo. 

    LE DIFFERENZE - Tutto normale secondo la cultura cinese e al loro modo di trattare in affari? Non risulta. Almeno se confrontiamo la vicenda rossonera a quella nerazzurra. Sull’altra sponda del naviglio, infatti, Zhang Jindong è divenuto azionista di maggioranza della società di corso Vittorio Emanuele due mesi dopo essersi palesato ai media, con tutte le garanzie del caso e con un piano di sviluppo ben delineato. A tre giorni dal closing, invece, al Milan c’è ancora incertezza su molti aspetti. A partire da Huarong: fa parte o meno della trattativa? É un investitore o un finanziatore? Giorno dopo giorno scopriamo sempre ulteriori novità, ma si fatica a giungere a un punto. Anche adesso che mancano 72 ore al termine massimo imposto da Silvio Berlusconi e sottoscritto da Sino Europe. 

    INCERTEZZA SUL CDA - L’assemblea dei soci avrà luogo in seconda convocazione il 3 marzo. Ancora non si fa riferimento al cda, ulteriore conferma di come non tutto stia andando secondo previsioni. Altre indiscrezioni poco rassicuranti arrivano dalla Cina, dove una delle banche inizialmente indicate nella lista della cordata (China Merchant Bank), quest’oggi - attraverso la responsabile delle pubbliche relazioni - ha smentito il proprio coinvolgimento nell’affare. 

    LA FRATTURA - La situazione appare poco chiara anche a causa dell’esistente frattura tra chi dovrebbe subentrare e chi invece dovrebbe lasciare il testimone. Una scissione registrata anche dalle diverse indiscrezioni che la nostra redazione è riuscita a raccogliere: dall’attuale società filtra aria di tensione, con la volontà di chiudere tutto entro il 3 marzo. Dall’altra parte, invece, non sembra esserci eccessivo fermento. Ma è così da quando la trattativa è nata, ognuno fa il suo gioco, di mezzo c’è il Milan. 

    BOTTA E RISPOSTA - Ad oggi Li Yonghong sembra essere l’unica figura di riferimento della cordata che acquisterebbe la società rossonera, ma la paura è che da solo non possa garantire a Fininvest i 320 milioni che servono per condurre la trattativa in porto. Ecco perché filtra tensione e perché tutto potrebbe ancora slittare, con i cinesi pronti a chiedere una rateizzazione del pagamento. Ovviamente ammesso che Berlusconi sia disposto a concedere loro altro tempo. Un ping pong continuo, un botta e risposta che va avanti da mesi, tra chi dice che è tutto apposto e chi sostiene che ci sono ancora problemi.

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