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Milanmania: ennesima mortificazione, Li Yonghong risponda in prima persona

Milanmania: ennesima mortificazione, Li Yonghong risponda in prima persona

  • Carlo Pellegatti
"Raising the Flag on Nyon". Traduzione dall’inglese "Alzando la bandiera a Nyon". Mi è venuta subito in mente quella famosa foto dei Marines, che issano la bandiera americana dopo la battaglia di Iwo Jima, quando ho letto la decisione della Uefa di aprire un processo al Milan. Quella foto ha ispirato anche il monumento ora fuori dal cimitero di Arlington, il monumento dedicato appunto al corpo dei Marines. Invece della bandiera americana, sono i tifosi del Milan ad alzare quella rossonera, dopo questa ultima mortificazione. Dopo uno stillicidio di notizie, indiscrezioni e decisioni difficili, che dura ormai da tre anni, tutte legate al cambio di proprietà, poi alle questioni finanziarie, ai rifinanziamenti, ai debiti, ai soldi che devono perennemente arrivare, alla figura del presidente rossonero, ai dubbi dell’organo calcistico europeo sulla continuità aziendale del club. Gli appassionati, che hanno nel cuore il Milan, sono sconcertati, amareggiati, increduli, soprattutto, ripeto, mortificati. Ora sono loro ad alzare faticosamente la bandiera, quella che hanno sventolato all’Olimpico, quella che hanno portato in tutti gli stadi italiani e europei, in questa stagione. Mentre lontano si ode il coro ormai conosciuto in tutto il mondo, il coro che accompagna le vittorie, ma anche le sconfitte: "Oh AC Milan, Oh AC Milan". Quell’AC Milan che ai tempi dei grandi presidenti, di Piero Pirelli, di Umberto Trabattoni, di Andrea Rizzoli, di Luigi e Franco Carraro, di Albino Buticchi, nell’era dorata di Silvio Berlusconi, mai è stato alle prese con tutti questi problemi finanziari. Anche se, a dire il vero, tutto nasce dalla gestione economica degli ultimi tre anni della Presidenza più vittoriosa  della storia milanista, gestione in perdita che comunque mai avrebbe portato al rischio di una esclusione dalle Coppe. Il tifoso è stanco, vorrebbe seguire e amare solo la squadra che entra in campo, non perdendo energie negli intrecci finanziari ormai legati a doppio filo rossonero agli ultimi, infiniti, complicati mesi. Siamo però arrivati al redde rationem, alla resa dei conti. La Uefa vuole vederci chiaro. Non sono più sufficienti gli sforzi dell’attuale management, non sono più sufficienti i documenti che provano l’avvenuto pagamento da parte dei cinesi a ogni scadenza del Club. No, l’Uefa vuole capire chi siano i padroni del Milan. Qualcuno sostiene che l’organo europeo stia andando al di là delle sue competenze e del suo mandato, può anche essere, ma ora, per salvare l’Europa conquistata splendidamente dai ragazzi, o serve il rifinanziamento entro metà giugno - e magari non è nemmeno sufficiente - oppure Li Yonghong deve rispondere, in prima persona, alle domande dell’Uefa sul suo patrimonio, sulla sue disponibilità, sulle sue strategie. Intanto sono annunciate nuove verità su tutta la vicenda, lunedì, nella trasmissione televisiva "Report", già di Milena Gabbianelli, la giornalista che, sulle pagine del Corriere della Sera, dopo addirittura il New York Times sì, perché anche il quotidiano americano si è occupato della proprietà cinese, ha scavato sulla situazione finanziaria del presidente rossonero. Speriamo che tutto finisca presto. Intanto però i tifosi, addolorati e stanchi, continuano ad alzare la bandiera rossonera, a volte logora, a volte stracciata ,ma sempre gloriosa. Come da anni, come da sempre, dopo ogni battaglia!

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