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  • Beppe Viola con Rivera, l'ex di B diventato tranviere e non solo: quando il calcio viaggia sui mezzi pubblici FOTO

    Beppe Viola con Rivera, l'ex di B diventato tranviere e non solo: quando il calcio viaggia sui mezzi pubblici FOTO

    • Gabriele Stragapede
    Milano, 16 dicembre 2022. Una normale e tranquilla giornata di lavoro per molti italiani. In una città come il capoluogo lombardo, i mezzi per arrivare sul luogo di lavoro sono plurimi. I più gettonati, da gran parte dei milanesi, sono i mezzi pubblici. Autobus, Tram, filobus, treni, metropolitane. La comodità di Milano è quella di fornire servizi come poche città in Europa. Se non fosse, almeno per quest’oggi – come varie giornate appena prima del weekend – per un piccolo particolare. Sciopero dei mezzi? Sciopero dei mezzi. Già da qualche giorno, l’Azienda Trasporti Milanesi (ATM) ha annunciato che i sindacati CGIL Lombardia ed UIL Milano e Lomabardia hanno aderito ad uno sciopero generale di tutte le categorie – a carattere nazionale – indetto per protestare contro la Legge di Bilancio varata dal governo Meloni. Si andrà incontro alle medesime difficoltà di sempre: sovraffollamenti, ritardi, nervosismi. É un dato di fatto. Eppure, lo scenario non dev’essere forzatamente così tragico. Anche se, come se non bastasse, anche i benzinai hanno deciso di scioperare. Ma fermiamoci per un secondo. I mezzi pubblici sono luoghi d’incontro, di scambio di vedute, di sguardi. Possono essere un’opportunità per vivere qualcosa a cui, altrimenti, non si sarebbe mai andato d’incontro. Proviamo a pensare se s’incrociasse il proprio idolo. Un calciatore, per esempio. Impossibile? Non del tutto. Alla fin fine, non è così desueto…

    L’INTERVISTA DI RIVERA24 dicembre 1978. In onda su RAI 1 si trova la Domenica Sportiva, popolare programma d’approfondimento calcistico. Sullo sfondo della vigilia di Natale, Gianni Rivera, storico numero 10 e capitano del Milan – vincitore del Pallone d’Oro nel 1969 – si apprestava ad essere celebrato ed intervistato da Beppe Viola – fuoriclasse del giornalismo italiano, strappato troppo presto alla vita per colpa di un ictus a 42 anni -. Non un’intervista come un’altra, anzi, una completamente fuori dal comune. Uno dei passaggi, infatti, fu realizzato sul tram che portava allo Stadio San Siro. Un piccolo pezzo di storia del giornalismo italiano fu scritto quel giorno. In mezzo alle persone, tra il chiacchiericcio della gente, uno tra i più grandi calciatori della storia italiana veniva intervistato. Jannacci diceva: “Nessuno si occupa di quelli che prendono il tram”. Ma sarebbe stato impossibile non occuparsi di Gianni Rivera, precursore, non solo del calcio moderno ma anche del legame tra il pallone ed il mondo tranviario. Un legame più solido di quanto si possa immaginare.

    MINORENNE? CI PENSA IL TRAM – Vi ricordate di Lapo Nava? Facciamo un piccolo passo indietro. È il 6 gennaio 2022, lo Stadio Meazza ha appena ospitato il match tra Milan e Roma – vinto, in quell’occasione, dai rossoneri con il punteggio di 3-1 -. Tra le fila della panchina milanista, figura il nome di Lapo Nava, figlio del più celebre Stefano. 17enne, di ruolo portiere, alla sua prima convocazione in Serie A, a causa delle assenze di Tatarusanu, Plizzari e Jungdal. L’estremo difensore della Primavera vive, sino ad ora, la serata più incredibile della sua carriera, assistendo alla magia di San Siro ed i suoi tifosi, festanti per il successo ed il -1 dai rivali nerazzurri. La partita volge al termine e per i protagonisti è tempo di rientrare a casa. Lapo, ancora non maggiorenne, non ha ancora la patente. Ma Milano, un’opportunità per tornare te la offre sempre. E così Nava, con addosso la divisa di rappresentanza del Milan, decide di prendere un tram e tornare a casa. Una storia prontamente andata virale. E chissà se quel tram lo guidava un’altra conoscenza del calcio italiano…

    LA STORIA DI PETRICCIUOLOSimone Petricciuolo, 27 anni, ex calciatore professionista, esploso nelle primavere di Bari e Roma, prima di esordire in Serie B con l’Avellino. Dopo il campionato cadetto con i biancoverdi, tante esperienze in Campania con Juve Stabia e Casertana prima di scendere nel calcio minore con Sarnese, Puteolana, San Marzano, fino allo svincolo ed alla scelta di appendere definitivamente gli scarpini al chiodo. Conclusa la sua carriera, Petricciuolo ha deciso di reinventarsi, trasferendosi a Milano e diventando un tranviere. La sua avventura, in questa nuova professione, è incominciata proprio un anno fa, dove su Instagram annunciava: “Finalmente, il primo giorno”. Il primo di tanti per Simone. Eppure, in giro per l’Europa, oltremare specialmente, essere un calciatore professionista non comporta avere problematiche nel salire sui mezzi pubblici. L’Inghilterra insegna.

    UNA VITA IN… METRODa Albrighton a Saka sino a Dier ed Eriksen. Nel 2016, i due centrocampisti degli Spurs erano stati ripresi in metro dopo la vittoria per 4-1 contro il Sunderland. L’ala offensiva del Crystal Palace si era mostrato come un passeggero perfetto: tuta del club e cuffie per ascoltare la musica. L’esterno del Leicester si era mostrato felice e disponibile con i suoi tifosi. I due casi più eclatanti, però, portano ai nomi di Peter Crouch, fotografato - con un cappello da baseball ed una maglietta bianca – non propriamente comodo sulla Northern Line, e di Roberto Mancini, ai tempi manager del Manchester City, notato da un reporter del quotidiano britannico Sun. L’attuale commissario tecnico dell’Italia si stava dirigendo a Wembley per la semifinale di FA Cup. Tutti questi professionisti non si sono fatti alcun problema nel prendere i mezzi pubblici. Al di là della notorietà e delle rivalità. La metropolitana inglese è stata frequentata da numerose star del calcio mondiale, come se nulla fosse. O meglio, come se fosse un’abitudine, la normalità di tutti i giorni. E quindi oggi, in questa fredda giornata di sciopero di fine autunno, lasciamoci andare. Godiamoci il viaggio. Nel calcio come sui mezzi.

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