Come una pedina su uno scacchiere, messo in una posizione dopo l’altra. Rafa Benitez ha in mano le pedine del suo Napoli, e cerca le mosse migliori per tornare a vincere e riportare l’entusiasmo in città. Uno scacchiere che ha mille combinazioni, ma Rafa utilizza sempre lo stesso schema. In realtà, gli occhi più attenti vedono varianti anche all’interno dello stesso modulo. Un giocatore spostato più in avanti, o più al centro, può fare la differenza. Uno degli elementi sui quali Benitez lavora di più è Jorginho, arrivato quasi un anno fa dal Verona con la carta di identità di centrocampista pensante: piedi buoni e capacità di far gol. Un regista, quindi, che al Napoli serviva per dare un po’ di “materia grigia” alla manovra di gioco.

In realtà Jorginho mai è stato convincente: spariti i gol, ma anche le belle prestazioni. Nel duetto in mediana targato Rafa serve un giocatore in grado di fare tutto e bene. In primis recuperare palloni a volontà e poi far partire il gioco, possibilmente in modo veloce. Proprio la parte difensiva e la rapidità non sono le due migliori caratteristiche del brasiliano, che nella coppia di mediani ha sempre fatto fatica. Scivolato in panchina, a un certo punto ha anche perso il posto da titolare. Ma Benitez è uno che vuole valorizzare al massimo i suoi giocatori, soprattutto i giovani di talento.

Nelle ultime uscite ha messo Jorginho più avanti, perfino nel tridente dietro la prima punta. Sempre in posizione centrale, come vertice del rombo o comunque due passi avanti al compagno di reparto. Una soluzione che ha dato qualche possibilità in più all’ex Verona di dare profondità e verticalizzare, ma che ha praticamente annullato la capacità di tornare a coprire e dare una mano alla difesa. A Milano, per esempio, in occasione del gol di Menez Jorginho neanche ha provato a inseguire l’avversario. Tanta fatica, alla ricerca della posizione migliore e un rendimento soddisfacente