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  • Napolimania:| Quando sbagli, paghi!

    Napolimania:| Quando sbagli, paghi!

    • Francesca Fortunato

    Tanto spettacolo, altrettanta inesperienza. Dal paradiso, all'inferno. E' il bilancio della partita del Napoli a Liverpool. Gli azzurri hanno disputato un primo tempo incredibile e in molti già gustavano il sapore della vittoria, ma quando Gerrard si è alzato dalla panchina tutto è cambiato e la squadra di Mazzarri ci ha messo del suo per perdere una gara che sembrava destinata a restare negli annali.

    L'ingresso del capitano dei 'reds' ha ribaltato la partita e il Napoli si è fatto incantare dalla magnificenza dell'inglese ed è rimasto a guardare, anzi ha commesso tanti errori, mentre Gerrard confezionava la tripletta della vittoria e si portava a casa il pallone. Con lui in campo si è vista la differenza. C'è chi si è offeso per quel dito sulla bocca pronto a zittire i tifosi del Napoli, ma proprio loro abituati al clima del San Paolo sapranno perdonare e capire chi stava soffrendo in casa propria.

    Una sconfitta immeritata dal punto di vista del gioco, ma giusta punizione se si riguardano le azioni dei gol dei padroni di casa. Gli azzurri tornano da Liverpool con la consapevolezza di essere forti e di potersela giocare con tutti, ma con la certezza che c'è ancora tanto da lavorare per crescere. Tutti sognavano una notte storica, volevano scrivere il futuro tingendo d'azzurro 'Anfield', volevano battere il Liverpool proprio con Gerrard in campo, e invece niente di tutto questo è accaduto. Anzi, era meglio se il tanto atteso centrocampista (forse il termine è riduttivo) fosse rimasto in panchina. 

    45' da sogno per il Napoli che era riuscito anche a passare meritatamente in vantaggio con il Pocho in una notte inizialmente spettacolare, poi forse un po' di presunzione e tutto è svanito. Gli azzurri si sono dovuti inchinare dinanzi alla leggenda, quando si sono trovati di fronte ad un atleta di un altro pianeta non hanno saputo tenere il passo; Gerrard aveva cambiato le sorti della finale di Champions League contro il Milan e non si è spaventato contro i partenopei.

    Un primo tempo da sogno, dicevamo, poi tante ingenuità. Bisogna sicuramente fare un applauso a questo Napoli: grinta, carattere, bel gioco e un eccellente Lavezzi, ma quando Dossena, uno dei migliori fino a quel momento, ha passato indietro quella palla corta in area piccola a De Sanctis, il triste finale del match è diventato prevedibile. Un errore grossolano che non dovrà ripetersi mai più e sul quale Mazzarri dovrà lavorare.

    Non c'è stato il timore reverenziale ad inizio partita scendendo sul campo di Anfield, c'è stata la paura di perdere quando sul quel prato meraviglioso e in quella struttura incredibilmente affascinante è entrato il 'mito'. I tre gol del Liverpool sono frutto di disattenzioni del Napoli. A fine partita Mazzarri ha chiesto di rivedere il rigore e si è reso conto che c'era tutto (e bisogna anche ringraziare la terna arbitrale che non ha visto un bruttissimo fallo di Aronica su Spearing).

    È un Napoli, quindi, dalla doppia faccia, e non è la prima volta. I partenopei hanno dimostrato di avere tanto potenziale, ma di non essere ancora una big: la squadra non sa gestire il vantaggio (al di là di Brescia), va nel panico e commette errori imperdonabili. Mai una vittoria in Europa, tre pareggi e una sconfitta che pesano, anche se i partenopei restano in corsa per la qualificazione.

    Molti si aggrapperanno a quello spettacolare primo tempo, ma non si può. Sicuramente da questa partita viene fuori una morale: il Napoli c'è, ma ha bisogno di una squadra più forte, probabilmente più folta; serve qualcuno in grado di far rifiatare i titolari, qualcuno all'altezza della situazione. I campani, infatti, basano tutta la loro forza sulla rapidità, sul contropiede, sulla grinta e sulla determinazione e non si può certo pensare che queste simili caratteristiche siano sempre presenti nelle gambe di atleti utilizzati in continuazione come Cavani, Lavezzi e Hamsik, senza dimenticare Dossena. Inoltre alla squadra manca ancora quell'esperienza utile a piazzarsi tra le big.

    Un applauso, però, va fatto al Pocho: ieri ha lasciato spesso a bocca aperta con alcune giocate spettacolari, ma guai a montarsi la testa fino a pensare di poter indossare quella fatidica maglia numero 10... La sconfitta ad 'Anfield' non cancella le speranze azzurre, ma 'you'll never walk alone' batte 'o' surdato 'nnammurato'.

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