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    Inter, orgoglio e imbarazzo all'Ambrogino d'Oro: fuga silenziosa e niente risposte su Zhang e rifinanziamento

    Inter, orgoglio e imbarazzo all'Ambrogino d'Oro: fuga silenziosa e niente risposte su Zhang e rifinanziamento

    • Pasquale Guarro
    La preoccupazione si respira nell’aria e se ne è avuta prova a Palazzo Marino, dove Beppe Sala, sindaco di Milano, ha consegnato all’Inter l’Ambrogino d’Oro. Clima surreale, in cui l’orgoglio per il prestigioso presente si mescolava all’incertezza futura. Avanti con o senza Zhang? Chi sarà il prossimo proprietario dell’Inter? La domanda è inevasa, nonostante da viale della Liberazione descrivano il presidente come il più sereno e tranquillo degli uomini. Ma a Milano non v’è stessa abbondanza, in quanto a fiducia. Tant’è che, “medaglie al petto”, il fuggi fuggi è stato eloquente, con la dirigenza pronta a scattare per dileguarsi, evitando ogni contatto con la stampa, parcheggiata e ben reclusa ai lati della grande stanza. Lo stesso Marotta, solitamente loquace e cerimoniere di fronte a questi eventi che ne esaltano le doti manageriali, ha dovuto rinunciare a qualsiasi vezzo pur di non correre il rischio di una domanda scomoda che avrebbe creato imbarazzo.

    PARADOSSI - L’altro paradosso è la festa di lunedì, dove è previsto il discorso dello stesso Zhang, che si rivolgerà (o almeno dovrebbe) alla ricca platea di vip e ospiti illustri invitati proprio dal club nerazzurro per dare ancora più lustro allo scudetto della seconda stella. Tutto bellissimo, ma adesso c’è in ballo qualcosa di più grande e quello che sta accadendo tra Pimco e Oaktree rende il quadro della situazione poco chiaro. Soprattutto perché sembra che nessuno sia intenzionato a fornire gli opportuni strumenti utili alla comprensione. E qui nasce l’altro paradosso di una vicenda sempre più curiosa, visto che la comunicazione di Pimco è gestita da Marcella Verini, già a capo della comunicazione di Elliott, mentre quella di Oaktree è nelle mani di Claudio Albanese, ex Juventus.

    IL RETROSCENA - Cosa sta accadendo? Il 20 maggio scade il prestito triennale da 375 milioni, concesso da Oaktree a Zhang. Le parti stavano trattando per un riscadenziamento, ma gli altissimi interessi e le nuove scadenze proposte dal fondo americano non hanno convinto Zhang, che a quel punto si è messo alla ricerca di un nuovo istituto di credito (poi concretizzatosi in Pimco) pronto a liquidare Oaktree concedendo al presidente nerazzurro altro tre anni per saldare il prestito. Sembrava tutto apparentemente semplice nella realizzazione, ma il Financial Times ha svelato quello che potrebbe essere il retroscena che attualmente sta bloccando tutto. Secondo la prestigiosa testata giornalistica, infatti, negli accordi raggiunti tre anni fa tra Zhang e Oaktree ci sarebbe anche una percentuale che il fondo americano intascherebbe se Suning dovesse cedere l’Inter. Un guadagno cui dovrebbe invece rinunciare se oggi Pimco si prendesse carico del nuovo prestito. Questo il motivo dello scontro tra le parti, con il fondo Oaktree che osteggia l’ingresso di Pimco, probabilmente perché tutelato da qualche accordo, ma neanche su questo aspetto ci sono abbastanza certezze. 

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