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  • Osimhen: 'Vendevo l'acqua per strada, il calcio mi ha salvato. Qui grazie ai napoletani! Sul razzismo...'

    Osimhen: 'Vendevo l'acqua per strada, il calcio mi ha salvato. Qui grazie ai napoletani! Sul razzismo...'

    Victor Osimhen è l'acquisto più costoso della storia del Napoli. L'attaccante nigeriano ha rilasciato un'intervista ai canali social del club partenopeo. Queste le sue parole:

    LA STORIA - "Ciao, sono Victor Osimhen e sono un giocatore del Napoli. Sono nato e cresciuto a Lagos. Sono cresciuto in un posto chiamato Olosoun. Sono cresciuto in un ambiente molto umile, è stato molto difficile per me. Mia madre è mancata quando ero molto giovane. Tre mesi dopo la morte di mia mamma, mio padre ha perso il lavoro. È stato un periodo molto difficile per me, per i miei fratelli e le mie sorelle. Dovevo andare a vendere acqua nelle strade trafficate di Lagos per poter sopravvivere. Io e i miei fratelli. È stato molto difficile, così come il posto da cui sono venuto. È un luogo dove non c'è speranza, dove nessuno ti dice di credere in te".

    IL CALCIO - "Faccio tutto questo perché credo che il calcio sia l'unica speranza per me e per la mia famiglia per poter vivere una vita dignitosa. Il posto in cui sono cresciuto... se chiedo alle persone del luogo, ti avrebbero detto che non sarebbe uscito nulla di buono dalla famiglia di Victor. Sono felice dove sono ora, ho imparato a non abbattermi e a credere in me stesso. Ho visto mio padre faticare nella mia vita. Penso che questo mi abbia insegnato molto durante la mia crescita. La mia infanzia è stata difficile, a differenza di altri bambini, che magari se la godono. Io, al contrario, lottavo per sopravvivere. Ero impegnato a guadagnare da vivere, per me e la mia famiglia. Sono andato via di casa che ero molto giovane. Vivevo in mezzo al traffico di Lagos, cercando di fare lavoretti, come tagliare l'erba, fare commissioni per altre persone, prendere l'acqua per i vicini, per guadagnare qualche soldo per mangiare e aiutare la famiglia. La mia infanzia è stata dura, non c'è nulla che mi sia piaciuto veramente. Era sempre una lotta. E questo mi ha aiutato a essere quello che sono".

    L'IDOLO - "Sono cresciuto guardando giocare Didier Drogba, è stato un esempio per me. Un giorno mi stavo allenando e mia zia mi ha chiamato chiedendomi se sapevo chi le ricordavo. Mi ha detto di andare a vedere come giocava Didier Drogba. Lì mi sono innamorato del suo modo di giocare e del tipo di persona che è. Da quel momento veder giocare Drogba ha avuto un impatto importante sul mio gioco e mi ha aiutato molto".

    IL NAPOLI - "Per me essere qui è un sogno che è diventato realtà. Se qualcuno mi avesse detto tre anni fa che avrei giocato in una delle squadre più importanti al mondo non ci avrei creduto. Perché ho trascorso dei momenti difficili a Wolfsburg, sono stato rifiutato da due squadre belghe, poi sono stato ingaggiato dallo Charleroi. La mia vita era parecchio stressante all'epoca. Circa tre ani fa se qualcuno mi avesse detto che avrei firmato per il Napoli che sarebbe stato impossibile. Ora credo che nulla sia impossibile. Ho continuato a lavorare e a fare le mie cose e ora sono qui. È un sogno che si avvera e sono grato per questo".

    IL SOGNO - "Il mio sogno è vincere il premio per il miglior calciatore africano dell'anno. Devo fare ancora molta strada e sto lavorando per quest'obiettivo. Penso di essere sulla strada giusta".

    LA FAMIGLIA - "Non sarà semplice, ma, come persona, avere una famiglia sarebbe un sogno. Ma ho ancora molte cose da fare quindi ora non ci penso. Il calcio è l'unica cosa che ho in testa ora. Voglio concentrarmi su questo qui a Napoli. Ci sono molte aspettative su di me e farò di tutto per essere all'altezza".

    NAPOLI - "Ancora prima di firmare con il Napoli è come se facessi già parte della squadra. Questo perché moltissimi tifosi del Napoli mi scrivevano, mi parlavano della città. Io leggevo tutto. Mi dicevano che la città era bella, che la gente è meravigliosa. Non credo che a Napoli esistano persone razziste, non ho mai visto nulla del genere da quando sono arrivato. La prima volta che sono venuto a Napoli è stato fantastico vedere la passione della gente per il calcio. Il Napoli è la loro vita e i tifosi darebbero qualsiasi cosa pur di vedere la loro squadra vincere. Penso di poter ricambiare e dare loro quello che vogliono, per essere amato ancora di più".

    IL SALUTO - "Ciao tifosi del Napoli, voglio ringraziarvi per avermi spinto a fare questa scelta. Mi avete accolto benissimo. Prima di arrivare mi avete mandato messaggi, taggato nelle foto, nei video, mi avete mostrato la vostra bellissima città prima ancora che venissi qui. Credo che il 70% del lavoro per farmi venire qui lo abbiate fatto voi. Vi sono grato e spero di rendervi orgogliosi dando tutto ciò che ho per avere il vostro sostegno".

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