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  • Palermomania:| Meglio di un anno fa

    Palermomania:| Meglio di un anno fa

    Come ama ripetere Delio Rossi, i bilanci si fanno alla fine. Verissimo. E quindi è venuto il momento di tracciare una riga e guardarsi alle spalle: la stagione del Palermo è già terminata, indipendentemente dall'esito della finale di Coppa Italia. Una partita, anche se si tratta della partita per antonomasia, è questione di contingenze, di fortuna, di centimetri: non si può giudicare un lavoro in base a novanta minuti, anche se sono i più importanti della storia di una società.

    Che si vinca o che si perda, pensiamo che il Palermo abbia fatto meglio dell'anno scorso. È vero, non è così numericamente, perché la squadra rosanero ha chiuso con 9 punti in meno e un'infinità di gol al passivo in più. Ma il risultato, in fondo, è lo stesso: qualificazione all'Europa League con la corona della valorizzazione di tanti giovani. E la possibilità di aprire finalmente la bacheca con il primo trofeo.

    Il Palermo 2010-11 - non bisogna nascondere la testa sotto la sabbia - è meno forte del precedente: se l'attacco è stato potenziato con Ilicic e Pinilla, centrocampo e difesa sono stati indeboliti con le partenze di Simplicio, Bresciano e Kjaer, non degnamente sostituiti. E Zamparini non è sincero quando dichiara che 'Munoz è più forte di Kjaer'. Probabilmente non ci crede nemmeno lui; l'unica ragione plausibile è che voglia difendere un investimento da 5 milioni di euro.

    Speriamo davvero che dopodomani la sorte, in combutta con un destino avverso all’'nter, consegni la Tim Cup al Palermo, perché questo gruppo è giunto al capolinea: cambierà l'allenatore, buona parte dello zoccolo duro sarà smembrato - Cassani, Bovo e Nocerino, ad esempio, sono in partenza - e arriverà un altro drappello di giovani dalle belle speranze, dal serbo Milanovic all'israeliano Zahavi. Giusto per non farsi mancare nemmeno un tassello nella Babele rosanero.

    Il prossimo anno, dunque, si annuncia ancora più difficile. Ed è inutile arrabbiarsi: il Palermo è questo. 'Condannato' a fluttuare tra il quinto - quando va bene - e l'ottavo-nono posto, a seconda della riuscita dei ragazzi e degli astri favorevoli o sfavorevoli. Ecco perché quest'anno bisogna stare allegri: c'è l'Europa League, c'è qualche succulento capitale da vendere al miglior offerente, e c'è una finale. Da vincere per chiudere degnamente un ciclo. Senza fare drammi se si perde: la normalità del Palermo, in fondo, non prevede trofei.

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