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  • Pazza Inter, ma a Mosca ha firmato un'impresa (nonostante Julio Cesar)

    Pazza Inter, ma a Mosca ha firmato un'impresa (nonostante Julio Cesar)

    • Xavier Jacobelli - Direttore www.quotidiano.net

    E' ufficiale: l'Inter è tornata. Pazza come prima, più di prima e per questo capace di firmare un'autentica impresa che le consente di tornare in corsa per gli ottavi di Champions League dopo il disastro Trabzonspor.  Pronti, via e sul campo sintetico del monumentale stadio Lezhniki, entra in azione una squadra capace di fare secco il Cska con il micidiale uno-due di Lucio e Pazzini, poi di farsi rimontare per due volte dai russi, prima di fulminarli di nuovo con Zarate, subentrato a Pazzini medesimo che si era fatto male.

    Tutto questo senza Maicon, Stankovic, Sneijder, Ranocchia, Thiago Motta, Cordoba, con l'aggravante di perdere in corsa l'attaccante toscano (13 gol in 25 gare ufficiali con la maglia nerazzurra) e di prendere le papere di Julio Cesar. Che rischia di diventare un problema serio. Dopo le incertezze fatali sui tiri di Miccoli e Pinilla a Palermo, il portiere brasiliano ci è ricascato a Mosca:  Julio ha sulla coscienza sia la rete di Dzagoev (conclusione battezzata fuori) sia quella di Vagner Love che l'ha infilato sul primo palo. Abituato com'è a prendersi le proprie responsabilità, il brasiliano non si nasconderà dietro un dito, ma urge riguadagni la condizione migliore.


    Ranieri merita molti complimenti. Sabato a Bologna, aveva rimesso insieme i cocci gasperiniani, cogliendo subito la prima vittoria in campionato. Stasera a Mosca, il tecnico romano ha continuato lungo la strada del buonsenso e della logica perchè, in fondo, il calcio è molto meno complicato di quanto si pensi. Difesa solidamente a quattro, centrocampo mourinhiano con Cambiasso sempre più allenatore-giocatore e Alvares chiamato a fare le veci di Sneijder perchè nell'Inter di Ranieri il trequartista ha diritto di cittadinanza piena e il giovane argentino ha dimostrato di non essere un bidone da 12 milioni di euro. In attacco, Milito accanto a Pazzini, tandem che a Gasp suonava blasfemo. E quando si è tratto di sostituire Pazzini, Zarate è entrato per fare il bomber, mica l'esterno: guarda caso, l'argentino ha colpito alla prima occasione con un gol dei suoi.

    Con le unghie e con i denti, sfoderando l'orgoglio dei tempi migliori, l'Inter ha colto il secondo successo in 72 ore che la restituisce all'onor del mondo. Chissà Gasperini che cosa si starà domandando ora.


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