Calciomercato.com

  • Pazza Sampdoria: Radrizzani verso il closing, nonostante l'ostacolo Ferrero

    Pazza Sampdoria: Radrizzani verso il closing, nonostante l'ostacolo Ferrero

    • Renzo Parodi
    Il rollercoaster pazzerello della Sampdoria è avviato all’ultima curva e finalmente s’intravvede la linea d’arrivo. Entro la settimana il salvataggio del club sarà virtualmente concluso. II ticket Radrizzani-Manfredi riceverà dal tribunale il via libera ad effettuare l’aumento di capitale (attraverso il prestito obbligazionario in bond convertibile pari a 30 milioni di Banca Sistema) e di fatto entrerà nella stanza dei bottini della società; e potrà concretamente avviare la complessa ricostruzione di società e squadra, intervenendo a fondo col bisturi sugli organigrammi dirigenziali e sull’organico, oggi ridotto all’osso. Per avere l’ufficialità della conclusione del deal tuttavia si attenderà settembre, quando il tribunale civile di Genova omologherà l’accordo di ristrutturazione del debito con la transazione fiscale, accordo in via di definizione proprio in queste ore. A seguire il closing dell’intera operazione e il passaggio delle quote azionarie dalla SSH di Ferrero alla Aser Group di Radrizzani e alla Gestio Capital di Manfredi.

    L’ultimo scoglio sulla via della salvezza sta dunque per essere superato. I due procuratori che avevano innalzato il muro di fronte all’offerta di uno stralcio del 40% dei loro crediti stanno riconsiderando la propria posizione. Hanno ricevuto la chiamata di Andrea Radrizzani che ha riconfermato l’offerta a stralcio del 40% relativa al totale dei 21 milioni complessivi (quindi relativi a tutti i procuratori convolti) pagabili in tre rate annuali. La Sampdoria sul mercato movimenterà, in entrata e in uscita, almeno una ventina di calciatori e non sarebbe saggio per gli agenti riottosi restare fuori dal giro…

    Il neo proprietario in pectore della Sampdoria aveva già raggiunto l’accordo con le banche creditrici (Macquarie, Sistema e Progetto) con il risarcimento dei crediti SACE (circa 54) milioni e con l’Erario (da 13 a 5 milioni) utilizzando la rottamazione delle cartelle del 40% e la diluzione del debito in dieci anni. A posto anche la partita con i fornitori e gli altri creditori chirografari. Un monte debitorio che si colloca tra i 60 e i 70 milioni, accollato alla nuova proprietà. Dai 200 milioni pre ristrutturazione. Una condizione che trasformerà la Sampdoria in una delle società più virtuose del calcio professionistico italiano.

    Un’ondata di panico, l’ennesima di questa inverosimile vicenda che col calcio ha una vaga parentela, si era diffusa fra i tifosi sabato scorso. Il tribunale di Genova aveva rinviato al 19 giugno (il giorno precedente la terza convocazione dell’assemblea chiamata ad approvare il bilancio 2022) il via libera al prestito obbligazionario (indispensabile per completare il piano di ristrutturazione) in attesa di ulteriori chiarimenti.

    Costernazione fra i fans e giubilo sulla sponda genoana nella prospettiva di un intoppo che avrebbe potuto mandare a picco l’intera operazione-salvezza. Niente di vero. Si è trattato di un normale provvedimento deciso a tutela del compratore, ovvero a garantirgli di non perdere l’intero finanziamento promesso (i 30 milioni destinati all’aumento di capitale) nel caso il piano non venisse approvato. Il tribunale ha nominato un sorvegliante, l’avvocato Stefano Gorgoni dello studio Gorgoni Pellati Lombardini di Pavia. Tempi strettissimi per ripassare al pettine i termini del piano già peraltro approvato dall’esperto della composizione negoziata, l’avvocato Bissocoli, da un attestatore indipendente e dallo stesso tribunale in via protettiva.

    La deadline del parere di Gorgoni è stata anticipata al 14 o al 15 giugno, in tempo per la prima convocazione dell’assemblea della Sampdoria, nella quale oltre all’approvazione del bilancio si dovrà rinnovare il cda. Era sembrato pacifica la riconferma dei quattro membri attuali (Lanna, Romei, Panconi e Bosco) il cui mandato è in scadenza. Lo scenario è cambiato quando Massino Ferrero, irriducibile nel seminare ostacoli, ha chiesto e ottenuto dal trustee Vidal la convocazione dell’assembla della SportSpettacolo Holding (mercoledì in prima convocazione, giovedì in seconda), la società che detiene tuttora la proprietà della Sampdoria.

    A quale scopo? Per due motivi: Ferrero vuole rimuovere l’attuale amministratore unico, di SSH, Massimo Ienca, colpevole ai suoi occhi di aver dato via libera, nel corso della convulsa assemblea sociale del 30 maggio scorso, all’aumento di capitale proposto da Radrizzani. Decisione che aveva messo fuori gioco il Viperetta. Secondo motivo, con la minaccia di non approvare il bilancio, ottenere la nomina di un suo uomo di fiducia nel nuovo cda blucerchiato Del quale farà parte, in veste di osservatore, anche una persona indicata da Radrizzani. Stando così le cose, non sono escluse le dimissioni al completo del cda, con il ripescaggio di un paio di membri non sgraditi a Ferrero: Bosco e forse Lanna, del quale peraltro il Viperetta aveva detto peste e corna definendolo “il peggior presidente nella storia della Sampdoria”. In uscita Gianni Panconi che ha già trovato una nuova occupazione e Antonio Romei ex sodale di Ferrero ma inviso al Viperetta dal 2019 quando Ferrero lo costrinse alle dimissioni accusandolo di aver tirato la volata a Vialli, in corsa con Dinan e Knaster per rilevare il club. Romei, successivamente riabilitato da Edoardo Garrone (sempre vigile tra le quinte), era entrato nell’attuale cda.

    In teoria, affossando l’approvazione del bilancio, Ferrero potrebbe mandare all’aria l’intero progetto di Radrizzani. Ma a che pro? Perderebbe quel poco (dice lui: “mi hanno espropriato la Sampdoria”) che ha ottenuto dal trust. Voci dal suo entourage indicano che l’ormai quasi ex proprietario non farà colpi di testa, non metterà i bastoni fra le ruote a Radrizzani, pur essendo rimasto scottato dall’esito della vicenda del trust che incapsulava la Sampdoria: sperava di ottenere una trentina di milioni (peraltro tutti destinati a coprire i concordati delle due sue aziende in stato prefallimentare) probabilmente ne ha avuto meno della metà.

    Radrizzani intanto ha perfezionato la cessione del suo 56% del capitale del Leeds United alla 49ers Enterprises, la società che fa capo ai 49ers di San Francisco, proprietari della franchigia della NFL. Ha incassato oltre cento milioni di euro, denaro che potrebbe utilizzare per scavalcare il prestito obbligazionario. O comunque per successivi investimenti in Sampdoria. In attesa dell’ingresso nel capitale azionario (con una quota del 30%) della Qatar Sports Investments di Nasser Al Khelaifi, presidente del PSG e intimo amico dell’emiro Tamin bin Hamad Al Thani, massima autorità politica del Qatar e proprietario di Qatar Authority, il fondo sovrano del paese del Golfo. In tempi successivi anche i San Francisco 49ers entreranno nella compagine blucerchiata, rafforzando il potenziale finanziario del club che ha messo il ritorno in serie A fra gli obiettivi strategici.

    Radrizzani è già attivo anche sul versante sportivo, il casting per i ruoli di direttore sportivo e allenatore si chiuderà a breve. Al momento i più accreditati sono Filippo Fusco (ex Juve Next Generation) e Marco Baroni, allenatore uscente del Lecce. Restano in pista per la panchina le candidature di Pirlo e Gattuso, mentre con Filippo Inzaghi un primo abboccamento finora non ha avuto seguito.

    Altre Notizie