Petagna: 'Il Milan mi ha bruciato, dura essere l'erede di Balotelli'
SULL'ASCOLI - "Mi voleva a tutti i costi, ma era in attesa del ripescaggio. Senza la B il Milan non mi mandava a giocare. Ho passato due mesi con il telefono in mano, in attesa di notizie".
SULLE PRESSIONI - "Su di me c'erano troppe pressioni. Galliani mi aveva battezzato come il vice-Balotelli e tutti si aspettavano cose incredibili. Sono andato alla Samp e dovevo essere il salvatore della patria, ma avevo appena 18 anni. Sono timido e l'attesa mi ha divorato. Appena sbagliavo una partita finivo in panchina. È successo pure a Latina: quante delusioni. A Vicenza, anche se ho giocato poco, ho imparato tanto. Merito di Marino e dei consigli di Cocco e Di Gennaro. Mangia è stato il primo a darmi continuità". I
SUL CALCIO NEL SANGUE - "Mio nonno Francesco è stato giocatore e poi, da allenatore, ha scoperto Capello e Reja. Mio papà Euro ha allenato nei dilettanti, io faccio boxe e da piccolo nuotavo come mia mamma Alessandra (nuotatrice professionista, ndr), ma io volevo solo fare calcio".
SUL MILAN - "Non sono rimasto deluso, anche se ho il rammarico di non aver mai avuto una vera occasione al Milan. È difficile sfondare giocando solo degli spezzoni. Sono contento della chiamata dell'Atalanta: hanno investito soldi importanti e credono davvero in me"
SULL'ATALANTA - "A 9 anni facevo il raccattapalle all'Itala San Marco di Gradisca d'Isonzo, ammiravo Neto Pereira e ogni estate facevo il provino per l'Atalanta, che mi avrebbe preso al compimento dei 14 anni. Poi il loro dirigente Mauro Bianchessi è passato al Milan e mi ha portato lì con Cristante".
SU MILANO - "La maggior parte dei miei amici è qui. Uno di loro è appena scomparso: quando l'ho saputo a poche ore dalla sfida di Brescia è stato uno shock. Era un punto di riferimento e da lassù mi aiuterà ad arrivare a grandi livelli".
SULLE PASSIONI - "Uso Facebook, Instagram e Twitter, mi diverte confrontarmi con i tifosi e leggere anche gli insulti se le cose non vanno bene. Ho tanti tattoo, ma due sono speciali: una scritta in arabo sul braccio fatta col mio migliore amico Cristante e il ritratto della mia famiglia che ho sulla coscia. Con il mio procuratore sono le persone più importanti della mia vita, da loro mi rifugio nei momenti di difficoltà"
SUGLI OBIETTIVI - "Voglio salvare l'Ascoli, arrivare in doppia cifra e conquistare l'Under 21".