Oggi Sinisa Mihajlovic si definisce tifoso laziale, dopo i sei anni passati in maglia biancoceleste, ma in Italia il tecnico della Fiorentina ha vissuto la sua prima esperienza calcistica in maglia giallorossa, quando nel 1992 venne acquistato dalla Roma. 'Capii che Mihajlovic non era uno dei tanti stranieri di passaggio in quegli anni nella Capitale fin dai primi giorni del raduno estivo: ogni giorno nello spogliatoio non faceva che chiedere cose sulla Roma e sul suo ambiente al tecnico Mazzone, al suo primo anno, e ai vecchi del gruppo, da Aldair a Rizzitelli e Giannini - ricorda di quell'esperienza il suo ex compagno Giovanni Piacentini, intervistato da Calciomercato.com -. Tatticamente era collocato come un centrocampista, perchè Mazzone ne intuì la visione di gioco, e le punizioni erano il suo marchio di fabbrica. Ci mise pochissimo a conquistare le fiducia dei compagni e soprattutto ad essere un leader anche fuori dal campo'.

'Ricordo la sua furia a Bergamo con Cervone, per un'autorete che nacque da un incomprensione con il nostro portiere: un altro po' e sfasciava lo spogliatoio nostro e quello dell'Atalanta - ha aggiunto Piacentini -. Ricordo però, a proposito di Roma-Fiorentina, la sua doppietta in Coppa Italia e la cena che organizzò nei giorni successivi, in cui chiedeva ad ognuno nuove cose sull'Italia, per accelerare il suo inserimento. Sulle punizioni era un maestro: alla sua prima partita in agosto, sempre in Coppa Italia, non sentì discussioni quando gli si avvicinò il Principe Giannini. Era passato poco dal fischio di inizio, prese la palla e la scaraventò in rete, e poi, da gran furbacchione, quando lo stesso Giannini raddoppiò, fu il primo a correrlo ad abbracciare, per festeggiare. Era e rimane una persona speciale; magari puoi non condividere ogni cosa di ciò che pensa, ma è un uomo vero, su cui puoi fare sempre affidamento in uno spogliatoio di calcio'.