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Piatek spaventa il Milan, non Giampaolo: la ricetta per rilanciare il Pistolero
DIFESA E RESPONSABILITA' - I guai di Piatek, spiega l'allenatore, si riconducono essenzialmente a un ritardo di condizione ("In alcuni parametri ha manifestato un livello di fatica più alto rispetto agli altri, deve togliere qualche tossina") e non a una difficoltà tecnica ("La porta la vede, è forte, quando calcia in porta è preciso"). Oltre a lavorare sulla parte atletica per portare la condizione del polacco a un livello ottimale, sono due gli accorgimenti essenziali sui quali Giampaolo lavora per risolvere i problemi. Il primo riguarda l'aspetto tattico, non lasciare Piatek troppo isolato davanti: difficoltà nel palleggiare con la squadra e nel sottrarsi alla marcatura dedicata di due centrali, per questo, spiega il tecnico, avvicinare un altro attaccante a Krzysztof può facilitarlo sgravandolo di alcuni compiti 'sporchi' per concentrarsi sull'attacco della profondità, specialità della casa. Difeso tatticamente, responsabilizzato all'interno dello spogliatoio. In questo senso, è un segnale forte l'investitura da primo rigorista per la stagione: "È Piatek, ci sono stati casini con i rigoristi al Milan negli anni passati". Libertà tattica e responsabilità, Giampaolo non guarda le superstizioni ma il campo: il Milan ha bisogno che Piatek torni a sparare già contro l'Udinese, per scacciare gli spettri della numero nove e tornare il Pistolero che aveva folgorato la Serie A.
@Albri_Fede90