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Prandelli, luci e ombre: il Genoa va nel bunker in 10. Pasqua? Fuori... stagione

Prandelli, luci e ombre: il Genoa va nel bunker in 10. Pasqua? Fuori... stagione

  • Renzo Parodi
Nel calcio non sempre uno più uno fa due. Capita difatti che l'1-1 fra Genoa e Spal non si trasformi nella vittoria della squadra ospite nonostante la Spal goda per quasi tutta la gara del vantaggio numerico di un uomo, e che uomo. Senza Criscito, frettolosamente espulso dopo appena 10 dall’arbitro Pasqua, nella circostanza troppo severo, il Vecchio Grifone battezza l'esordio in panchina di Cesare Prandelli giocando col cuore. Tiene testa umilmente alle reiterate offensive della Spal, alla quale Semplici (che festeggia i quattro anni sulla panchina ferrarese) ha dato organizzazione di gioco e personalità. Non si smarrisce, il Vecchio Grifone, non naufraga tra i marosi dei martellanti attacchi emiliani e riesce persino a graffiare pericolosamente l'avversario in un paio di uscite in contropiede. In definitiva un punto è meno di quel che il Genoa sperava di conquistare ma è più di quel che ha rischiato di raccogliere, ovvero il nulla. Il piccolo passo avanti in classifica non significa molto, ma pensate cosa avrebbe scatenato una sconfitta casalinga all'esordio del nuovo allenatore: il terzo in quindici gare, e poi dicono che i genovesi sono avari. Ballardini, Juric, Prandelli. Basta così, per favore. Non facciamoci ridere dietro dall'Italia intera. La Spal si mangia le mani per il palo e la traversa colti da Antenucci e Petagna e per tutta la pressione che ha partorito il classico, innocuo topolino: quando mai le capiterà di affrontare un Genoa immerso in altrettanta emergenza? I tre punti le avrebbero fruttato il sorpasso, il punticino la fa staccare da Frosinone e Bologna, che hanno perso, e la tiene a distanza invariata dalla Cenerentola Chievo che ha pareggiato a Parma. Per adesso può anche bastare così.  

Tanto pepe nel piatto del match. La prima assoluta di Cesare Prandelli sulla panchina del Genoa, in sostituzione di Ivan Juric, bruciato dal disastroso score raggranellato: tre punti in sette gare. L'ex ct azzurro torna guidare un club italiano dopo 8 anni di eclissi. L'ultima vittoria del Genoa risale al 30 settembre, con Ballardini alla guida: 2-1 a Frosinone. Da allora tre punti soltanto messi in casella. In assenza degli squalificati Bessa e Romulo, Prandelli (che ha svolto appena un paio di allenamenti con la sua nuova squadra)  non stravolge l’impianto tattico: 3-5-2 con Sandro e Veloso affiancati nel ruolo di doppio playmaker, assistiti da Hiljemark; Pereira e Lazovic sugli esterni, e il trio Biraschi-Romero-Criscito sulla linea difensiva davanti al portiere Radu. La coppia di ferro Pjatek-Kouame di punta con l’incarico di accendere la miccia dalle parti di Gomis. Il pistolero polacco non segna su azione da due mesi e l'unico centro sotto la gestione Juric lo ha realizzato dal dischetto nel derby pareggiato con la Sampdoria.

La Spal reduce da una serie in grigio (cinque punti in dieci gare) dopo la partenza al fulmicotone che aveva acceso speranze troppo grandi, annusa l'aria di tensione che fischia attorno al Vecchio Grifone e ingrana subito le marce alte. Non vince dal 20 ottobre (colpo grosso in casa della Roma) e vuole rompere il sortilegio. Semplici sostituisce lo squalificato Cionek con Bonifazi e lascia inalterata la formazione che ha pareggiato in casa con l'Empoli. La serata non è fredda e tuttavia un vento abbastanza sostenuto spazza il prato del "Ferraris", il terreno di gioco presenta larghe chiazze di erba consunta e non si raccomanda come pelouse ideale per giocare al calcio, ma questo passa il convento genovese. Pronti via e al 10’ c’è la svolta. L'arbitro Pasqua punisce col rosso diretto un intervento scomposto a centrocampo di Criscito su Schiattarella. Il fallo è certamente brutto ma un giallo sarebbe bastato. In dieci uomini, nel vociare inferocito dello stadio furibondo per la severa decisione arbitrale, il Genoa perde la tramontana e cinque minuti dopo capitola. Punizione dal settore sinistro di Schiattarella, Felipe corregge di testa la traiettoria del pallone, favorendo Petagna, appostato sul secondo palo. Per il bisonte ferrarese è un gioco anticipare Kouamé e firmare l'1-0. Il Genoa sbarella, colpito dal micidiale uno-due e arretra per evitare altri colpi micidiali. La Spal attacca quasi a pieno organico tenendo la difesa molto alta in modo da togliere spazio alle ripartenze lunghe di Kouamé e Pjatek.

Di tanto in tanto la squadra di Prandelli mette il naso nella metà campo avversaria e al 34' pesca la carta buona. In piena area di rigore, Fares entra da dietro su Romero e lo stende, Pasqua non concede subito il tiro dal dischetto, si consulta con il Var (Aureliano e Di Iorio) e infine indica il tiro dagli undici metri che Pjatek, freddissimo e chirurgico, trasforma spiazzando Gomis: 1-1 al 38', il Grifone respira. La Spal non ci sta e alza i ritmi della sua fluida ragnatela fatta di passaggi rasoterra e di imbucate improvvise. Nel giro di appena sei minuti la squadra di Semplici annusa tre volte il profumo del gol. Fares da sinistra trova Antenucci, Radu respinge la conclusione ravvicinata con l'aiuto del palo e Petagna fallisce il tap in, tirando sul portiere. Il vivace esterno marocchino serve un altro pallone d'oro a Petagna che si fa anticipare da Radu e infine Petagna sull'assist di Antenucci centra la traversa con la collaborazione di Radu che tocca il pallone con la punta delle dita.

Ripresa, Prandelli capisce che il tambureggiante assalto della Spal potrebbe alla fine sfondare e rafforza la sua Maginot. Esclude Pereira a pro di Guenter, lo schiera centrale accanto a Romero e allarga destra Biraschi con la consegna di arginare le sferraglianti incursioni di Fares. Il marchingegno funziona, la difesa a quattro, completata a sinistra da Lazovic che affronta un Lazzari guizzante ma poco concreto, regge senza sbandare, aiutata dai puntuali rientri di Hiljemark e Kouamè che si improvvisano difensori aggiunti lungo gli out. In sostanza il Genoa gioca con sei difensori e costringe i suoi centrocampisti superstiti a calarsi in testa l'elmetto e a fare argine poco oltre la linea dell’area di rigore. A cantare e a portare la croce nei restanti sessanta-settanta metri di campo resta il poderoso, veloce e astuto Pjatek che ingaggia duelli rusticani con Vicari, al quale dà manforte Bonifazi nei rari casi in cui non deve occuparsi del velocissimo Kouamè. Va raramente all'attacco, il Genoa, ma quando ci riesce procura dei problemi seri alla Spal.

La partita la tiene ben salda in mano alla squadra ospite che fa tanto giro palla, salvo infrangersi contro il muro di pietra della terza linea rossoblù che non sbaglia un intervento. E quando non arrivano Biraschi, Romero e Guenter provvede Radu, molto attento e reattivo. I tifosi della gradinata Nord hanno esposto striscioni offensivi nei confronti del presidente Preziosi (assente allo stadio) e della sua famiglia (la figlia Paola è moglie di Veloso, giocatore particolarmente inviso agli ultras, chissà perché). Finalmente in corso di ripresa gli inservienti costringono gli autori a rimuovere quella vergogna.

La partita resta bella e molto intensa, seppure recitata con l'identico canovaccio: Genoa nel bunker e Spal all'assalto. Prandelli dà spazio a Rolon per l'esausto Veloso, Semplici alterna Missiroli, Schiattarella e Petagna con Valoti, Valdifiori e Floccari. Il tema non cambia. Anzi un po' sì, perché al 38' il Genoa mette i brividi alla Spal, bravo Gomis a distendersi per quanto è lungo e a smanacciare via un pallone velenoso calciato dal solito Kouamé, a conclusione di un contropiede molto veloce. Fioccano le ammonizioni: alla fine saranno sei: cinque per la Spal e una (Veloso) a carico del Genoa, che però aveva patito il precocissimo rosso a Criscito. Pasqua è sembrato un arbitro un po' fuori stagione, mi si passi la facile battuta. Severissimo in alcune circostanze, assai corrivo in altre, come quando a pochi minuti dalla fine grazia Bonifazi, già ammonito, che aveva steso di brutto Pjatek. L'arbitro di Tivoli concede due minuti di recupero e senza ragione apparente (s'era stata solo la sostituzione di Zukanovic per Sandro) ne fa giocare tre e mezzo. Proprio allo scadere dell'extra time Floccari in tuffo di testa si mangia il gol della vittoria. Cosa sarebbe accaduto al "Ferraris" se il centravanti della Spal avesse infilato in porta quel pallone? Meglio non pensarci. 

IL TABELLINO

Genoa-Spal 1-1 (primo tempo 1-1)


Marcatori: 15’ Petagna (S), 38’ Piatek rig. (G).

Assist: 15’ Felipe (S)

Genoa (3-5-2): Radu; Biraschi, Romero, Criscito; Pereira (1’ st Gunter), Veloso (21’ st Rolon), Sandro (47' st Zukanovic), Hiljemark, Lazovic; Kouamé, Piatek. All. Prandelli.
 
Spal (3-5-2): Gomis; Bonifazi, Vicari, Felipe; Lazzari, Missiroli (24’ st Valoti), Schiattarella (31’ st Valdifiori), Kurtic, Fares; Petagna (37’ st Floccari), Antenucci. All. Semplici.

Arbitro: F. Pasqua di Tivoli.
 
Ammoniti: 25’ pt Petagna (S), 34’ st Bonifazi (S); 10’ st Veloso (G), 36’ st Vicari (S), 40’ st Floccari (S).
 
Espulsi: 11’ pt Criscito (G)

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