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​Preziosi & Ferrero, people from Ibiza: il calcio italiano e l'ansia da dissipazione

​Preziosi & Ferrero, people from Ibiza: il calcio italiano e l'ansia da dissipazione

  • Pippo Russo
    Pippo Russo
People from Ibiza. L'immagine-simbolo del Ferragosto calcistico italiano 2019 giunge da una delle mete di vacanza più globalizzate, e ritrae due signori che ridono e esibiscono gesti da trapper come fossero tardonissimi fan di Sfera Ebbasta. Si tratta di Enrico Preziosi e Massimo Ferrero, i presidenti dei due club genovesi, che paiono godersela un mondo e celebrano sul suolo delle Baleari il derby dell'amicizia. E pazienza se l'amicizia in questione sia soltanto quella personale, e se le tifoserie genoana e doriana abbiano gradito per niente. Tanto più che sono proprio loro due, i presidenti, a occupare i vertici delle classifiche di sgradimento stilate dalle comunità rossoblu e blucerchiata. Ma in fondo ciò che conta è proprio l'esibizione di sorrisi smaglianti, con scatti a raffica che fanno pensare a una strategia comunicativa. Stiamo scialando per voi. Invero, di questo book fotografico divulgato via social faceva parte un ulteriore click che ospitava anche Alba Parietti. Un'immagine che l'ex soubrette ha in seguito rimosso dall'account Instagram.

Nessuna cancellazione, invece, per tutte le altre immagini dei due amiconi. Che sfoggiano una versione inedita di se stessi, esteticamente corretta. Preziosi piazza sorrisi che allontanano il ghigno del Joker e spandono molto più un piglio da Ministro degli Aperitivi. Dal canto suo Ferrero ha addirittura tagliato via la barba. E oltre a dimostrare vent'anni di più, perde quell'aura da Forrest Gump per trovarne un'altra da rivenditore d'auto usate sul GRA. Insomma, sembrano proprio rimessi a nuovo. Come fossero due persone altre.

Invece sono sempre loro. E avranno anche motivo per ridere, elettrizzati da un improvviso benessere di cui però non si scorge l'origine. Forse convinti di vivere un momento esaltante da presidenti del Genoa e della Samp. Del resto, il Genoa si è appena messo alle spalle una salvezza arraffata col fiatone, e adesso anima la solita campagna trasferimenti vorticosa d'estate i cui effetti sui conti rossoblu conosceremo soltanto nella prossima primavera. E quanto alla Samp, continua a essere in vendita ma non viene mai venduta, intanto che il suo presidente ha provato a comprare il Palermo (per inciso: interessava anche a Preziosi) ma è stato respinto. Sicché egli continua a stare imbullonato al vertice della società blucerchiata, e si fa immortalare al fianco dell'amico-collega concittadino. Davanti a una visione del genere, il canto di Sandy Marton che all'orecchio della mente viene richiamato è la perfetta colonna sonora di una festa posticcia.

Ebbene, quell'immagine rappresenta perfettamente l'estate vissuta dal calcio italiano. Colpito da un'ansia di dissipazione che rimanda ai giorni in cui il nostro movimento nazionale era davvero il più ricco del mondo, e bruciava la propria ricchezza come se essa dovesse riprodursi all'infinito. Poi sono venuti gli anni di una doverosa austerity. Da cui non pareva si fosse usciti, a giudicare dagli indicatori economici che parlano di un debito in aumento costante e della sempre più accresciuta dipendenza da plusvalenze. Il nostro calcio è sempre quello, e sempre quelli sono i dirigenti che lo hanno portato anno dopo anno in questa situazione. Ma nonostante ciò, fanno come se fossero diversi da se stessi. E spendono e sghignazzano come dentro a un'interminabile happy hour ibizenca. Buon falò ferragostano a tutti.

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