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  • Rabbia Juve:|Amauri fuorirosa

    Rabbia Juve:|Amauri fuorirosa

    Coperto con un lungo beep ciò che la Juve, ieri sera, pensava di Amauri, non resta che aspettare l'articolo 7 del nuovo contratto collettivo, su allenamenti separati e fuorirosa: troverà pronta applicazione. Amauri era sostanzialmente in esilio dalla fine del ritiro di Bardonecchia, figurarsi quando alle intenzioni si affiancheranno le norme. Per i bianconeri resterà comunque il problema di un giocatore con pesantissima busta paga, sui 4 milioni a stagione, ma senza mansioni nella nuova Juve di Conte.

    Pur di tagliarlo, Beppe Marotta e Fabio Paratici le avevano architettate tutte, e fino a tarda sera l'attaccante avrebbe potuto ancora finire all'Olympique Marsiglia. Dove avrebbe giocato la Champions (da titolare) e lottato per il titolo francese. E senza rimetterci un quattrino: la Juve era pronta a concedere una buona uscita da 3,2 milioni (lordi), il club francese a offrire un contratto biennale da 2,5 milioni a stagione, allungato a triennale con un'ultima telefonata poco prima di mezzanotte, chiusura del mercato francese. Diciamo che ci sono destini peggiori. L'ex brasiliano ha detto no. L'ultimo di una lunga serie. Chiedendo, per l'addio, tre milioni, netti. Più che una liquidazione, una rapina. Spiegata così: «Non voglio lasciare un club come la Juve». E di poter finire in castigo, non pare preoccupato: «Sono a disposizione dell'allenatore e spero di poter dare una mano». Sarà già un bel successo se riuscirà ad allenarsi a Vinovo.


    Cupi orizzonti attendono anche Vincenzo Iaquinta, che pure aveva l'attenuante dell'infortunio: la Juve avrebbe voluto spedire via anche lui. Ora Antonio Conte se li troverà entrambi, in un reparto stipato di sette attaccanti.

    Esuberi si registrano anche in altri settori. Bastano le parole di Reto Ziegler, dal ritiro della Svizzera: «Ho parlato con il tecnico e mi ha fatto capire dall'inizio che non conta su di me perché ha altre idee». Il problema è l'essere finito nella borsa della spesa quando Conte non era ancora il cuoco: «Ho firmato per la Juve quando c'era Del Neri che, insieme a Marotta, mi conosceva ai tempi della Samp e mi ha voluto in bianconero. E io sono andato alla Juve per giocare e non per guardare gli altri». A Torino sperano ancora di potergli trovare una nuova residenza in Turchia, dove il mercato chiude il 5 settembre. Lui è scettico, però: «L'ipotesi Trabzonspor era una possibilità, ma non ho mai parlato con loro. L'ho fatto con Hitzfeld (il ct della Svizzera, ndr) e mi ha sconsigliato di andare in Turchia. E ora sono alla Juve come seconda scelta». Ieri è andata malino anche sull'import, per la mancata assunzione di un difensore centrale. In serata, spiegherà l'ad Marotta: «Non abbiamo preso nessuno all'ultimo giorno perché non c'era nessuno all'altezza della Juve». Eppure, a Bocchetti, Gastaldello e Andreolli è stata data più di un'occhiata. Ma qualche piccola bugia, in tempi di shopping, si può anche dire.


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