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  • Recite e copioni, l'Inter si annienta da sola. Ma c'è ancora speranza...

    Recite e copioni, l'Inter si annienta da sola. Ma c'è ancora speranza...

    • Pasquale Guarro
    Un’accurata sceneggiatura in cui tutti recitano meccanicamente la parte assegnata da Zhang. Tutti attenti al proprio personaggio, ma c’è qualcuno che si sta realmente tormentando per il bene dell’Inter? A Villa Bellini il presidente nerazzurro ha consegnato a ognuno una maschera. Hanno sottoscritto il patto del finto sorriso. Avanti insieme, perché l’emergenza Covid non consente altre spese, ma nelle idee di Marotta la figura di Allegri iniziava ad occupare uno spazio sempre più ingombrante. Steven ha rimesso insieme i cocci in nome del pratico risparmio, ma non ha cancellato i musi lunghi, ben celati dalla sorprendente passata di make up di scena. 

    IL CONTE CHE NESSUNO CONOSCEVA - Siamo tutti d’accordo, nel calcio è spesso sufficiente essere dei grandi professionisti per conseguire successi. L’affiatamento non è indispensabile se tutti lottano per lo stesso obiettivo. Ma all’Inter questa formula non trova applicazione, forse perché c’è chi si sta snaturando pur di seguire una trama che non gli appartiene. Guardate Conte, non sembra lui. C’è chi giura sia cambiato davvero, ma si fatica a crederlo. Antonio ha sempre fatto il diavolo a quattro. È uno che in panchina si dilania, che si ribella alle ingiustizie. Guardatelo adesso, talmente serafico da sembrare quasi arrendevole. Rassegnato alla mistica contemplazione di punti cardine che recita come una preghiera: mi godo il percorso. Siamo felici. Giochiamo per fare un gol in più dell’avversario. Di mercato non parlo. Ma questo è Conte? Sul serio? Questo è lo stesso allenatore che in passato ha vinto indottrinando i vari Vucinic e Giaccherini come soldati e che invece adesso si lamenta di scarsa determinazione? Un ossimoro. 

    SFOGO MORBIDO - E Marotta? Ieri, istigato dal proprio tecnico ha finalmente usato il mezzo televisivo per lamentarsi dei torti arbitrali. Ma in che modo? Nel corso del suo biasimo, l’amministratore delegato dell’Inter ha voluto sottolineare addirittura le mancanze dell’Inter in campo. Ma era lì per farsi giustizia, per mettere sotto i riflettori il pessimo operato della classe arbitrale . Almeno questo era ciò che avrebbe fatto piacere a Conte e che Marotta, naturalmente, non ha fatto. Visti dall’esterno somigliano tanto a piccoli dispettucci, con di mezzo l’Inter. 

    C'È ANCORA TEMPO - Ecco perché adesso è il momento che tutti facciano un passo indietro. Martedì l’Inter si gioca una cospicua fetta della stagione a Madrid, contro un Real che in Champions sta facendo fatica ad accendersi. Non è tempo di maschere e copioni. Servono uomini e attributi. Unità e valori. Perché non è troppo tardi per guardarsi negli occhi e riprendere una stagione partita male. L’Inter che si esprime a corrente alterna in campo è la sintesi di tutto questo. Prima lo si capisce e prima si volta pagina. Chi rappresenta l’Inter sia se stesso, consiglio spassionato rivolto anche ai piani più bassi. In viale della Liberazione sembra esserci aria di terrore: c’è chi si ferma a salutare i giornalisti e interrompe bruscamente i dialoghi scappando in moto perché terrorizzato dal materializzarsi di un dirigente che lo avrebbe sorpreso a scambiare quattro chiacchiere col nemico… Che vita è questa?

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