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La vera sfida di Spalletti si chiama Dzeko
CENTRAVANTI VERO O FALSO? - L'infortunio di Dzeko contro il Frosinone ha portato Spalletti a ripercorrere i binari del suo passato romanista. Archiviata la difesa a 3 per la squalifica di Manolas, col Sassuolo si è vista una squadra concettualmente molto vicina a quella del primo Spalletti: 4-2-3-1, con Diego Perotti ad agire da centravanti tattico. Non è un'invenzione del tecnico di Certaldo - anche Gasperini aveva provato spesso El Monito nel cuore dell'attacco - ma la presenza di un giocatore a tutto campo, capace di arretrare e di fornire più linee di passaggio ai centrocampisti, ha giovato molto a El Shaarawy e compagni. Si è rivista una manovra palla a terra gradevole, una squadra capace di attaccare lo spazio lasciato libero dall'ex Genoa, un collettivo capace di esaltarsi nelle difficoltà di organico. E ora? Il nodo principale è sempre lo stesso: Edin Dzeko.
FIDUCIA AL BOSNIACO - Nonostante la buonissima prova di Perotti, Spalletti non può rimangiarsi quanto affermato nel giorno del suo secondo insediamento a Trigoria: Dzeko è il centravanti che avrebbe chiesto avendo margine di manovra, quindi il bosniaco sarà necessariamente il numero 9 della sua Roma. Che sia 3-4-2-1 o 4-2-3-1, Dzeko sarà il terminale offensivo. Il tifo giallorosso sembra spaccato, ma la percentuale di coloro che danno ancora fiducia all'ex City è superiore rispetto agli "anti-Dzeko", come testimonia il sondaggio effettuato effettuato dal nostro sito (LEGGI QUI). E' questa, la nuova sfida di Spalletti. Mantenere l'impatto efficace dei nuovi riuscendo a valorizzare un patrimonio importante come Dzeko. Il calendario (Sampdoria, Carpi, Palermo ed Empoli prima dello scontro diretto con la Fiorentina) può dargli una mano.