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  • Romamania:| Calciatori, non giocatori

    Romamania:| Calciatori, non giocatori

    Samuel, Zago, Tommasi, Cristiano Zanetti, Delvecchio. L'asse portante della Roma dello scudetto del 2001 era formato da questi cinque giocatori. Anzi, calciatori. La differenza c'è. I giocatori sono gli Amantino Mancini, i Cassano, i Vucinic, i Menez. Gente di qualità, quelli che ti fanno sentenziare 'se è in palla, si vince sicuro', ma a quanto ad incostanza non sono pari a nessuno. La Roma da sette anni a questa parte si è affidata a ragazzi come loro ed ha raccolto soltanto piazzamenti.

    I calciatori (alcuni esempi sono già citati nel primo rigo) non sono propriamente degli assi, ma ottimi professionisti destinati spesso a divenire futuri campioni. O riconosciuti tali a fine carriera. Per ottenere una squadra vincente, poi, devi abbinare a loro dei fuoriclasse assoluti (come erano Totti - lo è ancora - e Batistuta) ed una buona panchina (vedi gli Aldair ed i Montella). La nuova dirigenza per tornare ai fasti di dieci anni fa, dunque, dovrà invertire l'ultima tendenza ideata - più o meno forzatamente, vista l'assenza di fondi - da Daniele Pradè e cercare per il mondo calciatori tignosi, di sicuro rendimento, costanti e forti psicologicamente. L'arrivo di Baldini - lui c'era nel 2001 - e di Sabatini - formidabile talent scout - sono una garanzia per la riuscita dell'obiettivo.

    L'anima, dunque, nella vita e nel calcio, ha l'obbligo di prevalere sull'aspetto esteriore. La bellezza della giocata è estemporanea, a volte può riuscire, molto spesso no. Altre volte è perfino inutile. Se ai giocatori gli togli il bello, la loro coscienza si svuota e la squadra viene defraudata. Da sempre chi ti da quel qualcosa in più rispetto agli altri è, invece, il calciatore. Colui che non ruba l'occhio, ma su cui ci si può fidare. Oggi questo ruolo è ricoperto da Thiago Silva e Van Bommel nel Milan, da Zanetti e Cambiasso nell'Inter, da Pazienza e Cannavaro nel Napoli. La società avrà l'onere di cercare questo tipo di calciatori. Perchè unire la costanza, la perfezione, all'estetica è un'utopia. La bellezza scompare presto; la magia dura un secondo, una partita di calcio novanta minuti. L'anima, invece no, quella è impossibile da condizionare e rimane per sempre. 

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