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  • Romamania: De Rossi e i fluidi magici, non perde neanche quando sbaglia

    Romamania: De Rossi e i fluidi magici, non perde neanche quando sbaglia

    • Alessandro Austini
    Un pareggio dal sapore di vittoria, che lascia la Roma in serie positiva e cancella la peggiore prestazione dell’era De Rossi. In una partita in cui l’allenatore sbaglia formazione, modulo e primo cambio, i giallorossi fanno un altro passettino verso la Champions e conservano l’entusiasmo. 

    La gara di Firenze sembra aver sancito un verdetto, confermato dallo stesso allenatore nel post-gara: la difesa a tre va messa da parte e utilizzata, semmai, in qualche spezzone finale all’occorrenza. Oltre ad aver modificato il sistema di gioco che tanto bene stava funzionando, pensando in questo modo di proteggere una squadra stanca finendo invece per snaturarla, De Rossi ha spostato Angelino a destra. In questo modo i giocatori utilizzati fuori ruolo erano due, perché El Shaarawy resta un attaccante e chiedergli di fare l’esterno a tutta fascia rimane una forzatura.

    Gli errori li commettono tutti, quello che forse De Rossi si perdonerà meno è aver sbagliato anche il primo cambio deciso dopo appena mezz’ora: perché inserire Hujsen e non uno fra Celik e Karsdorp per rimettersi subito a quattro dietro? Cosa peraltro avvenuta all’inizio del secondo tempo, con il giovane centrale olandese adattato anche lui in una posizione sperimentale

    Con il 4-3-3 la Roma si è comunque ritrovata, ha guadagnato campo grazie all’uomo in più in fase offensiva e nel momento in cui sembrava pronta a vincerla ha subìto un altro gol che evidenzia un problema ormai palese: la squadra difende male sui cross e a Firenze lo ha fatto peggio di altre volte.

    La Fiorentina e Italiano si sono però scontrati con un fattore imponderabile. Oltre al lavoro enorme che sta facendo sulla testa e sulle gambe dei giocatori, De Rossi sembra accompagnato da un fluido magico sin dall’inizio, che - match con l’Inter a parte - ha sempre spostato gli episodi dalla parte giusta. Il rigore parato da Svilar (che è comunque un merito) e il pareggio di Llorente trovato a recupero inoltrato salvano la Roma da una sconfitta che avrebbe spezzato l’incantesimo e rimesso in discussione tante cose. Si dice che l’intraprendenza propizi la fortuna e questa squadra sta confermando il teorema.

    Da uomo intelligente qual è, ora il tecnico dovrà analizzare questa partita come se l’avesse persa, imparare dai suoi errori e interrogarsi sul perché la squadra sia sembrata svuotata di energie e convinzione per lunghi tratti. “Moscia”, come l’ha definita lui. L’inconscio non si controlla e il poker servito al Brighton può aver abbassato la tensione. Con sole dieci partite da giocare in campionato, i jolly sono già finiti da un pezzo.

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