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  • Romamania: Ma quale Lione, ora l'avversario è la Raggi

    Romamania: Ma quale Lione, ora l'avversario è la Raggi

    • Francesca Schito
    Una Roma rimaneggiata ha perso di misura all'Olimpico contro il Villarreal. Una sconfitta che serve soltanto per le statistiche, visto il rassicurante 4-0 portato a casa dalla Spagna. I giallorossi guardano al futuro con la consapevolezza che il prossimo 9 marzo voleranno a Lione, lì dove 10 anni fa passarono con un 2-0 (con Spalletti in panchina) ai quarti di finale di Champions League con una perla di Mancini indimenticabile. Domenica sera ci sarà l'Inter a San Siro, poi il derby di Coppa Italia mercoledì e il sabato successivo il Napoli di Sarri in casa. 

    Un programma fitto di impegni che non riesce però a cancellare l'amarezza di una situazione paradossale e insensata. La follia di un sindaco che decide di ignorare gli investimenti di un privato che pur di realizzare la sua opera si prende carico di tutta una serie di lavori di pubblica utilità che risolverebbero gran parte dei problemi dei cittadini di un quadrante della città completamente dimenticato dalla politica. 

    Un'area come quella di Tor di Valle, dove prima c'era un ippodromo passato alla storia anche attraverso un film ai romani particolarmente caro come "Febbre da Cavallo", ora è lasciata allo sbando. Una discarica a cielo aperto a cui la Soprintendenza romana all’Archeologia e alle Belle arti ha posto il vincolo sulla tribuna, ormai fatiscente, senza avere poi i fondi per poterla far tornare agli antichi (ha la bellezza di 57 anni) splendori. Una zona abbandonata a se stessa e priva di qualsiasi tipo di attrattiva. 

    La Roma ha deciso di riqualificarla, costruendo uno stadio e degli uffici nelle famose tre torri che porteranno ai romani un parco fluviale di 63 ettari, il prolungamento della metro B, la sistemazione della stazione di Tor di Valle, il collegamento con l’autostrada Roma Fiumicino attraverso un nuovo ponte sul Tevere, la riunificazione della via Ostiense e della via del Mare, un ponte pedonale e ciclabile per permettere di raggiungere lo stadio a piedi e la messa in sicurezza idrogeologica della zona. Cose che il Comune non potrebbe permettersi di fare viste le scarse capacità economiche. 

    L'ex assessore all'Urbanistica Berdini e il Movimento 5 Stelle cosa fanno? Pur di tagliare le cubature concesse alla Roma preferirebbero togliere alla società giallorossa l'obbligo di dover assolvere a qualcuno di questi compiti relativi alla pubblica utilità (con la riduzione delle cubature la Roma non sarebbe più vincolata a nessuno di questi compiti in base alla delibera di pubblico interesse firmata da Marino). 

    La riduzione delle cubature o addirittura l'annullamento della delibera di pubblico interesse firmata dall'ex sindaco Marino, la proposta di Grillo di cambiare zona e qualsiasi altra variazione al progetto dello stadio metterebbe i proponenti in condizione di poter fare una causa risarcitoria (con altissime possibilità di successo) al comune e a chi ha messo il veto. Qualora questo dovesse accadere, ci sarebbe il rischio di mettere in ginocchio la capitale d'Italia. Alla luce di tutto ciò, il Lione diventa un ostacolo di secondo livello. Il futuro della Roma si gioca al Campidoglio.
     

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