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  • Saha alla Lazio:| A luglio arriva Brayan Perea

    Saha alla Lazio:| A luglio arriva Brayan Perea

    Sorpresa Lazio, ecco Saha!
    Louis Saha, a sorpresa. Un attaccante sostitutivo, pronto per l’uso in attesa del ritorno di Klose. Un giocatore che può rivelarsi utile (si spera) nei prossimi quattro mesi. Un’operazione inattesa, nata nella notte di martedì. La Lazio ha stupito tutti tesserando un giocatore svincolatosi dal suo club (il Sunderland) nel mercato invernale, esattamente il 30 gennaio scorso. Con gli inglesi aveva un contratto sino al giugno 2013, è stato rescisso consensualmente. Sono stati avanzati dubbi sulla validità dell’operazione. Lotito, antesignano delle norme giuridiche e calcistiche, insieme al suo staff s’è limitato ad applicare il regolamento Fifa. E’ stato utilizzato l’articolo 6 per la precisione, regola il trasferimento dei calciatori: «Le norme consentono il tesseramento, se la gente non le sa leggere non è colpa mia. Studiatele», ha attaccato ieri il presidente.

    L’articolo 6 permette a un calciatore che si svincola dal proprio club di legarsi ad un’altra società. Ma ad una condizione: la risoluzione contrattuale deve avvenire entro la fine della finestra di mercato della società acquirente (in Italia il mercato ha chiuso il 31 gennaio, l’attaccante si è liberato il 30 gennaio). La Lazio è certa della riuscita del tesseramento, ha ottenuto il via libera dalla Figc.

    IL RETROSCENA – Saha alla Lazio, un attaccante con un passato glorioso, fatto di gol e vittorie in Premier League (84 reti in 288 apparizioni). Vuole rinascere, cerca la riscossa. Si è fatto conoscere nel Metz, in Inghilterra è esploso col Fulham, col Manchester United ha vinto una Champions e due scudetti. Ha segnato molti gol anche con l’Everton, ma è reduce da due stagioni complicate. Nel 2011-12 ha concluso il ciclo con l’Everton (18 presenze), nel gennaio 2012 è passato al Tottenham (10 presenze). E’ stata un’annata disgraziata: con gli Spurs ha accusato un calo, si era demoralizzato. Il Sunderland l’ha acquisito nell’agosto scorso, il francese ha avuto problemi con il tecnico Martin O’Neill. E’ stato utilizzato 11 volte, l’ultima presenza l’ha firmata l’8 dicembre contro il Chelsea. O’Neill l’ha sempre sganciato in corsa, tra di loro non c’era feeling. Saha nel 2013 non è sceso in campo, si è accomodato in panchina in Fa Cup, nel match contro il Bolton. Sono stati sollevati dubbi sulla sua tenuta fisica per via di due infortuni: un problema a un ginocchio (nel 2008) e un’operazione ad una caviglia (nel 2011). La Lazio è convinta della sua integrità, le visite mediche sono state superate. Saha è stato un top player, vuole tornare a esserlo. Ha trentaquattro anni e mezzo, è coetaneo di Klose (Miro è nato l’8 giugno 1978, Louis l’8 agosto 1978, due mesi dopo). La società l’ha scelto per rinforzare l’attacco, gli ha fatto firmare un contratto sino a fine stagione. Non sono previste opzioni di rinnovo, può guadagnarsi la conferma sul campo. Guadagnerà poco meno di 500mila euro, aveva ricevuto un’offerta dagli Stati Uniti, stava per firmare con l’Everton. Una telefonata di Lotito gli ha fatto cambiare idea subito: «Mi ha convinto, vengo alla Lazio».

    L’idea della Lazio è nata martedì sera. C’è stata una riunione a Formello, al tavolo erano seduti Lotito, Tare e Petkovic. Dirigenti e tecnico hanno lasciato gli uffici intorno a mezzanotte, la trattativa per Saha è partita in quei minuti. L’integrazione del piccolo fenomeno Keita non poteva bastare per ovviare all’assenza di Klose. Keita continuerà a fare la spola tra la squadra di Bollini e quella di Petkovic, deve riprendere contatto col campo (non ha giocato gare ufficiali per un anno), presto esordirà in serie A, nel frattempo parteciperà al torneo di Viareggio.

    L’EUROPA – Saha non sarà utilizzabile in Europa League (la lista Uefa è stata presentata l’1 febbraio, non esistono deroghe), potrà giocare in campionato e in Coppa Italia. Il francese è sbarcato a Roma intorno alle 11.30, ha effettuato le visite mediche in gran segreto. La trattativa s’è sviluppata di notte, la conferma s’è avuta grazie al tweet che l’attaccante ha pubblicato all’1.35: «Qualche buona notizia per me domani…». Lo aspettavano a Roma.

    Perea bomber a ritmo di salsa.
    Saha per tappare un buco, Perea per il futuro. Un attaccante navigato e un giovane di prospettiva, due operazioni targate Lazio. Saha rimarrà biancoceleste fino a giugno, Brayan Perea sbarcherà a luglio. Un giorno si presentò completamente rasato al campo di allenamento, iniziarono a chiamarlo “El Coco” (è il suo soprannome) perché assomigliava a “Cocoliso” (in Italia è conosciuto come Pisellino), il figlio di Braccio di Ferro, eroe di fumetti e cartoni animati. Perea è un talento del calcio colombiano, oggi porta la cresta, ha scelto il look caro a Neymar, il suo grande idolo: «Ma non è la cresta di Neymar, è la piccola cresta di Brayan Perea», si presenterà così.

    LA STORIA – Brayan, classe 1993, è grato a sua madre, la signora Agnes Deonilda Perea, l’ha cresciuto da sola: «Mi ha accompagnato durante la crescita, mi ha seguito in ogni partita. E’ molto importante nella mia vita», ha raccontato di recente il nuovo attaccante biancoceleste. Perea ama la musica, balla la Salsa: «Quella vecchio stile, la ascolto da quando sono nato, mia madre mi ha insegnato ad amarla e ad ascoltarla. Sento spesso le canzoni del gruppo “Gran Combo” di Porto Rico, sono i miei preferiti». Balla nella vita e balla in campo, ha fiuto per il gol, è nato attaccante. La musica gli scorre nelle vene, il pallone gli rimane attaccato ai piedi quando parte in progressione. I suoi cantanti preferiti, tutti sudamericani, sono Alberto Santiago, Hector Lavoe e Willie Colon. Perea è nato a Cali il 25 febbraio 1993, compirà 20 anni tra pochi giorni. Ha iniziato a giocare a 6 anni in una squadra di Barranquilla, arrivò al Deportivo Cali (la squadra che l’ha consacrato) grazie ad un’esperienza vissuta durante un Inter campus, strano ma vero: « Grazie a dio mi vide il professor Ricardo Martinez», rivelò un giorno. Fu scelto nel 2004, aveva 11 anni.

    IL SOGNO – «Ho sempre avuto voglia di giocare a calcio e di diventare professionista», ripete sempre il piccolo grande talento colombiano. Ha occupato vari ruoli da ragazzino, ha iniziato come ala destra, ha indossato il numero 10, col passare del tempo si è specializzato nel ruolo di centravanti: «Mia madre mi ha spinto a crederci, mi ha dato fiducia incondizionata, la devo ringraziare», è una delle sue frasi più ricorrenti. Il Deportivo Cali ha creduto in lui subito: «Il Deportivo mi ha permesso di crescere, mi sono affermato grazie a questo club, mi ha dato tutto. Vorrei far bene in Colombia e poi cercare un posto in Europa», ha raccontato Perea in un’intervista recente rilasciata nel Paese sudamericano.

    GLI IDOLI – Neymar è uno dei suoi idoli, lo è anche Zlatan Ibrahimovic: «E’ stato sempre un riferimento, il suo stile di gioco mi è sempre piaciuto. Ha temperamento, è un grande campione». Perea è fresco vincitore del torneo Sudamericano under 20, ha trionfato in finale con la sua Colombia contro il Paraguay. La Lazio l’ha soffiato a una nutrita concorrenza, lo seguivano in tanti. L’attaccante indosserà la maglia del Deportivo Cali sino a giugno, i biancocelesti lo tessereranno l’1 luglio. E’ alto 1,90, pesa circa 80 chilogrammi, il suo nome completo è Andres Perea Brayan Vargas. Il Deportivo ha cresciuto vari talenti, uno di questi è Muriel, il gioiello dell’Udinese (voleva anche Perea). Furono lanciati anche Freddy Montero, Jhon Kennedy Hurtado, Michael Ortega, Fabian Castillo: «Il Deportivo ha ottimi giocatori, le divisioni calcistiche minori sono guidate da validi istruttori ed è per questo che in tanti riescono ad arrivare nel calcio internazionale», ha spiegato Perea in una delle confessioni concesse nel suo Paese.

    I MODELLI – E’ il futuro della Lazio, una delle nuove promesse del calcio colombiano: «Ho lavorato molto da piccolo, ho avuto ottimi istruttori, ecco perché sto raccogliendo i frutti. Il processo di crescita mi ha permesso di specializzarmi nel ruolo di attaccante». Il primo allenatore che ha creduto nel “Coco” è stato Jaime de la Pava, ha allenato anche il Betis Siviglia nel 2010: «Mi ha dato l’opportunità di giocare. Mi segnalò lui ai tecnici di prima squadra». Il Deportivo negli ultimi anni ha cambiato tanti tecnici: «Io ho assimilato gli insegnamenti di tutti». In Colombia lo chiamano l’artigliere verdiblanco, presto sarà biancoceleste.


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