Passa, il tempo. Ma non cancella né l'amore né il ricordo di Marco Simoncelli, scomparso il 23 ottobre scorso sul circuito di Sepang, Malesia.

Con dignità pari a uno spirito generoso, la sua bellissima famiglia e i suoi milioni di tifosi alimentano la memoria del campione: l'intitolazione del palasport di Coriano di Romagna, la Fondazione Simoncelli creata dai genitori e dagli zii, le iniziative concrete di solidarietà per il prossimo, intraprese nel nome del ragazzo che sorrideva.

Marco era un appassionato tifoso rossonero e oggi, in occasione della gara interna con il Lecce, il Milan gli riserva un tributo che onora la società campione d’Italia nello stesso modo in cui è stato applaudito il Napoli, assieme ai suoi tifosi, quando il San Paolo si è inchinato alla memoria del motociclista. E ogni volta che negli stadi italiani è apparsa la sua immagine l'applauso del popolo del calcio è stato un moto dell'animo.  

La circostanza milanese non è casuale. Il 23 ottobre, nel Salento, si giocò la partita d’andata fra le due squadre e i rossoneri, molti dei quali amici del romagnolo, scesero in campo con il cuore scioccato.

A San Siro, un girone dopo, cinquantotto bambini della scuola calcio Milan di Coriano, sfilano in campo e indossano una maglietta con il volto di Marco, per ricordarlo e per applaudirlo assieme a tutti i presenti allo stadio. Cinquantotto, come il numero di Simoncelli, divenuto ormai un simbolo universale di riconoscimento della gente del Sic.

Le cronache del campionato più bullo del mondo ci riservano spesso racconti diversi, popolati di razzisti, cialtroni e ignoranti.

Il tributo del Milan a Simoncelli dimostra che un altro calcio è possibile. I bambini ci guardano, non bisognerebbe dimenticarlo mai. 

Anche nel nome di un ragazzo che era uno di noi. Per questo, è così amato.

Xavier Jacobelli

Direttore Editoriale ww.calciomercato.com