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  • Sassuolomania: sette partite e un luogo comune

    Sassuolomania: sette partite e un luogo comune

    • Luca Bedogni
    Ci restano sette partite. Sette partite per capire come andrà a finire la telenovela neroverde, questo interminabile che ne sarà di noi. Quattro big match: Milan, Atalanta, Juve e Lazio. Poi avrà più senso parlare. O per lo meno un senso diverso, più pieno. Tutti avremo una visione più completa. Si potranno fare i bilanci veri.

    Ad oggi il Sassuolo è una squadra che se non può più rompere il muro delle prime sette, nella classifica che abbiamo sotto gli occhi, comunque sa di averlo fatto, e in vari modi. Sa di poterlo rifare. Non avrebbe pareggiato col Napoli al ritorno per esempio, dopo aver vinto all’andata al Maradona. Non avrebbe messo sotto l’Inter capolista, dopo averne presi tre all’andata. Ebbene, diamo valore a questo finale di stagione. Cosa vorrebbe dire continuare a fare grandi prestazioni contro le big? Come era decisivo gennaio potrebbe esserlo anche questo fine aprile e inizio maggio. Allora non riuscimmo a tirare realmente le somme (tutto andò per il verso sbagliato), oggi invece forse si può, e probabilmente anche si deve. Saranno dunque diverse le partite con Milan e Atalanta, diverse quelle con Juve e Lazio, prepariamoci a un possibile crescendo. E a quel punto, se il Sassuolo dovesse tornare a stupire (come peraltro ha già ripreso a fare), chi si prenderebbe la responsabilità di interrompere questo progetto, che ha ancora evidenti margini di crescita? Volete una prova di quanto vado  sostenendo? A me sembra che il Sassuolo sia già in grado di sostituire Locatelli senza alcun contraccolpo tecnico. Mi rendo conto di spararla grossa, ma è quello che dice il campo. Non avrei mai scritto a cuor leggero una cosa del genere lo scorso anno.   

    De Zerbi d’altra parte si guarda intorno e vede pochi allenatori andare avanti dopo il terzo anno. Io se è per questo vedo pochi allenatori come De Zerbi in Italia, non mi stupisce che non trovi un raffronto valido in cui potersi rispecchiare. Ma lui lo ripete spesso ultimamente, aggiungendo che un motivo ci sarà. Giusto che rifletta su questa cosa. È giusto interrogarsi sui luoghi comuni. Su quello che dice e consiglia la gente, giornalisti compresi. È una riflessione sincera quella che fa, quasi un pensiero fisso che condivide ad alta voce. Ma è sovrastruttura. L’unica cosa che conta realmente è la possibilità di perfezionare la rosa. Ancora e coerentemente, con la stessa perspicacia e passione. 

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