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  • Sassuolomania: storia dei terzini destri neroverdi, da Vrsaljko a Zortea

    Sassuolomania: storia dei terzini destri neroverdi, da Vrsaljko a Zortea

    • Luca Bedogni
    È dall’addio al Sassuolo di Vrsaljko che fatico ad apprezzare fino in fondo i terzini destri neroverdi che si sono succeduti. Sono leggermente insoddisfatto dal 2016 per quanto riguarda questa materia fatta di diagonali, sovrapposizioni e cross. Facciamo dunque un riepilogo, una sorta di fiera dell’est dei terzini neroverdi.

    Dopo Vrsaljko venne Lirola, che restò tre anni e sbocciò nell’ultimo (senza convincere mai del tutto, a mio avviso, nonostante i 2 gol e i 7 assist). Poi Lirola passò alla Fiorentina, per andare a perdersi a Marsiglia fino all’attuale prestito con l’Elche. La sua stagione migliore rimane la prima di De Zerbi, questo va sottolineato a conferma del fatto che chi vedeva in lui un fenomeno si sbagliava di grosso.

    Dopo Lirola ne arrivarono due, diversi uno dall’altro, ed entrambi a prima vista interessanti: Toljan e Muldur, che vestono ancora la maglia del Sassuolo. Alla prima stagione, cioè il secondo anno di De Zerbi(19/20) forse diedero il loro meglio, in particolare il turco che stupì tutti con un girone di ritorno da bella promessa. Segnò 2 gol e firmò 3 assist in 24 presenze. Aveva gamba e vedeva la porta, si diceva questo all’epoca. Ma l’anno dopo? Floppeggiò decisamente, visti i presupposti e le aspettative che aveva generato. Per non parlare del primo anno con Dionisi, dove per confermarsi si confermò, ma in negativo, cioè replicando la stagione flop (ancora solo un assist in 31 presenze). Purtroppo non ha avuto modo di mettersi in mostra in questa stagione, essendosi infortunato gravemente alla prima giornata. 
    Quanto a Toljan, che dire? È il re del compitino, ‘-ino’ in tutto. Da qui la sua fortuna con Dionisi, che lo ha promosso a titolare inamovibile e ne ha bloccato in parte il raggio di azione. D’altronde non è che Toljan quando arriva sul fondo o taglia in sovrapposizione interna sia particolarmente pericoloso, gli è sempre mancato quel quid, quel misto di lucidità e cattiveria nell’ultimo passaggio o nel tiro. 

    A voler tracciare una costante, tutti questi successori di Vrsaljko, oltre a essere meno completi in generale sia fisicamente che tatticamente, difettano nel fondamentale in cui spiccava il terzino croato: il cross. Il cross preciso per la testa di qualcuno. Si può migliorare come gesto tecnico, ma per alcuni è più facile. Più naturale. Vi sarete accorti che nella fiera dell’est dei terzini neroverdi non ho inserito l’ultimo arrivato, cioè Zortea. L’ho fatto di proposito perché volevo introdurlo proprio in questo momento, quando siamo arrivati a parlare di cross. Tecnicamente, Zortea è il miglior crossatore che il Sassuolo ha visto dai tempi di Sime. L’assist di ieri per Henrique non mi sorprende affatto. Me ne ero accorto da subito, fin dalle sue prime apparizioni dopo l’arrivo in gennaio. Tant’è vero che sembrava di aver acquistato un titolare indiscutibile, andate pure a riprendere quei pezzi pieni di ottimismo. In realtà non è andata così, si è messo in mezzo l’amore di Dionisi per Toljan, che una volta recuperato dall’infortunio si è ripreso il posto e Zortea è sparito. Peccato, un crossatore vero adesso ce l’avremmo…

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