Scommesse: stangare i milionari colpevoli o il calcio fa la fine del ciclismo dopato
Mentre infuria la bufera e, definire un verminaio il caso scommesse rischia di essere un mero esercizio consolatorio, giova mettere alcuni punti fermi in capo alle ore più drammatiche mai vissute dallo sport che, secondo le ultime indagini di mercato, almeno 48 milioni di italiani seguono a vario titolo.
Punto 1) Sbaglia chi pensa che il peggio sia passato, dopo i 19 arresti eseguiti stamane; le perquisizioni a casa Conte e a Coverciano; Conte, Bonucci, Criscito e Mezzaroma indagati, foto e video con e degli zingari; 15 pentiti che fanno a gara per raccontare le loro verità allo scopo di sfangarla. Venerdì 1 giugno, l'inchiesta Last Bet compirà un anno: è partita da Cremona, si è diramata in mezza Italia, in Europa e a Singapore, ma in giugno arriveranno altre mazzate da Bari e da Napoli. E, dicono, saranno mazzate ancora più dure.
Punto 2) Come ha giustamente sottolineato stamane il procuratore Di Martino, bisogna fare molta attenzione a non mettere sullo stesso piano i provvedimenti d'arresto con gli avvisi di garanzia. Un avviso di garanzia non equivale a una sentenza di colpevolezza, ma è un atto dovuto nei confronti di chiunque sia chiamato in causa da un'inchiesta della magistratura. Con la possibilità di essere scagionato.
Punto 3) La presunzione d'innocenza deve essere salvaguardata per tutti, nessuno escluso, sino a quando le sentenze non saranno passate in giudicato.Ma, nel momento in cui i tribunali sportivi saranno chiamati ad emettere i loro verdetti, questi dovranno essere durissimi a carico dei milionari viziati, strapagati e strafottuti che saranno risultati colpevoli di avere imbrogliato. Di avere calpestato la passione e l'amore per il calcio di milioni di tifosi. Di avere imbrogliato, truffato, derubato gli scommettitori legali.
Punto 4) I colpevoli dovranno essere radiati, senza se e senza ma, così pure dovrebbero essere radiati i pentiti, anche se sappiamo che, proprio in virtù della loro collaborazione, otterranno sconti di pena. La speranza è che, a radiarli sul campo siano tutti i club, nessuno dei quali, presumibilmente, vorrà più avere fra i piedi gente che si è venduta l'anima, oltre che le partite.
Punto 5) Escludendo dagli Europei Criscito e Bonucci (la decisione riguardante l'ex barese viene ufficializzata in queste ore) dagli Europei, Prandelli e la Federcalcio hanno fatto la cosa giusta. L'unica, peraltro, che restasse loro da fare, ferma restando la sacrosanta presunzione d'innocenza di cui sopra. Nei prossimi giorni, il difensore dello Zenit San Pietroburgo avrà altri pensieri per la testa, dovendo spiegare molte cose ai giudici: concentrarsi su Spagna, Croazia e Irlanda gli sarebbe stato impossibile.
Punto 6) Nè la Federazione nè la Lega nè i presidenti, soprattutto quelli noti perchè dicevano che lo scandalo delle scommesse fosse un'invenzione mediatica, commettano l'errore di sottovalutare questa gigantesca porcheria che ha già inflitto danni pesantissimi all'immagine del nostro calcio, proprio alla vigilia degli Europei così come fece Calciopoli nel 2006 prima dei mondiali tedeschi. Basta dare un'occhiata ai siti inglesi, spagnoli, francesi e sudamericani per rendersene conto.
Se stavolta il calcio italiano non fa tabula rasa, non fa pulizia, non estirpa questo cancro, il suo destino è segnato. Farà la fine del ciclismo, umiliato dal doping.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com