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  • Sconcerti a CM: 'Alla Juve manca solo una cosa per essere competitiva: Dybala. Con quale criterio è stato mandato via?'

    Sconcerti a CM: 'Alla Juve manca solo una cosa per essere competitiva: Dybala. Con quale criterio è stato mandato via?'

    • Furio Zara
      Furio Zara
    Sconcerti, al netto del gol annullato e della vittoria sfumata - poi ne parliamo - a che punto è la Juve?
    «E’ una Juve ancora brutta. E c’è una domanda che non trova risposta»

    Quale?
    «Ma con quale criterio hanno lasciato andare via Dybala?».

    In effetti.
    «Dybala è esattamente ciò che manca oggi alla Juve per essere competitiva».

    Intanto viene il sospetto che forse è meglio se Milik e Vlahovic giochino assieme.
    «Con Milik accanto a Vlahovic la Juve gioca certamente meglio. Ma se tu tieni Milik, Vlahovic e Kostic allora diventa un problema, perché l’unico che tiene su la baracca dal punto di vista tattico è Cuadrado. E’ sempre lui che entra nelle azioni decisive. Le due punte, più Cuadrado a destra e Kostic a sinistra, bene. Poi serve equilibrio in mezzo».

    Mi sembra che la squadra più deludente - misurando le aspettative - sia finora la Fiorentina.
    «La squadra è buona, può arrivare tra il 6° e 9° posto. Italiano va benissimo ma ha solo una visione del calcio, sia che giochi col Monza che con la Juve. Sempre il 70% del possesso palla, ma tura due volte in porta. Gioca come il Barcellona di Guardiola, ma senza avere Messi, Xavi, Iniesta eccetera».

    La sorpresa invece è l’Udinese.
    «Io sono rimasto colpito dalla fisicità e dalla capacità di andare in porta dei centrocampisti dell’Udinese, da Lovric a Samardzic. Avere dei centrocampisti che segnano è un valore aggiunto».

    Noto un diffuso nervosismo tra gli allenatori. Sarri che mostra il dito medio, Giampaolo che dà del cogli*** all’arbitro, Spalletti polemico anche se vince.
    «Ci sono stati molti errori arbitrali nel week end, dipende un po’ anche da quello. E dal fatto che sia un campionato senza guida. Ciò alza il livello di responsabilità degli allenatori, sanno che nessuno gli perdonerà nulla».

    Una squadra-guida - questo campionato - è destinato a trovarla presto o tardi?
    «Sinceramente non lo so. Per ora mi sembrano tutte squadre imperfette, compreso il Milan. Una cosa è Pobega e una cosa è Bennacer. E’ un Milan che deve affidarsi sempre all’eccezionalità di Leao. Ci tanti sbalzi di continuità, ma è normale. Dopo la Champions hai il diritto di non giocare bene. Eppure i tifosi contestano pure le vittorie di misura».

    I tifosi contestano per natura.
    «Guarda, lo scudetto ha cento e passa anni, noi per settanta-ottanta anni praticamente non abbiamo visto calcio, perché vedevi solo la tua squadra una volta alla settimana e solo se andavi allo stadio, e abbiamo inventato il Bar Sport, discutendo su ciò che non vedevamo. Ora vedi tutto, ma il tutto non corrisponde alla tua opinione. In realtà siamo tutti di parte, questo dobbiamo accettarlo, ma è così faticoso».

    E’ arrivato il momento di parlare di Var.
    «Se mi chiedi se era gol quello della Juve ti rispondo di sì, chiaro. Ma la vera morale di ieri è il Var ci fa capire che gli arbitri sono costretti a pendersi una responsabilità che prima non avevano. Tu lo ricordi un gol della vittoria annullato nel recupero in casa della Juve contro una piccola come la Salernitana? Io no».

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