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Sconcerti a CM: 'Ronaldo con Sarri, così cambia la Juve. L'Inter è dietro al Napoli. Quando comprai Mihajlovic...'

Sconcerti a CM: 'Ronaldo con Sarri, così cambia la Juve. L'Inter è dietro al Napoli. Quando comprai Mihajlovic...'

  • Furio Zara
    Furio Zara
Dall'angoscia di Mihajlovic all'attesa per il nuovo Cristiano Ronaldo, da James Rodriguez che sembra fatto per giocare nel Napoli alla sensazionale campagna acquisti del Real Madrid. Di questo e di altro, stimolati dalle domande dei nostri lettori, abbiamo parlato con Mario Sconcerti nel consueto appuntamento di «100° Minuto».

Sconcerti partiamo dalla notizia di queste ultime ore. La rivelazione choc di Mihajlovic sulla sua malattia.
«E’ una vicenda terribile, perché Mihajlovic sembra tutto fuorché uno che possa ammalarsi. E’ l’emblema della vitalità. Lo conosco bene, quando ero dirigente alla Fiorentina, vent’anni fa, l’avevo acquistato. Sinisa giocava nella Lazio, l’avevo scambiato con Torricelli. Mi telefonò e mi disse che sarebbe venuto senza prendere una lira in più. Lo voleva Mancini, che era l’allenatore della Fiorentina. E’ uno dei pochi con cui non ho litigato. E’ uno che ha molta voglia di dare. E’ una gran bella persona, gli auguro il meglio e di tornare presto in campo».

Parliamo di calcio. E’ tornato Cristiano Ronaldo. Come può funzionare l’alchimia con Sarri?
«O andrà tutto bene o tutto male. Non credo ci siano vie di mezzo, come ci sono state con Allegri. Sarri è meno politico e meno elastico di Allegri. Se dovessero nascere dei problemi, credo che non si potrebbe nasconderei per molto tempo. Ma credo che per Cristiano Ronaldo questa sia la vera grande occasione per realizzarsi in una grande società che non fosse il Real Madrid. La Juve è pronta, ma dipende molto da lui».

Dove pensi giocherà?
«Non starà nel mezzo, Cristiano starà nella sua posizione, defilato a sinistra. In mezzo credo che alla fine giocherà Dybala, più vicino alla porta».

Come la immagini una coppia d’attacco con Higuain? E se dovesse arrivare Icardi, credi che lui e Cristiano possano funzionare? 
«Vanno bene entrambi, basta che accettino di non essere i numeri uno, ma i numeri due. Icardi gioca in venti metri, per lui cambierebbe poco. Higuain dovrebbe alzare di più la testa e pensare meno a se stesso. Ma sarebbe un bello scegliere».

Credi che l’Inter - con gli acquisti di Lazaro, Barella, Godin e forse Lukaku - abbia ridotto le distanze dalla Juventus?
«L’Inter ha preso tutti ottimi giocatori. Ma anche gli altri club hanno ottimi giocatori. L’Inter è migliorata rispetto all’anno scorso, ma credo che Juve e Napoli siano ancora avanti».

Che Napoli sta nascendo?
«Molto dipende da James Rodriguez: se lo prendono fanno un salto di qualità. E’ un giocatore diverso, perfetto per il Napoli. Speranza di crescita definitiva di Insigne e oggi Fabian Ruiz è uno dei tre migliori centrocampisti italiani, quasi al livello di Pjanic. E’ un giocatore, lo spagnolo, che può davvero fare la differenza. Il Napoli al momento è l’unica squadra davvero pronta della serie A. E in più va detto che, tra gli allenatori di vertice, Ancelotti è l’unico che si presenta alla partenza con un anno di esperienza».

E’ cambiato qualcosa alla Roma?
«E’ una squadra che ha dei ragazzi di livello europeo, ma restano comunque ragazzi. Il centrocampo con Pellegrini, Zaniolo, Diawara è interessante, ma non ha tanto spessore. E poi bisogna capire che fine farà Dzeko. Se resta è un valore, se parte bisognerà prendere qualcuno alla sua altezza. E non sarà affatto facile».

All’estero il Real Madrid ha speso 300 milioni. Hazard, Rodrygo, Mendy, Militao, Jovic: i «Blancos» hanno messo in fila una batteria di fuoriclasse.
«Il Real Madrid aveva bisogno di cambiare, era arrivato a fine ciclo. Era un Real pallido quello degli ultimi tempi, certo, ora ha preso campioni già affermati o che stanno per diventarlo, ma poi a parlare sarà sempre il campo».

Chiudo con una curiosità: c’è un giocatore straniero che ti piacerebbe vedere in serie A?
«Te ne dico uno straordinario: Trent Alexander Arnold, l’esterno del Liverpool. Avanza come un’ala e ragiona come una mezzala, ha vinto quasi da solo la finale di Champions. In lui ho visto la versione europea di Dani Alves e di Marcelo, giocatori che oggi sono fondamentali per quello che fanno in campo e per come lo fanno».
 

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