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  • Sodinha a CM: 'Dalle feste con Ronaldinho all'idea del ritiro. Ma ora sono pronto per il Modena'

    Sodinha a CM: 'Dalle feste con Ronaldinho all'idea del ritiro. Ma ora sono pronto per il Modena'

    A 31 anni Felipe Sodinha si rimette in gioco e riparte dal Modena: “È una piazza importante con una grande storia - racconta il brasiliano a calciomercato.com - Negli ultimi anni ha vissuto momenti difficili, ora è pronta per tornare in alto”. Un anno di contratto e la voglia di spaccare il mondo: “Ho avuto anche altre proposte da, tra le altre, Giana, Renate e Pavia. Ma quando ho ricevuto quella del Modena non potevo rifiutare”.

    E' PRONTO - Sodinha non vede l’ora di (ri)cominciare. L’occhio cade subito sulla pancia, ma ora è tutta un’altra storia: “Adesso mi sento in forma”. La voglia di regalare pennellate come solo lui sa fare, quel mancino telecomandato col quale fa quello che vuole. Se ne accorse subito l’Udinese, era il 2007: “All’inizio non è stato facile, poi in Italia ho trovato una vera e propria seconda famiglia”.

    LE FESTE A MILANO - Il Paese se lo girava in lungo e in largo, giocava a Bari ma ogni week end andava a Milano: “È vero. Tutte le volte dopo le partite prendevo la macchina e salivo”. Bari-Milano, andata e ritorno. Voglia di svagarsi e divertirsi lì dove aveva tutto a disposizione. Case comprese. Quella di Ronaldinho, precisamente: “Mi sono ritrovato alla sua festa di compleanno a casa sua”. Come in un film: “Casa bellissima, festa molto brasiliana. C’erano tutti i suoi compagni del Milan. Lo guardavo per tutto il tempo, non ho mai smesso un attimo di fissarlo. Per me è sempre stato un idolo, non mi sembrava vero di averlo lì vicino a me”. Qualche festa di troppo, i chili aumentavano e il calcio passava in secondo piano. Lezione imparata, oggi ammette: “Quello che mi ha penalizzato all’inizio è stata la testa non il fisico. I gol più belli li ho fatti quando ero fuori forma”.


    MALEDETTE GINOCCHIA - Dalle feste al campo, tra il 2008 e il 2010 cambia quattro squadre e totalizza meno di 20 presenze. Ritorno alla realtà: “Mi sarebbe piaciuto restare ad alti livelli, ma le cose sono andate diversamente. Non è stata solo colpa del mio carattere e delle mie esagerazioni, ho avuto problemi fisici importanti”. L’inizio della fine: “Gli infortuni alle ginocchia sono stati quelli che mi hanno penalizzato di più”. Maledette ginocchia: “Hanno complicato tutto”.

    L'ADDIO AL CALCIO - La rinascita a Brescia nel 2012: “È stato il punto più alto della mia carriera”. Tre stagioni da titolare, oggi si emoziona ripensando a quell’esperienza: “Ho ricordi bellissimi. Lì è casa mia, quando posso vado a vedere la squadra allo stadio”. Sodinha sorrideva e soffriva in silenzio, quelle ginocchia non gli lasciavano tregua: “Ero stanco, avevo perso le motivazioni e le ginocchia mi facevano malissimo. Avevo deciso di dire addio al calcio perché non sopportavo più il dolore”. Si vedeva già procuratore, giacca, cravatta e qualche intuizione: “Mi piacerebbe in futuro, sto già parlando con qualche giocatore”.

    LA RINASCITA - Il presente però dice che Sodinha è ancora un giocatore, e che giocatore. Decisivo l’incontro con la fede: “Mi ha aiutato tantissimo, soprattutto nel momento in cui ho lasciato il calcio. È stato grazie alla religione se ho trovato la forza di ricominciare”. Ancora una volta, da capo. Da Modena. La terza vita di Sodinha è già iniziata. L’occhio cade sulla pancia, quella che probabilmente non andrà mai via. Ma anche i piedi, per fortuna, rimarranno sempre quelli.
     


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