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  • Spiagge piene, movida e persino risse: ma siete matti? Il virus non è uno scherzo

    Spiagge piene, movida e persino risse: ma siete matti? Il virus non è uno scherzo

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    Le immagini che stanno arrivando in queste ore da un numero impressionante di città italiane mettono i brividi e pongono un interrogativo. Gli oltre sessanta giorni che abbiamo trascorso praticamente in gabbia perché possibili vittime della pandemia del secolo erano in realtà il pretesto per realizzare la più grande puntata di “Scherzi a parte” con protagonisti tutti i cittadini d’Italia?

    In caso contrario è pressoché impossibile spiegare e men che meno giustificare ciò che sta accadendo e che viene mostrato da Brescia a Savona, da Perugia, da Roma, da Verona a Mondello tanto per limitarci ai casi più clamorosi. Piazze invase letteralmente da eserciti di “sprizt dipendenti”, perlopiù giovani e giovanissimi, privi di mascherine e indifferenti alla regola sul mantenimento delle distanze. Baristi e gestori di pub imbarazzati e impotenti a fronte di tali invasioni. Nella piazza principale di Perugia, ad un certo punto, è persino scoppiata una gigantesca rissa che ha coinvolto almeno un centinaio di ragazzi. Il film in arrivo dalla spiaggia palermitana di Mondello, poi, sembrava uno di quei servizi giornalistici televisivi realizzati a Ferragosto. Uomini e donne in costume a fare mucchio, senza alcun tipo di protezione, lungo la battigia e grappoli di bambini in acqua.

    Uno spettacolo che non è sfuggito ai sindaci delle rispettive città i quali però, oltre a incazzarsi e minacciare a casino in corso, dovrebbero fare in modo di organizzare rigide misure preventive. Scrivo dalla Versilia e, pur essendo soltanto stato adottato da questa terra, devo ammettere di essere orgoglioso per il comportamento dei suoi abitanti. Arenili quasi deserti e innocenti  passeggiate sul lungomare, tutti ben distanziati e con mascherine. Lombardi e russi non sono ancora scesi per aprire le loro seconde case e i toscani, evidentemente, possiedono nel loro Dna la prudenza suggerita dalla peste così ben descritta dal Boccaccio nel Decamerone. Una mosca bianca tra tante impazzite.

    Francamente non riesco a farmi una ragione di quello che non è più un rischio calcolato, come lo ha definito il premier Conte, ma un’autentica roulette russa con pistole caricata a proiettili veri. E’ vero che i giorni della clausura sono stati tremendi in particolare per i giovani i quali non vedevano l’ora di sfogare le proprie energie represse, anche se non è con un aperitivo con gli amici che si supera il trauma. Ma deve essere ben chiaro a tutti che, in questo modo scellerato, la festa appena cominciata rischia di finire molto presto e cioè tra dieci-quindici giorni quando arriveranno i dati relativi alla curva del contagio in Fase 2. Molti e troppi si stanno comportando come se il virus fosse stato debellato o, peggio ancora, come se fossimo stati tutti i protagonisti di ”Scherzi a parte”. Peccato per costoro perché i contagiati, i malati e le famiglie dei più di trentamila morti loro malgrado rappresentano la testimonianza che non è così.

    @matattachia

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