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  • Thohir: 'In attacco può arrivare uno tra Dzeko, Morata e Torres. Derby a Singapore? Magari...'
Thohir: 'In attacco può arrivare uno tra Dzeko, Morata e Torres. Derby a Singapore? Magari...'

Thohir: 'In attacco può arrivare uno tra Dzeko, Morata e Torres. Derby a Singapore? Magari...'

Premiato dall'Istituto delle Camera di Commercio Italiana di Singapore come miglior investitore asiatico nel nostro Paese per il suo acquisto della maggioranza dell'Inter, Erick Thohir ha parlato della sua avventura alla guida dell'Inter: 

Ma perché Thohir ha scelto proprio la Serie A anziché la Premier League o altri tornei?
"L'Italia è uno dei Paesi più grandi per quel che riguarda il calcio, e sono convinto che a breve il campionato italiano tornerà a competere con gli altri tornei europei come la Bundesliga e la Liga. Questo investimento arriva al momento giusto: l'obiettivo per i club italiani adesso è quello di diventare sempre più orientati verso il business, inoltre l’ambiente vuole cambiare le strategie per competere con le altre leghe europee. Con gli altri presidenti e proprietari che ho incontrato sento che c’è la volontà di raccogliere insieme la sfida di mostrare che la Serie A è uno dei migliori tornei del mondo”.

 

I Moratti sono legati all’Inter da generazioni, da Angelo negli anni ’60 a Massimo negli anni ’90. Come si sente lei ad investire in quello che è un affare di famiglia o in qualcosa di molto simile? In Indonesia ha già trovato situazioni simili?
"I Moratti sono famosissimi in Italia, e quando ho incontrato Massimo Moratti e suo figlio abbiamo discusso a lungo e abbiamo capito di avere la stessa visione e la stessa chimica su come competere con gli altri club del mondo. Abbiamo capito che c’è bisogno di rendere i club più efficienti a livello di profitti dobbiamo essere molto professionali ma allo stesso tempo anche essere una famiglia. Essendo solo professionali perdi il senso dell’imprenditoria, se ragioni troppo da famiglia perdi la professionalità.La nuova industria del calcio si basa tutta su numeri e statistiche, non più sui sentimenti o decisioni fatte per la gente. Questo è quello in cui crediamo io e i miei partner; il modo in cui dirigiamo la nuova Inter è basato su decisioni collettive, sui dati e sugli obiettivi, con premi e punizioni".


La gente crede che lei possa portare una ventata di aria fresca e di novità nel mondo del calcio italiano, in quanto primo investitore asiatico e uno dei primi stranieri. Cosa pensa di portare del pragmatismo asiatico all’interno del calcio italiano?
"Molte delle entrate dei club italiani vengono dall’interno, tra diritti tv e sponsor. Qui ci sono le fondamenta, ora la domanda è: come si fa a competere con gli altri grandi club nel mondo? Questi hanno la maggior parte degli introiti provenienti dall’estero, a differenza dei club italiani. E’ una cosa buona investire nell’Inter come nella Juventus o nel Milan, perché questi tre club hanno un forte brand, una grande storia e ottime fondamenta. La grande opportunità è portare questi tre club a competere con gli altri grandi club mondiali. Per avere un buon contenuto, devi creare una buona qualità delle partite. L’orario delle partite dovrebbe essere favorevole agli spettatori asiatici. Se guardiamo agli altri campionati, si nota che quello asiatico è diventato il principale mercato: molte partite del campionato inglese sono giocate in un orario favorevole per gli spettatori asiatici, come le 19 che là è l’ora di pranzo. In Italia soprattutto le partite migliori si giocano in notturna per noi, e le partite al pomeriggio italiano il più delle volte non sono quelle importanti. Quanto può essere grande il bacino d’utenza? Dobbiamo trasformare tutti insieme il nostro piano d’affari. L’Inter di sicuro è un top brand mondiale, siamo tra i primi 15 al mondo. Ma io e l’Inter non pensiamo pensare in prima persona singolare, ma in prima persona plurale: non solo alla squadra, ma anche alla Serie A. Leggendo un giornale qualche giorno fa, ho visto che la Mlb gioca in Australia, la Nba porta due partite di campionato a Londra hanno fatto la pre-stagione nelle Filippine.  La Serie A se vuole rilanciarsi deve fare lo stesso; magari un giorno avremo Inter-Milan giocata a Singapore”.


Cosa pensa relativamente alle capacità degli italiani in tema di industria e affari? Che idee ha delle forze e anche delle debolezze del nostro Paese?
“Non voglio fare il politico per l’Italia, per me è un Paese che deve risolvere da solo i propri problemi politici. L’Italia produce molte cose efficienti, produce macchine di alta qualità, ottima cucina, ed è una delle principali mete turistiche del mondo. Non sono tanti i Paesi che hanno opportunità del genere. Avete già un ottimo brand e stile di vita, è impossibile paragonare l’Italia ad altri Paesi. Credo che nei prossimi due anni gli imprenditori italiani devono essere i nuovi Marco Polo; penso che sia il momento giusto, perché l’Europa sta lentamente tornando ai vertici e l’Italia deve essere parte di questo grande passo.  Come Paese ne ha l’opportunità, avete i migliori brand del mondo”. 
 

Lei ha sempre detto di volere dimostrare qualcosa, di essere appena arrivato. Qual è il suo obiettivo o uno dei traguardi che si è prefissato per i prossimi due anni a Milano?
"L’obiettivo principale ora è quello di rendere l’Inter un club in salute. E’ un periodo di transizione che durerà 2-3 anni. Stessa cosa per la squadra: abbiamo cominciato a costruire una squadra nuova, iniziando da gennaio con l’acquisto di Hernanes. Abbiamo ingaggiato anche Nemanja Vidic, uno dei più forti difensori d’Europa, e avremo anche altri giocatori in più oltre ai trasferimenti di gennaio. L’obiettivo è tornare in questi due-tre anni in Europa, arrivare in questo periodo di tempo alla Champions League. Questo è l’obiettivo necessario da raggiungere. Allo stesso tempo, dobbiamo bilanciare l’età media della rosa, che deve essere di 26.5 anni. E dobbiamo anche bilanciare la formazione, non possiamo essere scoperti in alcune posizioni perché quando giochi in Europa, raddoppi improvvisamente gli impegni, arrivando anche a giocare 2-3 gare a settimana. Bisogna quindi avere 22-24 giocatori della stessa qualità, e non è facile".


Nei giorni scorsi Thoir aveva rilasciato una breve intervista all'emittente indonesiana Arenabola:

Come valuta questa stagione?
"Ho detto ai giocatori che le ultime partite per noi sono importanti per valutarli e spero che questi giocatori siano gli stessi della prossima stagione

Quali giocatori acquisterete per la prossima stagione?
"La speranza è arrivare a un calciatore di livello europeo. Dobbiamo prendere un attaccante, le voci indicano giocatori come Dzeko, Morata e Torres, sarebbe un bene se uno di loro venisse da noi".

Perché ci sono pochi giocatori italiani nell'Inter?
"La storia dell'Inter è stata costruita da stranieri che vogliono la stessa opportunità e sono diventati grandi giocatori. Insieme al nuovo management e a Massimo Moratti cercheremo di prendere qualche giocatore italiano, ma in base alla nostra filosofia, non siamo obbligati ad avere italiani in squadra".

Oltre ad una punta avete anche bisogno di altri giocatori in altri ruoli?
"Sì, è vero, abbiamo bisogno anche di un centrocampista per la prossima stagione. Ma per il momento non c'è nulla di concordato, parlerò soltanto quando l'obiettivo individuato avrà firmato il contratto".

Mazzarri sarà l'allenatore dell'Inter anche il prossimo anno?

"Voglio ancora dargli il mio sostegno, come ho già detto. Se non avessi avuto fiducia in lui, lo avrei allontanato qualche mese fa. A fine stagione, poi, valuteremo i giocatori insieme allo staff tecnico, per preparare la prossima stagione e costruire il futuro dell'Inter".


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