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Toromania: è tornato il Toro, è tornata la voglia di derby
Negli ultimi anni, pur essendo la stracittadina sempre sentitissima, non si era mai vista questa corsa al biglietto, tanto che la curva Primavera è stata sempre divisa, se non addirittura consegnata interamente ai tifosi bianconeri. Cos'è che allora è cambiato rispetto agli altri anni? Il Toro.
Che sotto la guida di Ventura il Torino abbia ottenuto risultati importanti che da queste parti non si vedevano da tempo è un dato oggettivo, ma lo è anche che in quella squadra una consistente parte della tifoseria non si è mai riconosciuta. O meglio, non ha mai riconosciuto il Toro, né lo spirito d'appartenenza e quell'atteggiamento tremendista che ne ha contraddistinto la storia. “Il cuore granata non basta” affermava Ventura un anno fa, dopo il 4-0 subito per opera proprio della Juventus in Coppa Italia. Oggi, ancora di più, è evidente che si sbagliava: il cuore (ma non solo quello) messo in campo in queste prime dodici partite dai ragazzi di Mihajlovic sta bastando per riempire uno stadio a più di venti giorni di distanza dal derby. Quella sera allo Stadium, invece, non avrebbe certamente da solo regalato la vittoria al Torino ma, quantomeno, avrebbe evitato quella figuraccia che ha poi dato il via al declino nel corso di tutta la stagione.
Per quella parte di tifosi allontanatasi dal Torino degli ultimi anni, così come per gli altri, non è mai stata una questione di risultati (d'altra parte la squadra di Mihajlovic sotto questo aspetto ha ancora tutto da dimostrare mentre quella di Ventura negli anni ne ha ottenuti alcuni importanti) ma di stile e atteggiamento: ora che il Toro c'è di nuovo, che nella squadra sembra essere sparita la paura di affrontare avversari più forti che la faceva scendere in campo sconfitta in partenza, quella maniacale, logorante, compulsiva, esuberante e allo stesso tempo libidinosa voglia di derby è tornata.