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  • Tra collette e "over", sei anni di campionati falsati

    Tra collette e "over", sei anni di campionati falsati

    Lunedì 12 marzo, palazzo di Giustizia di Cremona. Carlo Gervasoni, il Pentito dello scandalo scommesse, si accomoda davanti al pm Roberto Di Martino e capovolge, o meglio scoperchia, il pallone fino a trascinarlo nel baratro. Non c’è distinzione di classe, ovvero campionato, perché serie A, B, ex C1 fa lo stesso quando si tratta di combinare partite o addirittura gol: gli accordi più frequenti fissano nell’over (almeno tre reti nei 90 minuti) la stretta di mano per la buona riuscita della puntata illegale.

    Gervasoni comincia il suo personale - e da verificare - viaggio in ordine sparso. Un racconto confermato ieri in Figc e con l’accento sul coinvolgimento dei dirigenti. La prima tappa è del 6 maggio del 2006, sfida Verona-Piacenza. «Io - mette a verbale - giocavo nel Verona che doveva assolutamente vincere per salvarsi. Pertanto tramite Mancinelli (giocatore del Verona che conosceva alcuni colleghi del Piacenza) facemmo una colletta di circa 70 mila euro per comprare la vittoria del Verona. La somma venne fatta pervenire a Moscardi, Margiotta ed Olivi del Piacenza: erano coinvolti altri giocatori dei quali non so indicare il nome...». Due settimane più tardi e, racconta Gervasoni, «Moscardi, Olivi e Margiotta vendettero la partita Modena-Piacenza, ultima di campionato. Cassano mi disse che un ragazzo si fece male durante l’incontro perché non sapeva della combine e pensando si trattasse di partita vera giocò con troppo agonismo». Poco più di un anno e il Pentito si sofferma su Verona-Bari del 10 giugno quando, a fine gara, «ho appreso che Bellavista, Santoruvo ed Esposito si erano messi d’accordo con Sibilano del Verona, il quale, tramite il direttore sportivo Giuseppe Cannella, diede dei soldi prima della gara al proprio giocatore Sibilano, il quale li consegnò a Bellavista e Santurovo».


    Il calcio sotto sopra di Gervasoni appare come un flipper. «Ho appreso da Gegic (uno degli «zingari», ndr) che nel corso della stagione 2009/10 gli stessi “zingari” sono intervenuti nell’ambito delle seguenti partite del Grosseto, previo coinvolgimento di Carobbio, Joelson, Acerbis, Turati e Job. Si tratta di Grosseto-Mantova, Grosseto-Torino, Gallipoli-Grosseto, Ancona-Grosseto, Reggina-Grosseto, Empoli-Grosseto», racconta l’ex difensore. Nella lista di Gervasoni ecco finire Pisa-Monza, Coppa Italia di Lega Pro, Chievo-Udinese, Novara-Siena, Modena-Siena, ma anche Reggina-AlbinoLeffe. «Quest’ultima gara finì 3 a 1 per i calabresi. Carobbio - così Gervasoni nel suo verbale - mi precisò che fu proprio il presidente della Reggina a contattare quello dell’AlbinoLeffe promettendogli di restituirgli il favore l’anno prossimo...». Il viaggio del Pentito passa da Pisa-AlbinoLeffe, ma anche Rimini-Albinoleffe e Empoli-Mantova o Piacenza-AlbinoLeffe.

    Partite combinate perché bisognava conseguire l’over come nel caso di Brescia-Lecce, «obiettivo già raggiunto nel primo tempo», o tentate combine. Partite con il trucco per il solo fatto che «qualcuno azionava gli idranti per ritardarne l’avvio e in modo da alterare la contemporaneità quando c’era in gioco la salvezza». Lungo, lunghissimo è l’elenco di Gervasoni: Lazio-Genoa e Lecce-Lazio ne costituisco solo la punta dell’iceberg. Nel sistema degli zingari c’è spazio anche per utenze telefoniche acquistate dal ricercato Ilievski e consegnate ai suoi fedelissimi. Gervasoni, ieri, ha raccontato le sue verità per dieci ore anche al pool della procura della Figc. Negli stessi minuti anche l’ex piacentino, con un passato a Grosseto e Bergamo, Conteh decideva di collaborare. E la lista della vergogna si allarga.


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