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  • Tramontana: 'Inter, vincere contava più di ogni altra cosa, la prestazione non importa'

    Tramontana: 'Inter, vincere contava più di ogni altra cosa, la prestazione non importa'

    • Filippo Tramontana
      Filippo Tramontana
    Inutile girarci troppo intorno, la vittoria ottenuta allo Stadium per l’Inter è stata fondamentale per tenere in vita le speranze di seconda stella nerazzurra.

    Non importa, in questo specifico caso, se i tre punti sono arrivati dopo una prestazione non eccelsa perché il ritorno alla vittoria per la squadra di Inzaghi contava più di ogni altra cosa.

    Il mister aveva messo tutti sull’attenti, l’approccio della squadra nelle ultime partite non gli era proprio piaciuto. Nelle conferenze post partita il tecnico nerazzurro non aveva fatto mistero della sua preoccupazione, non si era rintanato in inutili “giochi di parole” ma era andato dritto al punto speranzoso di pungere sul vivo i suoi giocatori e scongiurare il recente tabù dei primi minuti di partita che i suoi stavano attraversando.

    Tutto inutile. Anche a Torino l’Inter parte ad handicap e concede campo e spazi alla Juve subito pericolosa già dalle prima battute di gioco. 

    Quando si attraversano momenti così e non se ne riesce a uscire la grande squadra deve farsi bastare quello che le rimane, non si deve scoraggiare e deve “resistere” sperando, prima o poi, che una luce pur flebile si accenda per qualche motivo in fondo al tunnel per dare speranza. 

    Dopo i primi 15 minuti di confusione l’Inter trova un minimo di equilibrio e senso tattico pur concedendo ancora qualcosa alla squadra di Allegri. La luce in fondo al tunnel arriva nel finale di primo tempo quando Dumfries (il migliore insieme a un monumentale Skriniar) ottiene il rigore che trasforma la partita in un poema epico. Calhanoglu tramuta in gol il tiro dal dischetto (il secondo) e pone la sua squadra nella posizione di difendere il vantaggio.

    L’Inter non fa la stupida nella seconda frazione, sa di non averne troppo, sa di non poter lavorare di fioretto e allora si concentra nel difendere l’esiguo vantaggio con tutto il cuore e l’anima a disposizione. La fortuna, che spesso è mancata nell’ultimo periodo, aiuta Inzaghi e la sua squadra a ottenere una vittoria vitale in chiave scudetto.

    Qualsiasi altro risultato avrebbe definitivamente compromesso le speranze di vertice dei campioni d’Italia, per questo per i tifosi nerazzurri ora è solo tempo di festeggiare.

    Vincere a Torino non è una cosa facile, anzi non è una cosa normale. Nessuno ci era riuscito per due volte. L’Inter è la prima squadra a ottenere, nella storia dello Stadium, due vittorie in casa della Juventus. Prima di Inzaghi infatti solo Stramaccioni riuscì, il 3 novembre del 2012 con gol di Palacio e doppietta di Milito, a tornare da Torino con il bottino pieno (prima sconfitta in assoluto della Juve nel nuovo stadio).

    Possiamo dunque dire senza paura di essere smentiti che vincere a Torino per l’Inter è stata una vera e propria impresa.

    Archiviati i giusti e ovvi festeggiamenti però si dovrà riflettere sulle cose da migliorare. Vincere in casa della Juventus è importante ma se si vuole lottare fino in fondo si dovrà pensare a dare continuità alle vittorie. 

    La squadra dovrà trovare dentro di se la fiducia in se stessa che pian piano ha gradualmente perso nel percorso dopo il terribile (in termini di impegni ravvicinati) gennaio 2022.

    Il calendario ora non è da leggere “sulla carta”, è da attraversare con le prestazioni e con la convinzione che questa squadra si può e si deve ritrovare. Verona, Spezia. Bologna, Empoli, Udinese e Cagliari (oltre che Roma e Milan in coppa) saranno tutte partite insidiose e diventeranno ancora più difficili se Inzaghi non darà nuova linfa fisica e mentale ai suoi. 

    La vittoria contro la Juve può sicuramente aiutare a ritrovare quegli stimoli che sono sembrati calare di pari passo con la forma fisica e mentale dei giocatori.

    Quello che però pare certo è che su un campo difficile come quello dello Stadium i campioni in carica hanno saputo tirare fuori il carattere, quella determinazione propria di chi non vuole abdicare urlando a tutti che loro daranno battaglia fino a quando i giochi non saranno conclusi.

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