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  • Ulivieri: '10 alla Juve, Inter da 6,5'

    Ulivieri: '10 alla Juve, Inter da 6,5'

    Ormai il dado è tratto, la Serie A ha emesso la propria sentenza e la classifica ha posto il sigillo sulla reale forza delle varie squadre, registrando - ancora una volta - il predominio della Juventus, protagonista di un prodigioso recupero e della vittoria finale. Non hanno demeritato Roma e Napoli, che vedono la Champions, mentre Fiorentina e Inter si accontentano dell'Europa. Come sempre, a fino anno, è tempo di voti: 

    FIORENTINA - Partiamo dalla quinta, che ha fatto un girone di andata entusiasmante perché ha sorpreso tutti sul piano tattico. Poi c’è stata l’inversione di tendenza del girone di ritorno, con i viola che finiscono quinti. É che da noi le sorprese durano poco ed i vantaggi sul piano tattico che la Fiorentina aveva preso nel girone di andata, nel girone di ritorno sono diminuiti perché gli avversari hanno trovato contromisure giuste. La Fiorentina, che dal’1-4-4-1 nella fase di non possesso passava al 3-4-3 nella fase di possesso, aveva creato problemi a quasi tutti gli avversari, che non riuscivano ad impedire ai viola il palleggio nella costruzione bassa. Questo non concedere punti di riferimento agli avversari è stato in parte il segreto della Fiorentina e le spese più grosse le hanno fatte quelle squadre (come l’Inter) che, invece, avevano bisogno proprio dei punti di riferimento. Paulo Sousa nel finale di stagione ha cercato di forzare maggiormente i giochi e in certe partite, per esempio quella contro il Napoli, attaccava con un 3-2-5, che comunque alle squadre avversarie ha creato problemi. Io credo che le novità tattiche maggiori vengano dalla squadra viola, per opera di un allenatore che ha voglia di andare avanti in fatto di gioco e di soluzioni offensive. Voto: 7,5

    INTER - Anche l’Inter ha avuto un percorso controverso, ma le ragioni sono totalmente diverse da quelle della Fiorentina. I nerazzurri si sono spesso schierati sugli avversari e quando hanno trovato riferimenti hanno ottenuto risultati. Il calo vistoso del girone di ritorno nasce dalla poca qualità che questa squadra aveva in un reparto fondamentale come il centrocampo. Quando il tasso tecnico di questo reparto non  è elevato e i ritmi per una qualsiasi ragione si abbassano, la squadra va in difficoltà. É impensabile pensare che un gruppo possa tenere i ritmi alti per dieci mesi, nemmeno l’Inter ci è riuscita e questo spiega la carenza di risultati nel girone di ritorno. VOTO: 6,5

    ROMA - C’era la fase di Garcia e poi dopo quella di Spalletti. Nel girone di ritorno, la Roma ha fatto un punto in meno della Juventus, correndo a ritmi vertiginosi. Al di là delle polemiche Totti-Spalletti, che secondo me non hanno senso, rimangono i numeri e, insieme a questi, il gioco e l’organizzazione che questa squadra ha mostrato nel girone di ritorno. Mentre nella prima parte del torneo l’impressione era di una squadra lasciata all’inventiva dei singoli, nel girone di ritorno si è vista organizzazione, idee e un pensiero comune anche da parte di chi entrava dalla panchina. Insomma, si è vista una squadra. VOTO: 5 nel girone di andata, 8 nel girone di ritorno.

    NAPOLI - Ha fatto il massimo. Sarri aveva provato a giocare con lo stesso modulo di Empoli, ma la squadra non si trovava. Quando il tecnico toscano ha scelto il 4-3-3 è venuta fuori una squadra sempre bella da vedere dal punto di vista estetico, ma anche essenziale sul piano pratico. I gol di Higuain non sono un caso, ma frutto di un lavoro che questo attaccante ha svolto. Un lavoro di squadra che ha esaltato le caratteristiche dell’attaccante argentino. Insieme a questo, va aggiunto un rendimento mutato del reparto difensivo, che ha iniziato a difendere alto e che ha anche corso qualche rischio, ma che tuttavia ha fatto vedere il miglioramento dei singoli all’interno dell’organizzazione di reparto. VOTO: 9

    JUVENTUS - Sono andati via giocatori importanti come Tevez, Vidal e Llorente, ma il problema non è stato questo, anzi, la questione è: la Juve con Pirlo o la Juve senza Pirlo. Perché con l’italiano in campo, l’ultima giocata era quasi sempre la sua, sia che il servizio dell’attaccante venisse da vicino sia che arrivasse da lontano . É vero anche che la Juve conosceva il passaggio diretto difesa-attacco ,perché Barzagli, Chiellini e Bonucci, specie se Pirlo era marcato, riuscivano a servire gli attaccanti. Senza Pirlo, tutto il gioco doveva cambiare. Nella maggior parte dei casi, la Juve cercava di arrivare in avanti con molti più passaggi e questo si è visto dalle prime partite, anche quando i risultati non venivano. Era una squadra che nella sua filosofia di gioco stava cercando di diventare europea. Il doppio confronto in Champions con il Bayern ci parla di una Juve che ha giocato alla pari, un tempo per uno a Torino e un tempo per uno a Monaco. VOTO: 10.

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