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  • Violamania:| E allora, ricominciamo?

    Violamania:| E allora, ricominciamo?

    Quando il solerte Nicola Rizzoli di Bologna, al 38' del primo tempo, ammonisce David Pizarro, anche il più scettico dei tifosi viola capisce che è tutto vero: quella in campo, che sta surclassando l'Inter con un'autentica lezione di calcio, è proprio la Fiorentina, e quello che poco prima ha tenuto per il collo il fratello al primo dei due gol di Stevan Jovetic, in tribuna autorità, è proprio Diego Della Valle. Non è uno scherzo, né un sogno, non c'è bisogno di pizzicotti: è stata la squadra gigliata, nel suo apice calcistico stagionale, a surclassare la Beneamata che, un po' per scherzo e un po' per convinzione, nell'ultimo giorno dello scorso mercato di gennaio era stata definita da Massimo Moratti come una squadra in grado di lottare per il primo posto. Ieri c'è stata solo la Fiorentina sul terreno del 'Franchi', e con il miglior abito da sera, ricucito addosso dal sarto Vincenzo Montella, che nel tentativo di recuperare prima psicologicamente e poi tecnicamente il suo campione più fulgido, Stevan Jovetic, ha modificato l'assetto tattico e ridato benzina al gruppo.

    Diego Della Valle ha scelto il giorno giusto per tornare nel suo stadio, a fare un po' il primo tifoso e un po' il padrone, come anche chi lo ha pesantemente criticato nel periodo più nero del club gli chiedeva di fare. La vittoria, nata sul campo, era iniziata prima con quelle foto scattate con padron Diego al fianco del sindaco Matteo Renzi. Ne è scorsa di acqua sul letto dell'Arno da quella freddissima sera di marzo di quasi tre anni fa, in cui l'errore di Ovrebo pesò tremendamente sul futuro della Fiorentina, ma davanti allo spettacolo offerto ieri dai ragazzi in maglia viola anche chi non ha dimenticato le amarezze del passato per una sera si è addormentato con il cuore che batteva forte di gioia. Un autentico spettacolo la formazione gigliata, davanti ad un'avversaria che onestamente, va detto, era l'ombra di sé stessa: un misto di confusione, presunzione e pochezza tecnica, che non può che far mettere in discussione la guida tecnica di Stramaccioni. E allora, ricominciamo? Ma sì va, facciamo finta che quanto accaduto di brutto (da Vargas che si ribalta con la macchina ai pugni di Mutu ai camerieri, passando per lo 0-5 della Juventus) sia un triste ricordo della peggior epoca della storia viola. Tutte cose da mettere alle spalle, ma da non dimenticare.

    Il progetto fatto ripartire da Andrea Della Valle la scorsa estate può riprendere, sperando non vi siano ulteriori indugi. Per una sera, come aveva detto Vincenzo Montella, alla vigilia della sfida con l'Inter, tutti zitti, nessuna critica, ma solo tanta voglia di tornare a sognare l'alta classifica. Prima di addormentarsi però non rimane che un suggerimento per Stevan Jovetic: quando ti chiamerà il tuo procuratore, che ti prospetterà il progetto europeo Champions della Juventus o ti racconterà di quanti sono i soldi che mettono sul piatto gli sceicchi, spiegagli cosa è Firenze, e che cosa puoi essere tu in una città che sa criticarti ma che sa anche e soprattutto perdonare e amare. Perché certe notti all'ombra del Duomo del Brunelleschi, possono testimoniarlo Antognoni o Hamrin che sono rimasti ad abitare qui, valgono come tre-quattro scudetti, e certe cose non si possono comprare ma solo gustare a pieno, dopo che hai dato il massimo, sudando, in quella maglietta di colore viola.

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