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  • Vivo x lei Atalanta, Jacobelli: perché Bonaventura merita di andare in Brasile

    Vivo x lei Atalanta, Jacobelli: perché Bonaventura merita di andare in Brasile

    Caro Direttore Jacobelli,
    sono un tifoso atalantino impazzito per la seconda vittoria consecutiva dell'Atalanta contro l'Inter a San Siro. Una gioia così è la gioia di un popolo intero, quello della Dea. Ma secondo lei il nostro Jack Bonaventura merita di andare ai Mondiali?

    Luca, Curva Nord, Bergamo (via Facebook)
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    Caro Luca,

    a San Siro, in casa di un'Inter lanciatissima dopo avere totalizzato 16 punti nelle precedenti 6 partite e tuttora in piena corsa per l'Europa League, l'Atalanta non ha soltanto colto un clamoroso secondo successo di fila, già consegnato  alla storia del club bergamasco.

    Ancora una volta, la squadra di Colantuono ha messo in mostra lo spettacolare salto di qualità compiuto da Giacomo Bonaventura, 24 anni, un altro dei talenti cresciuti alla scuola di Mino Favini in Zingonia, che la società di Antonio Percassi ha lanciato in orbita.

    Bonaventura è un giocatore di qualità che, al bagaglio tecnico di prim'ordine, coniuga un crescente gusto del gol: ne ha segnati 7 nell'arco delle 24 presenze collezionate in questo torneo, nonostante un infortunio muscolare ne avesse condizionato il rendimento nelle battute iniziali.
     
    La Nazionale di Prandelli ha un gran bisogno di giocatori di qualità, in grado di saltare l'uomo nell'uno contro uno, come fa Cerci ad esempio e smaniosi di indossare la maglia azzurra con l'entusiasmo e la passione necessari per fare bella dfigura ai Mondiali. Dall'Under 19 in poi, Bonaventura ha scalato le posizioni lavorando duro.
    Ha trovato in Colantuono il tecnico capace di seguirne la maturazione tecnica passo dopo passo, inserendolo nel contesto di un'Atalanta che ha in Bovaventura, ma non soltanto in lui, il simbolo di una stagione splendida con la salvezza già assicurata e 9 partite a disposizione per togliersi altre, grandi soddosfazioni.
    Bonaventura sarà sicuramente uno degli uomini mercato dell'estate 2014. Sarà Percassi a decidere il suo destino. Ma il presidente dell'Atalanta che, nell'estate 2010, salvò il club dal baratro, lo prese in B e l'ha riportato all'onor del mondo, ha già vinto la sua sfida. Insieme con i figli Luca e Stefano, che ricoprono posti chiave ai vertici della società e stanno lavorando con grande profitto, Marino e Favini, Zamagna, Corti e Spagnolo, ha costruito una squadra che vince in campo e fuori.
    La fiducia a lungo termine accordata a Colantuono come a Marino è la dimostrazione che anche un club non metropolitano   può fare calcio ad alto livello, gestendo con oculatezza squadra e bilancio. Per questo, il modello Atalanta vince.

    x.j.

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