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  • Cole non segna, Thohir lo licenzia: da Gilardino a Paloschi, gli 'zero' a rischio

    Cole non segna, Thohir lo licenzia: da Gilardino a Paloschi, gli 'zero' a rischio

    • Federico Albrizio
    Si dice che quando la squadra non gira sono sempre gli allenatori a pagare con l'esonero a stagione in corso, uno scenario che i giocatori non possono vivere. O forse sì. Dall'Indonesia infatti arriva una notizia che può fare la storia del calcio: il Persib Bandung infatti, club di proprietà di Erick Thohir, è intenzionato a 'licenziare' Carlton Cole. Il motivo? Non segna, in cinque presenze in questa stagione l'ex attaccante del West Ham non è riuscito a realizzare nessun gol e tanto è bastato alla società per decidere di scaricarlo dopo 17 giornate.

    DA GILA A PALOSCHI, CHE FLOP! - 0 gol possono valere il licenziamento, pensare se in Italia si fosse seguita la stessa filosofia del Persib: la Serie A si ricorda meteore come Bendtner, ma anche la scorsa stagione tanti attaccanti infatti sono riusciti nella ben poco invidiabile impresa di non iscriversi mai al tabellino dei marcatori, tanti avrebbero rischiato il posto di lavoro per manifesta inefficacia. Su tutti Alberto Gilardino, 0 reti in 14 presenze a Empoli e nessuno anche nella sfortunata esperienza a Pescara, condizionata dall'infortunio al ginocchio: entrambe le squadre sono retrocesse, anche a causa del mancato apporto del Gila. A fargli compagnia in toscana Marilungo, altro colpevole del disastro Empoli, e non è stato da meno Balogh a Palermo: una scommessa dei rosanero come Nestorovski, ma a differenza del macedone questa è stata abbondantemente persa. Tante delusioni sono arrivate da comprimari come Djordjevic, Floro Flores, Budimir, Petkovic, Palacio e Luiz Adriano, riscattatosi poi in parte dopo il trasferimento allo Spartak Mosca a gennaio, ma la palma di flop assoluto della scorsa stagione se l'è aggiudicata Alberto Paloschi: 6 i milioni investiti dall'Atalanta per strapparlo allo Swansea, sono bastate quattro partite a Gasperini per preferirgli definitivamente Petagna, uno che non timbra spesso il cartellino (5) ma porta a casa la giornata con assist e sponde che mandano in rete i compagni. L'ex bambino prodigio del Milan quest'anno riparte dalla Spal, una neo promossa: a Ferrara caccia ai gol per la redenzione.

    ZAZA SALVO IN EXTREMIS - Italia ricca di attaccanti con denti e artigli spuntati, ma anche in Premier non se la sono passata meglio: Remy doveva comporre con Benteke un attacco stellare al Crystal Palace, ma anche per colpa di un infortunio alla punta in prestito dal Chelsea, il belga ha dovuto cavarsela da solo. Disastroso Berahino con lo Stoke, ancora peggio Mbokani: l'Hull City lo ha preso in prestito per fare una stagione tranquilla, i Tigers hanno chiuso terz'ultimi e retrocessi. Parlare di flop in questo caso è quasi un eufemismo. C'è però chi si ribella e fa di tutto per non entrare nel gruppo dello zero assoluto (nulla a che fare con il noto duo): il 2016/17 sembrava aver preso una piega brutta, pericolossisima per Simone Zaza che ha ripagato i 5 milioni investiti dal West Ham per il prestito con... zero reti. E allora via dalla Premier e passaggio al Valencia: 6 reti, non tante ma pesanti come quella realizzata al Real Madrid per la vittoria al Mestalla.

    'QUASI ZERO', E GABIGOL CAMBIA NOME - Obiettivo dunque realizzare almeno un gol per superare la 'soglia licenziamento'? Relativamente vero, perché volendo utilizzare il metodo Persib sarebbero state tante le punte nella storia recente della Serie A a rischiare pur essendosi iscritti al tabellino dei marcatori. Pensiamo a Pavoletti, bene nella prima parte di stagione al Genoa poi sparito dai radar a Napoli. O al Milan e alla maledizione della numero 9 con Matri, Fernando Torres e Destro capaci di mettere insieme solo 5 reti in due anni nonostante gli investimenti per i loro cartellini (soprattutto Matri) o i loro ingaggi. Proprio i soldi spesi dal club per l'acquisto sono un fardello pesante da portare, specie se in tutto un anno collezioni 9 presenze e segni solo al Bologna: decisamente poco per un attaccante pagato quasi 30 milioni di euro e considerato il nuovo crack del calcio brasiliano, ecco perché Gabigol si fa chiamare sempre meno spesso con il suo nome d'arte e più volentieri con il suo vero nome, Gabriel Barbosa. Ridimensionamento delle aspettative, pura scaramanzia o una semplice scelta di immagine? Non è dato saperlo, ma l'Inter spera che alla lunga emerga il vero valore dell'ex Santos, anche con un prestito per crescere ed evitare di rivelarsi un buco nell'acqua. Intanto Gabigol, Paloschi e gli altri possono stare tranquilli: l'Indonesia e Cole sono lontani, in Europa per il momento non si viene licenziati se non si segnano gol. Ma in futuro? Nel dubbio allora meglio tornare a gonfiare la rete...

    @Albri_Fede90

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