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  • Dalla Juventus all'MLS, Dellavalle a CM: 'La trattativa con il Los Angeles FC nata davanti a un gelato'

    Dalla Juventus all'MLS, Dellavalle a CM: 'La trattativa con il Los Angeles FC nata davanti a un gelato'

    • Francesco Guerrieri
    Quando Lorenzo Dellavalle arriva al campo d'allenamento non c'è nessuno, è il primo della squadra: "Per ora posso parlare, poi quando arrivano tutti devo posare il telefono". Sono le 8 di mattina, il difensore dei Los Angeles FC anticipa i compagni, lavora da solo per recuperare dalla rottura del legamento crociato; ci vuole ancora qualche mese, ma il classe 2004 non molla: "I compagni mi venivano a trovare a casa - racconta nella nostra intervista - il capitano Ilie Sanchez e Chiellini le persone che mi sono state più vicine. Col passare dei giorni è capitato di stare pomeriggi interi da solo a casa e non è stato semplice, poi ho conosciuto una persona italiana che mi sta dando una mano e spesso anche i miei genitori e mia sorella fanno su e giù dall'Italia".

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    Che rapporto hai con Chiellini?
    "Siamo amici. Qui mi prendono in giro perché dicono che sembra mio padre, ed effettivamente io lo considero un po' come un papà. Quando ci siamo allenati insieme mi ha dato anche molti consigli di campo, ora però non ne parlo neanche con lui perché essendo infortunato mi innervosisco nel non poter giocare".

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    Cresciuto nelle giovanili della Juventus, nell'estate 2023 ti sei trasferito a Los Angeles.
    "Ero venuto qualche giorno pima per visitare la città e il loro centro sportivo. Mi avevano dato 48h per decidere se firmare, ma l'esperienza america non iniziò benissimo...".

    Spiegaci.
    "Il tragitto era Torino-Monaco, Monaco-Chicago e Chicago-Los Angeles. A Monaco ho perso un aereo, a Chicago un altro; così ho pensato di tornare a casa perché le cose si stavano mettendo sul binario sbagliato, ma dopo una notte di riflessione ho deciso di proseguire il viaggio durato 2 giorni".

    Cosa ti ha colpito di più?
    "L'affiatamento che c'è all'interno della squadra. Appena arrivato mi hanno accolto come se fossi già uno di loro, mi hanno proposto di guardare l'allenamento ed entrare nello spogliatoio".

    Com'è nata l'idea di andare a giocare in America?
    "All'Europeo di Malta. Dopo la prima partita del girone sono andato a prendere un gelato col mio agente che mi ha proposto questa possibilità. Io ho rimandato ogni discorso alla fine del torneo, e una volta concluso ho deciso di accettare".

    Come ti è cambiata la vita?
    "Completamente. Non è stato facile lasciare famiglia, ragazza e amici; inoltre qui ci sono molte ore di fuso orario con l'Italia, quindi anche i contatti a distanza sono complicati".

    Dalla Juventus all'MLS, Dellavalle a CM: 'La trattativa con il Los Angeles FC nata davanti a un gelato'

    Hai mai pensato di rimanere in Italia.
    "Quando è arrivata l'offerta del Los Angeles non ho avuto dubbi, perché avevo il desiderio di provare un'esperienza fuori e volevo imparare l'inglese visto che a scuola non andavo benissimo...".

    Su Instagram hai una foto con Bernardeschi e Insigne.
    "Sì, l'ho chiestaio in occasione della partita contro il Toronto. Con Federico avevamo già fatto qualche allenamento insieme alla Juventus, Insigne l'ho conosciuto qui ed è una persona eccezionale; abbiamo parlato un po' del mio infortunio e mi hanno detto di non mollare".
    .
    10 anni nel settore giovanile della Juventus, cosa ti porti dietro dall'esperienza in bianconero?
    "Mi hanno insegnato a non mollare mai, 'fino alla fine' come dire il motto. Lì sono cresciuto con delle regole che mi hanno migliorato e mi hanno fatto crescere. Sono entrato a 8 anni, se non avevi un taglio di capelli perfetti dovevi tagliarteli; figurati che da piccolo mi piaceva la cresta alla Vidal...".

    E come hai fatto?
    "Appena sono arrivato alla Juventus mia mamma mi ha rasato".

    Nelle giovanili bianconere hai giocato anche con Yildiz.
    "E' un grande talento, mi ricordo il primo allenamento con lui durante il quale già si vedeva che era di un livello superiore: in partitella ne scartava due o tre con grande facilità".

    E Hujsen?
    "Anche lui è forte. Mi ha sempre impressionato la sua calma, o non ha l'ansia o è bravo a nasonderla. Non so come faccia...".

    Qual è stato il momento indimenticabile dell'Europeo Under 19 vinto l'anno scorso?
    "Dopo la partita contro il Portogallo nel girone nello spogliatoio eravamo distrutti, nessuno parlava. Addirittura durante l'intervallo non voleva neanche riscendere in campo. Il giorno dopo l'allenatore ci ha portato a cena fuori e abbiamo riacquistato fiducia in noi stessi, ci siamo convinti che potevamo andare avanti. Quella sera è stata il momento della svolta".

    Dalla Juventus all'MLS, Dellavalle a CM: 'La trattativa con il Los Angeles FC nata davanti a un gelato'

    Nella semifinale con la Spagna e nella finale col Portogallo la coppia di difensori centrali era Della Valle-Della Valle, che rapporto hai con tuo cugino Alessandro?
    "La Nazionale è il sogno di tutti, io speravo di arrivarci con lui. Abbiamo iniziato a giocare insieme nel Carignano, poi lui è andato alla Juventus e io l'ho seguito, siamo rimasti insieme qualche anno finché Alessandro non si è trasferito al Torino. Da quando ci siamo divisi il nostro obiettivo era vincere un trofeo insieme in Nazionale, quando siamo tornati a casa mio zio ha organizzato una grande festa e abbiamo ricevuto anche un premio dal comune di Carignano".

    Tu difensore della Juventus e lui difensore del Torino: che derby sono stati?
    "I giorni prima della partita non ci sentivamo, quando ci incontravamo in campo ci salutavamo e stop. Poi era una lotta. Chi vinceva prendeva in giro l'altro per un paio di giorni, ma è capitato che in campo ci mandassimo a quel paese; durante i calci d'angolo partiva anche qualche gomitata, ma per scherzare".

    Chi ha vinto più derby?
    "Non so, ma da quando lui è andato al Torino penso di averne vinti di più io".

    E' vero che è stato lui a convincerti a giocare a calcio?
    "Lui con suo papà, il fratello di mio padre. Da piccolo volevo allontanarmi dal calcio perché quando avevo 7 anni un allenatore mi aveva fatto piangere dicendomi in faccia tutte le cose negative che pensava su di me. Così dopo qualche mese mio zio mi chiamò per allenarmi con la sua squadra e insieme a mio cugino mi ha convinto a giocare".

    E tuo padre?
    "Mi diceva che ero scarsissimo, non voleva venire a vedere le partite perché si vergognava di me. Diciamo che ora mi sono preso una bella rivincita...".

    @francGuerrieri 

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