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  • Aggressione sessuale nel Metaverso: la distanza sociale arriva anche virtualmente

    Aggressione sessuale nel Metaverso: la distanza sociale arriva anche virtualmente

    • Daniele Cifarelli
      Daniele Cifarelli
    Il significato letterale di progresso è “andare avanti, avanzare”.  

    Nel  XXI secolo, il concetto di progresso è comunemente affiancato con ciò che concerne il virtuale/digitale.  È il caso del Metaverso (il neonato Horizon Worlds, Ex Facebook di Mark Zuckerberg) dove il mondo virtuale si fonde con quello reale.  Una specie di realtà alternativa, dove poter fare esperienze social, personificandosi digitalmente. Quindi,per l’appunto, creando un proprio avatar.

    In questo caso, il progresso consiste nel rendere un tutt’uno queste due realtà, non facendone percepire la differenza.  

     È sempre  un bene? La testimonianza della ricercatrice Nina Jane Patel descrive il grande problema di una familiarizzazione così radicale nel mondo digitale. La ricercatrice della società Kabuni specializzata nello sviluppo di esperienze virtuali per ragazzi tra gli 8 e i 16 anni,  mentre stava infatti testando questo nuovo mondo, come riportato da La Repubblica, nel mese di Dicembre ha denunciato, tramite la piattaforma Medium.com,  le molestie fisiche e verbali ricevute da altri avatar. Sebbene fosse tutto virtuale, il colpo non è stato da meno per la ricercatrice, che è rimasta talmente traumatizzata e paralizzata da non riuscire ad attivare la barriera di sicurezza.

    Non è mancata l’iniziale risposta fredda e sbrigativa da parte di Meta che ha rimproverato la donna di non aver attivato la Safe Zone, strumento di sicurezza che chiude l’avatar in una bolla protettiva.

    Le cause di questo  responso superficiale non si sono fatte attendere,  specialmente la controrisposta data dall’editorialista ed esperta di tecnologia Arwa Mahdawi, che l’ha definito “una nuova forma di misoginia adatta all’era digitale” , tanto che Meta stesso, pochi giorni fa,  ha svelato di aver inserito una nuova impostazione chiamata “Personal Boundary” che garantisce una predefinita distanza sociale tra tutti gli utenti.  

    Basteranno queste misure? A tal proposito sempre Nina Jane Patel, non pienamente soddisfatta, ha ribadito “Le molestie nel metaverso sono una questione serissima, tanto più ora che la realtà virtuale sta diventando la nuova frontiera del divertimento. Quell’industria deve creare regole più certe e misure per punire chi non si attiene, affinché tutti possano muoversi a proprio agio e sentirsi al sicuro”

    Non ci resta che aspettare, e vedere come il tutto continuerà a evolversi.
     

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