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  • Agli appelli di Gravina e Tiziano Ferro ha già dato una risposta Andrea Bocelli

    Agli appelli di Gravina e Tiziano Ferro ha già dato una risposta Andrea Bocelli

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    Il mondo del calcio e quello dello spettacolo stanno vivendo giorni di giustificata ansia. E con loro milioni di appassionati che, dal momento di apertura della crisi, si sono visti privare di un prezioso bene popolare fonte di divertimento e di serenità. A questo aspetto si deve aggiungere, come elemento tutt’altro che marginale,l’impasse economico che lo stop forzato di partite e di concerti rischia seriamente di compromettere lo stato di salute delle due entità interessate.

    Il calcio ha assoluta necessità di ripartire per concludere in maniera sportivamente credibile e finanziariamente non fallimentare il suo percorso naturale tra campionato e Coppe. Lo ha ribadito in maniera netta il presidente della Federazione Gravina il quale ha ipotizzato per la ripresa degli allenamenti  la data di fine aprile e quella di metà maggio per il ritorno in campo. Il tutto naturalmente dovrà essere ratificato dal Governo e, ancor prima, dagli uomini della task force composta da scienziati sanitari incaricati gestire la lotta al coronavirus. La medesima esigenza e per gli stessi motivi di sopravvivenza riguarda il mondo dello spettacolo e in particolare  quello della musica. Come è noto a tutti l’estate rappresenta il momento cruciale per tutti gli artisti che lavorano e che vivono grazie alla messa in opera della loro  arte. Esibizioni dal vivo e concerti assortiti sono già stati fissati in date precise e milioni di biglietti sono già stati venduti. Di qui l’appello lanciato da Tiziano Ferro ieri sera ospite della trasmissione di Fazio. In sintesi il popolare cantante ha chiesto al Governo non già di dare il via libera al carrozzone ma di fornire una risposta precisa, sì oppure no, rispetto alla ripresa dell’attività nel rispetto di tutti i lavoratori del settore e del pubblico.

    Due richieste non soltanto legittime ma necessarie. Detto ciò dobbiamo essere realisti. E’ inimmaginabile che tra un paio di mesi l’Italia, come il resto del mondo, possa trovarsi nelle condizioni di vivere la medesima vita del pre pandemia. E’ altresì impensabile poter figurarsi stadi pieni di gente pur con le mascherine, per le partite o peri concerti, quando nei ristoranti e nei bar si dovrà osservare la rigida regola del distanziamento. Dobbiamo metterci in testa che fino a quando non verrà trovato un vaccino adeguato saremo costretti a convivere con il virus senza se e senza ma. Dunque se il calcio e la musica ripartiranno (e stiamo sicuri che accadrà) dovremo fare di necessità virtù accontentandoci di assistere agli spettacoli da lontano. Pallone e canto verranno proposti a porte chiuse e noi staremo davanti al televisore.

    Un compromesso salva-calcio e salva-musica che provvederà a mitigare i danni e che ci riporterà ad un minimo di normalità la cui positività è stata dimostrata, sempre ieri, da ciò che è successo all’interno del Duomo a Milano. Qui la nostra star internazionale Andrea Bocelli ha tenuto un concerto sacro dentro il tempio completamente deserto. Davanti ai teleschermi c’erano quasi tre milioni di spettatori. La risposta a Gravina e a Tiziano  Ferro l’ha dunque già data il tenore di Lajatico dimostrando che è possibile regalare alla gente (e anche agli sponsor) grande spettacolo anche da lontano. Ed è ciò che accadrà per partite e concerti.

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