Alla Juve il gol di Chiesa non basta per l'Europa League: è solo Conference (Uefa permettendo)

La Juve ha fatto la partita che doveva fare, ha vinto a Udine con un bel gol di Federico Chiesa ma non è bastato. Sperava nel miracolo (pareggio o sconfitta della Roma) e per quasi un’ora e mezzo ci ha pure creduto. Poi Dybala, su rigore, ha rispedito i suoi ex compagni in Conference League. E’ finita così, per la Juventus, con un modesto settimo posto e con la consolazione che senza i 10 punti di penalizzazione sarebbe arrivata in Champions. Ma è stata una stagione dannata e questo finale non fa altro che confermare le difficoltà della squadra.
IN AVANTI - La Juve ha attaccato, l’Udinese si è difesa, poche occasioni, poco spettacolo, una gran folla davanti all’area friulana e in 45' l’unica vera emozione è stata la traversa centrata da Bonucci con un colpo di testa, dopo un assist anche questo di testa di Milik. Niente tridente per Allegri, solo Chiesa e il polacco in avanti. In panchina Di Maria, in infermeria altra mezza squadra. Come è capitato anche a Sottil che in difesa ha fatto giocare due ragazzi del 2004, l’irlandese Abankwah (che aveva debuttato in A, 4 minuti, a Bologna) e il francese Guessand all’esordio assoluto. E dopo un’ora, per l’infortunio di Abankwah, altro debutto in A per Nicolò Cocetta, classe 2003.
DUELLO CON LA ROMA - La Juve ha spinto di più, doveva vincere per sperare nel sorpasso alla Roma e/o all’Atalanta e agguantare l’Europa League, almeno prima della pronuncia dell’Uefa. Un tempo c’erano le radioline in panchina, ora i risultati degli altri campi arrivano sugli Ipad e dopo dieci minuti la Juve sapeva che la Roma era sotto di un gol in casa contro lo Spezia. A parità punti, però, i bianconeri erano ancora dietro alla squadra di Mourinho per lo svantaggio negli scontri diretti. Dopo un paio di minuti, l’Atalanta ha segnato e la Juve non poteva più riprenderla. La lotta a tre si era trasformata in un duello Roma-Juve. La squadra di Allegri ha aumentato la pressione intorno al 20' del primo tempo, sono aumentati anche gli angoli (9 nel primo tempo), il possesso palla (dato mai privilegiato da Allegri) è arrivato al 64 per cento, i tiri erano il doppio ma, traversa di Bonucci a parte, Silvestri non ha mai tremato davvero. In area juventina l’Udinese è arrivata in rare occasioni, in una è stato fenomenale Danilo con una chiusura su Beto. Solo l’eccellente tecnica di Thauvin creava qualche piccolo problema al trio difensivo della Juventus. A cui continuava a mancare lo spunto. Da Bergamo è arrivato il raddoppio dell’Atalanta sul Monza, praticamente un posto per l’Europa League era già di Gasperini. Da Roma è arrivato il pareggio dei giallorossi, ma non cambiava niente: ai bianconeri serviva sempre un gol per la vittoria e il sorpasso.