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  • Alla scoperta di Gerardo 'Tata' Martino con Stefano Borghi

    Alla scoperta di Gerardo 'Tata' Martino con Stefano Borghi

    • Matteo Palmigiano
    Oggi è stato il giorno della prestanzione di Gerardo Martino come nuovo allenatore del Barcellona. Dopo l'addio di Tito Vilanova, i blaugrana hanno deciso di puntare sul TataCalciomercato.com ha intervistato in esclusiva Stefano Borghi, nel corso del programma radiofonico del nostro portale su www.radioblabla.net. Il telecronista di Sportitalia, grande esperto di calcio argentino, ha fornito la sua opinone sulla scelta dei catalani, passando in rassegna tutte le qualità dell'ex tecnico del Newell's Old Boys
     
    “Mi piace dire che Martino si è meritato questo gigantesco passo. Per quello che è riuscito a fare in questo anno e mezzo alla guida del Newell’s ma in generale per quello che ha fatto in tutta la sua carriera che è iniziata in Paraguay con il Libertad di Asuncion e poi con la nazionale. Si annusava la possibilità che il Tata potesse arrivare in Europa. Si parlava della Spagna perché è un Paese molto adatto al suo tipo di filosofia di calcio, però immaginare addirittura il Barcellona era impossibile. Io comunque sono molto contento perché, come detto, credo che si meriti questa occasione".
     
    Il tecnico di Rosario è reduce da un'ottima stagione sulla panchina del Newell's Old Boys: “I risultati non fotografano quanto sia stata grande la stagione di leprosos di Gerardo Martino. E’ vero ha vinto il Torneo Final, però ha perso la Super Finale contro il Velez in un momento di sovraffollamento di impegni e avrebbe meritato il premio di miglior squadra, non solo del secondo semestre, ma di tutta la stagione argentina. Poi ha perso la semifinale di Copa Libertadores contro l’Atletico Mineiro ai calci di rigore e anche lì è arrivato ad un centimetro dal sogno perché nella semifinale di ritorno ha incassato il gol del 2-0 al 96’ e alla fine ha perso, pur andando due volte in vantaggio ai rigori. Quindi a livello di risultati ha raccolto anche meno di quanto avrebbe meritato. Martino in un anno e mezzo ha preso il Newell’s alle soglie della retrocessione e lo ha portato a vincere un titolo nazionale e veramente ad un passo dalla finale di Copa Libertadores tenendo una media superiore ai due punti conquistati per partita con una squadra che ha costruito totalmente lui stesso. Una formazione che, a mio parere, è stata quella che nell’ultimo anno è andata più vicina a quello che è il calcio del Barcellona".
     
    Lo stile di gioco del Tata: “Il 4-3-3 è il modulo con cui ha giocato con il Newell’s. E’ veramente un calcio che si fonda sugli stessi principi di quello del Barça. E' imperniato sulla figura del pallone a livello di gestione, perché la squadra si muove a seconda dei movimenti della sfera, e di grandissima pressione nel momento in cui si perde il possesso. Le due mezzali fanno un lavoro enorme anche per quanto riguarda la finalizzazione gli inserimenti. L'attacco è mobile senza punti di riferimento e i due laterali sono estremamente partecipativi. Ripeto, il Newell’s nell’ultimo anno è stata la squadra nel mondo più vicina a riproporre il calcio del Barcellona".
     
    Borghi non crede che Martino sia stato scelto per accontentare il connazionale Lionel Messi: “Chi dice una cosa del genere vuol dire che non ha mai visto giocare il Newell’s e se non lo hai fatto non puoi esprimere un giudizio. Lo dico anche perché non credo che un club come il Barcellona prenda uno qualsiasi e rischi di buttare via un anno per fare un piacere a Leo Messi e a suo papà”.
     
    La posizione in campo di Messi nel Barcellona di Martino: “Oggi è difficile da dire, ma credo che lo farà giocare da prima punta. Il Newell’s quest’anno come centravanti aveva Nacho Scocco, un giocatore più volte accostato al calcio italiano che alla fine ci siamo lasciati sfuggire, peccato perché sarebbe stato un grande acquisto ma è passato all’Internacional. Martino gioca con il centravanti mobile che viene incontro, si apre e si scambia con l’attaccante esterno. Nel Newell’s Scocco lo faceva con l’ex Liverpool e Atletico Madrid Maxi Rodriguez. Per queste ragioni credo che Messi partirà ancora dal centro dell'attacco".
     
    Il significato del soprannome dell'allenatore: “Tata vuol dire saggio, è un nomignolo che probabilmente gli è stato affibbiato anche con un po’ di ironia come spesso capita in Argentina. Questo perché da giocatore era un tipo abbastanza focoso. E’ il calciatore con più presenze nella storia del Newell’s, un vero e proprio idolo per questa squadra di Rosario, tant’è che gli hanno intitolato anche una tribuna, l’unica coperta dello stadio Marcelo Bielsa. Un mio caro amico argentino, tifoso della Lepra, mi ha raccontato che gliela hanno dedicata perché da giocatore durante le partite si riposava all'ombra di quella gradinata. Dicono che non solo è stato il calciatore con più presenze ma anche quello con il maggior numero di espulsioni nella storia del Newell’s. In questa 'speciale classifica' il secondo in graduatoria pare sia il suo vice Jorge Pautasso".
     
    Borghi parla anche della sua esperienza da ct del Paraguay: "Negli ultimi mesi mi sono sentito dire che il suo Paraguay era una brutta squadra. Non è così. Il Paraguay era stata brillantissimo nel corso delle qualificazione giocando un calcio veramente spettacolare, dando lezioni a Brasile e Argentina. Poi ci fu l’episodio di Cabanas che a pochi mesi dal Mondiale fu ferito da un colpo di pistola e dovette naturalmente rimanere a casa. Martino si reinventò la squadra e la portò fino ai quarti di finali, migliore risultato della storia del Paraguay ai campionati del mondo, uscendo tra l’altro in maniera molto sfortunata. Poi l’anno dopo fece la finale di Copa America, perdendo contro l’Uruguay dopo aver eliminato il Brasile. Martino non hai mai sbagliato una stagione né a livello di club né a livello di nazionale e soprattutto ogni anno della sua carriera da allenatore è andato oltre l’obiettivo prefissato ad inizio stagione. E’ un personaggio tutto da scoprire e spero che gli si porti il giusto rispetto perché è un maestro di calcio. Potrà anche sbagliare, come hanno già fatto altri al Barcellona, però rimane una persona meritevole di questa occasione”.

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