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  • Allegri domina, ma non può mai gioire. La Juve virtuale era pronta per Siviglia, Pogba ha spento il sogno

    Allegri domina, ma non può mai gioire. La Juve virtuale era pronta per Siviglia, Pogba ha spento il sogno

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    E’ destino che in questa stagione la Juve non riesca mai ad essere contenta fino in fondo. Ha battuto la Cremonese, ha ripreso il secondo posto in solitaria, si è staccata ancora un po’ dalla Lazio e soprattutto dal Milan, quinto in classifica e spedito a -8, ma ha di nuovo perso Pogba.

    Era finalmente la Juve che Allegri sperava di schierare per tutta (o quasi) la stagione e che invece aveva appena ritrovato. Paul Pogba titolare per la prima volta, dopo 390 giorni dalla sua ultima gara giocata dall’inizio ad Anfield Road con la maglia del Manchester United, era il 19 aprile 2022. Poi Chiesa e Vlahovic insieme, come accadeva sempre ai tempi di Firenze e come è successo raramente in bianconero. E Di Maria in panchina solo perché a partita in corso poteva diventare una risorsa determinante.

    POGBA - A cinque giorni dal ritorno della semifinale di Europa League a Siviglia era una situazione più che incoraggiante. Correggiamo il verbo: sarebbe stata una situazione incoraggiante perché al minuto 22' Paul Pogba si è fermato, si è toccato la coscia sinistra e si è buttato giù, fisicamente e moralmente. Steso sul prato dell’Allianz Stadium ad aspettare che i medici della Juve gli dicessero quello che lui sapeva già e per questo stava già piangendo: guaio muscolare al quadricipite sinistro. Se tutto va bene, se cioè la Juve arriva in finale di Europa League, ci sono altre cinque partite da giocare, ma adesso Allegri non può contare sul recupero del francese.

    POI CHIESA - Pogba stava giocando bene, veloce, tecnico, attento, al servizio della squadra, prezioso anche nel recupero palla. Giocava sul versante di sinistra, solitamente occupato da Rabiot, per spedire in velocità Chiesa. L’idea dell’allenatore era giusta e il francese con l’ex viola stava creando problemi seri alla difesa di Ballardini. Poi l’infortunio, l’ingresso di Milik al suo posto e il conseguente rallentamento del gioco bianconero. Per superare la folta barriera cremonese ci voleva un’accelerazione, arrivata dopo 10' della ripresa con Chiesa. Attacco a sinistra: lancio di Fagioli per l’ex viola, scatto, dribbling, tocco per Fagioli che stava arrivando a rimorchio e botta sotto la traversa. Il gol dell’ex ha dato alla Juventus un record che fa capire bene la sua stagione: è la squadra che ha segnato più gol con calciatori nati dal 2000 in poi.

    VITTORIA SENZA DUBBI - 
    La Juventus aveva finalmente tradotto in gol una supremazia evidente, fatta di possesso palla (con punte del 77 per cento) e di tante conclusioni (alla fine 24 a 3). La Cremonese non aveva un piano B o, se lo aveva preparato, non è riuscita a metterlo in pratica. Si era difesa con forza, appoggiandosi su un monumentale Chiriches (almeno tre gol salvati), una volta sotto non ha avuto la forza di reagire. La Juve ha controllato e quando Allegri ha messo dentro anche Di Maria, ha intensificato la sua produzione offensiva. Il Fideo ha mandato in rete Milik, ma il guardalinee e poi il Var gliel’hanno cancellata per fuorigioco. Il 2-0 è arrivato con un colpo di testa di Bremer (miglior marcatore come difensore centrale della Serie A se si considerano tutte le competizioni, sono 5 gol) a dieci minuti dalla fine.

    Curiosità: con i 3 punti contro la Cremonese, la Juventus è diventata la prima squadra italiana a raggiungere i 4.800 punti in Serie A, per l’esattezza sono 4.801. Sul campo sono questi, poi toccherà ai tribunali confermarli o toglierne una parte.


     

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