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  • Allegri e i 'No Max', che non accettano mediazioni: eppure ha numeri migliori di Sacchi, Lippi, Ancelotti e Spalletti...

    Allegri e i 'No Max', che non accettano mediazioni: eppure ha numeri migliori di Sacchi, Lippi, Ancelotti e Spalletti...

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    Che la Juve vinca o perda (o pareggi), #Allegriout c’è! Ed è molto più che un hashtag, perchè era appena un trend social, ma ormai è diventato un fenomeno sociale. Sembrava un prodotto commerciale (magliette e cappellini), si è trasformato quasi in una religione diffusa dal calcio dei santoni. A proposito. Santoni è anche il cognome di un bravissimo giornalista di nome Andrea, ex Corsport, che qualche mese fa - insieme al collega Gianni Marchesini - ha dato alle stampe un’enciclopedia sugli allenatori. Da lì è arrivato il dato che ha appena gratificato Allegri con il record dei 1000 punti in serie A. Le statistiche, quelle fondamentali (vittorie-pareggi-sconfitte), rivelano anche che l’attuale allenatore della Juventus ha i numeri migliori rispetto a Trapattoni e Lippi, restando nella parrocchia bianconera. Meglio anche di Sacchi e Capello, che hanno autografato l’epoca del Milan berlusconiano. Meglio di Ancelotti e anche dei bravissimi Spalletti e Pioli che pure hanno trionfato negli ultimi due scudetti. Eppure…

    Eppure, guai a dire o scrivere che Allegri è giusto che venga criticato, ma magari non con questo accanimento. Nè con pretesti a settimane alterne. Per esempio, mettendo il perimetro alle ultime due partite, quando pareggia a Verona spunta la statistica sulla Juventus che non ribalta mai il risultato. Quando invece risale con il Frosinone, è solo fortuna dell’ultimo minuto. Vlahovic fa doppietta ed è merito suo; Vlahovic non la becca mai ed è colpa di Allegri. Perfino quando si mette in mostra Rugani c’è chi rimprovera che gioca poco, omettendo che lo stesso Rugani non era titolare al Cagliari e al Rennes (non proprio Real e City…). Chi si azzarda a far notare certi dettagli, viene puntato con l’altro hashtag abusato dagli influencer: #servilismo.

    Masochismo, semmai, perchè ad esprimere un’opinione ragionevole su Allegri, si finisce sballottati in una tempesta social di durissima violenza verbale. Come per Pioli, del resto, chi prova ad opporre un pensiero in contrasto con l’#out diventa “servo” (per i più educati) e “al soldo” (per chi non bada a spese). I No Max non ammettono mediazioni. L’allenatore semplifica la caccia al colpevole, e il meccanismo sembra tratto dal manuale del complottista. Allegri è stato messo lì dalla lobby di Andrea Agnelli e solo grazie ai poteri forti ha vinto cinque scudetti. È sostenuto dai giornalisti incompetenti; evviva i canali liberi di YouTube. Non migliora i giocatori. È antico. Non gioca a calcio. Ha il monte ingaggi più alto. Guadagna 9 milioni!

    - Scusi, ma sono 7 milioni più bonus.

    NO MAX: “Appunto, si arriva a 9 milioni. Per quattro anni fanno 36 milioni, 72 lordi. La Juve spende 72 milioni per un allenatore che non vince niente”.

    - Nello sport vince uno solo.

    NO MAX: “La Juve è obbligata a vincere! Lo dice lo slogan: vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”.

    - Ogni allenatore, non solo Allegri, dipende dalla forza della squadra.

    NO MAX: “La Juve è forte. Fortissima!”.

    - Ma meno forte dell’Inter, forse.

    NO MAX: “Ha comprato Bremer, Vlahovic, Locatelli, Chiesa e solo con loro ha speso più di 200 milioni. Invece l’Inter ha preso a parametro zero Acerbi, Calhanoglu, Mkhitaryan e Thuram che tutti assieme costano meno di un pollo (cit.)”.

    Non c’è nulla di più reale e concreto di quello che avete appena letto: un dialogo immaginario. A senso unico. E il populismo tocca vette altissime quando il NO MAX afferma retorico e solenne: “Chiedete ai tifosi della Juve se sono contenti di avere come obiettivo un posto in Champions”. Chiedete ai tifosi. Testuale. Chiedete al popolo: vi piacciono le tasse? Volete più o meno migranti? Meglio lo scudetto o un posto in Champions?

    Chiedete ai tifosi

    Il NO MAX è inconfutabile nelle proprie certezze e si concede una pausa solo per ascoltare gli applausi adoranti dall’esercito del web. Così, sull’orlo della rassegnazione, uno prova a giocarsi i jolly proponendo i giovani (“giocano per necessità”), il gioco (“antico”), la tattica (“catenaccio e contropiede”), Cambiaso al top (“se lo è trovato per caso”), Chiesa flop (“non lo mette nel suo ruolo”), ha battuto il Milan (“su autogol e con un uomo in più”), ha battuto la Roma (“con Mourinho faceva schifo”), è 2° in classifica (“vincere è l’unica cosa che conta”), mille punti (“servo”).

    Tra Milan e Juve, Allegri ha vinto 6 scudetti (“solo in Italia”), due finali di Champions (“perse”), comunque è un vincente (“corto muso”). Ultimo tentativo: corto muso (“perdente”). Tempo perso…

    Anzi, scusate: Padre Tempo perso.

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