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  • Allegri su Pato:| 'Non sarà il suo ultimo derby'

    Allegri su Pato:| 'Non sarà il suo ultimo derby'

    Intervista al tecnico rossonero.
    Allegri: "Prometto un grande Milan".
    "L'Inter adesso sta bene, ma noi siamo in ottime condizioni. E l'obbligo di vincere è solo loro: se perdono sono fuori".

    Non perde la calma nemmeno se da campione d'Italia ha il contratto in scadenza. Non smarrisce la verve nonostante i paparazzi di Milano gli diano la caccia ventiquattr'ore su ventiquattro. Non tradisce preoccupazione sebbene fra 72 ore si giochi la partita che lui stesso, elegantissimo nel suo completo blu, definisce «il derby d'Europa». Nessuna grande città del continente ha due squadre così. Una sfida paragonabile solo a Barcellona-Real Madrid.

    Massimiliano Allegri come vive il suo quarto derby contro il quarto allenatore nerazzurro differente?

    «Il prossimo sarà diverso dagli altri ma di certo ha la stessa importanza della sfida di ritorno dell'anno scorso. Perché, salvo eventi clamorosi, l'Inter ha l'obbligo di vincere per rientrare nel giro-scudetto. In questo senso conta persino più di quello di nove mesi e mezzo fa, perché allora un pareggio avrebbe tenuto i nerazzurri a 2 punti. Stavolta invece resterebbero a 8 punti da noi e magari a 10 dalla Juve. L'Inter non può sbagliare niente. Se lo scudetto si dovesse conquistare a 80 punti, che già è una media bassa, visto come si sta correndo, i nerazzurri dovrebbero vincere 17 partite su 19. Questa è aritmetica».

    La sfida di mercato intorno al nome di Tevez può creare distrazioni o ulteriori tensioni?

    «Non c'è assolutamente tensione se non nell'attesa della partita. Già da oggi ci avviciniamo al momento della discesa. Serve solo grande concentrazione, perché sappiamo di giocare una gara di fondamentale importanza».

    Sarà l'ultimo derby di Pato?
    «Non credo proprio. Domenica a Bergamo ha fatto bene, nonostante poi l'abbia tolto perché avevo bisogno di un attaccante con altre caratteristiche. Si è procurato il rigore, ha colpito un palo, è stato protagonista di due o tre situazioni. Ha sfruttato al meglio le sue caratteristiche».

    Gli ha dato qualche consiglio quando è diventata ufficiale la storia con Barbara Berlusconi?

    «Nello spogliatoio non c'è stato alcun imbarazzo. Ognuno si gestisce la vita privata come meglio crede. Il ragazzo ha capito subito di essere in una posizione delicata e ha dato dimostrazione di grande professionalità. Più di prima. Inutile nascondersi: è finito nell'occhio del ciclone».

    Se dovesse essere ceduto al Paris Saint Germain, dovreste giocare la Champions solo con Ibrahimovic e Robinho titolari.
    «È un problema che non mi sono posto perché credo che Pato rimarrà».

    Lei non ha ancora firmato il nuovo contratto: ma è proprio sicuro di restare al Milan?

    «Non ci sono problemi, è solo una questione di tempo. Ci siamo già parlati due o tre volte con la società. C'è la volontà da parte mia di rimanere e quella della società di confermarmi. È capitato che Galliani sia tornato dal Brasile il 7 gennaio; l'8 abbiamo giocato a Bergamo; in settimana ci sono stati gli allenamenti per il derby. Penso che risolveremo la vicenda a breve ma prima del derby la vedo difficile».

    Si è sentito lusingato per essere stato avvicinato da un emissario nerazzurro?
    «Non sono stato contattato da nessuno; in questi anni ho solo incontrato qualche volta Stefano Filucchi, ma soltanto perché io ogni tanto torno a Livorno e lui è di Castiglioncello. Per me è importante rimanere al Milan e sono convinto che troveremo l'accordo, anche perché lo scoglio alla soluzione dell'accordo non è grande».

    Fino a quando il Milan potrà andare avanti su un mercato basato sui saldi o sui parametri zero?

    «Galliani, con l'avallo del presidente, ha lavorato alla grande. Da quando ci sono io sono arrivati sempre ottimi giocatori. La squadra è cambiata molto: nella rosa e nei titolari. Sono arrivati giocatori di età media di 25-26 anni; Boateng ne ha 24, El Shaarawy ha grandi prospettive, come Merkel che ora è a Genova. La società sta lavorando benissimo per avere una squadra che possa garantire tre-quattro anni di alta competitività».

    Che cosa si può inventare Ranieri per battere il Milan capolista?
    «L'Inter sta bene e lo si è visto contro il Parma. Subisce poco ed è la miglior Inter della stagione. Noi siamo in una buona condizione, come dimostrano i risultati: 10 vittorie e due pareggi. A Bergamo, credevo di soffrire di più dal punto di vista fisico. Sono sicuro che verrà fuori una bella partita, con un ottimo Milan».

    Dove l'Inter può mettervi in difficoltà?

    «Alcuni giocatori, come Alvarez, sono cresciuti, la squadra sta bene, e rientrano giocatori come Sneijder e Forlan. In più i nerazzurri hanno una rosa che è partita quest'anno per lottare per lo scudetto. I valori tecnici rimangono, poi ci possono essere state situazioni particolari, tipo infortuni, che hanno condizionato la prima parte. Comunque l'Inter arriva di sicuro fra le prime tre».

    Ranieri conta nella legge dei grandi numeri per ribaltare il pronostico. Fa bene?
    «Speriamo che la serie continui. Vincere un derby non è mai facile, però noi abbiamo ripreso bene dopo la sosta. Disputeremo una grande partita, poi ci vuole anche un po' di fortuna. Non mi dispiacerebbe vincere il quarto derby consecutivo».

    Il derby di aprile è stata la partita più importante da quando lei è al Milan?

    «Le due partite chiave di aprile erano state il derby e la trasferta di Firenze. Tutto in otto giorni. Battere l'Inter ci ha permesso di avere 5 punti di vantaggio; Firenze ci ha aveva consacrato. Noi abbiamo un calendario difficile da qui al 26 febbraio: dopo Bergamo, il derby, Novara, Cagliari e cinque scontri diretti. In mezzo l'ottavo di Champions con l'Arsenal. Ci aspettano due mesi fondamentali; dovremo stare tutti bene per fare punti. Ritrovarci, dopo la sfida con la Juve, in testa alla classifica o vicino alla testa sarebbe un grande risultato».

    Ha sentito il presidente Berlusconi in questi giorni?

    «L'ho sentito martedì; era carico e sereno. Abbiamo parlato della partita di Bergamo. A me è sempre stato vicino, anche quando era presidente del Consiglio».

    Quale giocatore più degli altri incarna l'anima del derby?
    «In assoluto: Gattuso. E poi c'è lo zoccolo duro, Nesta e Ambrosini, più Ibrahimovic per come interpreta questa gara anche da ex».

    Qual è il suo rapporto con Ibrahimovic?
    «A volte mi arrabbio anche con lui. Zlatan ama lo scontro, perché gli piace essere stimolato. Lui si arrabbia molto con gli altri, ma anche con se stesso; non c'è allenamento in cui si tiri indietro».

    Ibra ha una media-gol impressionante: 17 reti in 19 presenze, oltre agli assist. Parecchi sostengono che senza Ibrahimovic il Milan perderebbe il 40% della sua forza. È vero?

    «Potrei dire semplicemente che per fortuna Ibrahimovic ce l'abbiamo noi. Ma è un discorso che non capisco. Allora togliamo Messi al Barcellona e vediamo che cosa succede. Togliamo Rooney al Manchester e vediamo. È come se al Milan degli anni Ottanta avessimo tolto Gullit, Van Basten e Rijkaard».

    Quindi?
    «Se tutti i calciatori fossero uguali allora con gli schemi si vincerebbero le partite... Invece mi pare che i successi si ottengano con i buoni giocatori. Alla squadra devi dare idee e un gioco, ma un conto è avere Magic Johnson, un altro avere Diana che giocava nella pallacanestro Livorno. Se Ibrahimovic non fosse al Milan, sarebbe da un'altra parte. Il Barcellona gioca bene a calcio, è la più forte squadra del mondo, come sviluppo del gioco, ma se Messi non saltasse tre uomini vincerebbe qualche partita di meno. Come il Real senza Cristiano Ronaldo».

    Ha imparato più in fretta a cambiare i pannolini o a convivere con i fotografi?

    «Non devo evitare nessuno. Sono stato gossippato, ma non mi disturba, anche perché a Milano ci sono fotografi dappertutto. Uno non può andare a prendere il caffè con un'amica? E poi da quest'anno ho mia figlia Valentina a casa con me e dunque sono supercontrollato».

    Ma il derby si sente andando in giro per Milano?
    «E io che ne so? Per evitare foto e gossip io non mi muovo più. Me ne sto a casa!».


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