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  • 'Allegrizzato' ma non troppo: Juve, la mano di Pirlo è sempre più evidente

    'Allegrizzato' ma non troppo: Juve, la mano di Pirlo è sempre più evidente

    • Luca Bedogni
      Luca Bedogni
    Dunque Pirlo si è 'allegrizzato'? Un po’ sì ma non troppo, e soprattutto non a detrimento della sua identità. La cosa buffa è che proprio nella partita in cui il Maestro tira fuori il doppio falso terzino dal cilindro -non era certo una gara qualunque!- si guardano invece i minuti finali, caratterizzati dal passaggio a tre dietro con l’ingresso di Chiellini e dal buon uso della difesa posizionale.

    'Allegrizzato' ma non troppo: Juve, la mano di Pirlo è sempre più evidente

    Questo è il 5-3-2 dei bianconeri al termine del match, adoperato per blindare lo 0-0. Dopo essere stato neutralizzato dal centrale olandese, Lukaku sperimenta infine il passaggio di consegna De Ligt-Chiellini, e lascia in area ogni speranza. La mediana è ferrea, composta da Bentancur, Rabiot e McKennie. Non si passa.  
    Molti di voi staranno certamente pensando ad altri momenti della gara, dove la Juve è sembrata ‘attendere’ o addirittura ‘subire’ l’Inter di Conte. Sì, è successo anche questo e ne parleremo più sotto. 

    LA FIRMA DI PIRLO - Prima di tutto però vorrei ricordare un dato apparso sullo schermo intorno al ventesimo del primo tempo: possesso palla dei bianconeri al 68%, passaggi riusciti 177 a 49 per la Signora. Immaginate l’impatto psicologico sui nerazzurri. Dovete segnare due gol per passare e i primi venti minuti praticamente non la prendete quasi mai. Tolto l’episodio ‘Lautaro-zolla’ avvenuto al nono minuto, l’Inter (che doveva fare la partita) la prima fetta di gara l’ha persa a prendere le misure alla novità tattica escogitata dal Maestro per l’occasione, vale a dire l’impiego del doppio falso terzino. Danilo dentro al campo non era una novità, ma Danilo e Alex Sandro dentro al campo contemporaneamente e sistematicamente questo eccome se lo era. Ma ha funzionato o si è trattato solo di sterile citazionismo? Pirlo ha giocato col fuoco, altro che allegrizzato!  

    IL DOPPIO FALSO TERZINO - Sì che ha funzionato. L’Inter inizialmente ci ha capito poco sulle uscite in pressione che doveva fare per bloccare le numerose linee di passaggio create dai bianconeri in fase di costruzione. Ecco l’impianto della Juventus durante una delle prime elusioni del pressing interista. Guardate dove stanno Danilo e Alex Sandro.

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    De Ligt la gioca a Bernardeschi, che di prima serve un liberissimo Rabiot. Hakimi viene portato fuori posizione attratto dal pallone, mentre il francese serve subito Danilo, connettore fondamentale nel gioco elettrico di Pirlo.

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    Notare ora il movimento di Alex Sandro e la posizione ‘minacciosa’ di Kulusevski alle spalle della mediana nerazzurra.

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    La pressione dell’Inter viene tagliata a fette da questa bella traccia di Danilo che ritorna da Bernardeschi.

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    Ed il vantaggio che si genera da questa costruzione ragionata appare evidente in questo preciso istante: CR7 può ricevere in grande libertà.  

    A COSA SERVIVA? - L’utilizzo del doppio falso terzino aveva uno scopo preciso: creare superiorità numerica in costruzione lungo l’asse centrale, un 6 contro 5 perenne. Due micro strutture si fronteggiavano, il 3+2 dell’Inter contro il 3+3 dei bianconeri. La Juve otteneva questo impianto sviluppando i terzini e i due centrocampisti nel modo seguente.

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    Nell’antichissimo gioco del Go quando riesci a inserire una pietra nella struttura dell’avversario dopo averla circondata allora la conquisti. E così spesso anche nel calcio. Vedete Rabiot lì dentro? Nel frattempo i falsi terzini ‘trattengono’ o se preferite ‘comprimono’ la pressione delle mezzali di Conte, tenendole occupate. 
    Un altro esempio.

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    Prevalentemente si abbassava Bentancur a costruire tra i due centrali, ma come sappiamo ormai da un po’ la Juve di Pirlo è fluida, e i compiti dipendono dalla posizione che via via si assume giocando. Qui sopra infatti è Rabiot che imposta da dietro, mentre Bentancur è l’artiglio che ‘aggancia’ e ‘domina’ la struttura avversaria. In tutto ciò non va dimenticata la posizione di Kulusevski che ‘trattiene’ la mediana dell’Inter verso la propria difesa. Ed ecco una semplice giocata a parete che scenario genera...

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    Barella è in ritardo su De Ligt perché doveva prima occuparsi di Alex Sandro tra le linee, e sul passaggio dell’olandese per CR7 Hakimi è preso in mezzo fra il portoghese e Bernardeschi. Dovrà uscire Skriniar, rompendo la linea e generando spazio alle sue spalle. CR7 ora ha due opzioni di passaggio.

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    I PAROSSISIMI DI PIRLOLANDIA- Pirlolandia è ancora viva, non temete. Mi chiedo quante volte avete visto una squadra di Allegri portare i due terzini in zona di rifinitura in questo modo.

    'Allegrizzato' ma non troppo: Juve, la mano di Pirlo è sempre più evidente

    Vedete che il principio sottostante è il medesimo: ‘paracadutare’ un giocatore nella struttura avversaria per poi giocarci dentro. È come piazzare un ordigno dentro a un edificio che si vuole demolire. Momenti di difesa posizionale durante la partita non devono portarci a distogliere lo sguardo da queste cosette qui, che sono ben rappresentative stilisticamente parlando delle novità introdotte da Pirlo in casa Juve. La mano del Maestro era evidente già in Juve-Novara, figuriamoci ora.

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    Le posizioni dei bianconeri tra le linee quando il pallone giunge a Bentancur formano una specie di pressa che comprime i centrocampisti e gli attaccanti dell’Inter (il 3+2 di cui si parlava..). Una volta saturato quello spazio, La Juve può comodamente raggiungere il lato debole o insistere sul corto, a seconda delle occasioni di passaggio che si presentano a chi ha la palla. Qui Bentancur sceglie di appoggiarsi a De Ligt per andare da Bernardeschi.

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    E quest’altra situazione qui sotto come vi sembra? Se dite di averla già vista a Torino alzo le mani.

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    Tutto ciò -lo ricordo- durante una partita abbastanza importante... con discreta tensione in campo e fuori...

    LA FASE DIFENSIVA- D’altra parte sì, ho l’impressione anch’io che Pirlo abbia fatto tesoro della lezione di Allegri per quel che riguarda l’aspetto strategico e la gestione dei momenti (della singola partita e della stagione), ma non riduciamo il suo calcio al calcio di Allegri, sarebbe un errore marchiano. L’altra sera, l’Inter ha cambiato l’inerzia del primo tempo con quella discesa di Hakimi che ha costretto al giallo Alex Sandro (minuto 23). Da lì, per più di una decina di minuti l’Inter è stata superiore. Poi la Juve ha rialzato la testa dopo che Pirlo al minuto 31 ha gridato (stando alle parole dell’inviata della Rai a bordo campo): “Ci abbassiamo troppo!”. Ed ecco cosa è successo al minuto 36.

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    Vi sembra abbastanza alto il pressing dei bianconeri qui sopra? Parliamo della stessa partita, evidentemente, all’interno della quale sono successe tante cose e si sono alternate tante fasi. Bisogna raccontarle tutte, senza per questo deformare la realtà. Il baricentro della Juve è stato più basso di quello dell’Inter, sia nel primo che nel secondo tempo (ancora di più), ma ciò non ha impedito a Kulusevski e compagni di effettuare aggressioni forti e mirate nella metà campo avversaria. Sarebbe bello confrontare la costruzione dell’Inter sotto pressione con quella della Juve, ma qui limitiamoci a individuare la formazione di tanti duelli. C’è una fuga: Brozovic approfitta dell’attacco di Kulusevski (il suo marcatore) al portiere per guadagnare un vantaggio sullo svedese. Vuole andarsi a prendere la sponda di un attaccante, tagliando fuori indirettamente tanti bianconeri. Handanovic infatti serve il movimento incontro di Lautaro. È un’uscita preparata.

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    Il problema è Demiral. Il centrale turco travolge Lautaro e sporca il pallone destinato a Brozovic. Ora l’Inter è scoperta e la palla arriva a Bentancur. Provare a immortalare la Juve di Pirlo in una posa non è semplice, anzi è un vero e proprio errore, ma capisco la tentazione. La Juve di Pirlo è proteiforme, può aggredire alto e/o difendersi in area. Sa fare tante cose.

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    E quest’occasione clamorosa mancata da Bentancur (vede Kulusevski ma inspiegabilmente non gliela passa) dovrebbe farci riflettere più a fondo.

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