La storia del figlio di «Spillo»: dal Lecco al Desenzano e per mantenere moglie e figlia lavora in un albergo di Brescia.
Altobelli jr diventa portiere (di notte).
Un attaccante che finisce per fare il portiere.  Un contrappasso di quelli cari a Dante. Se poi ti chiami Altobelli, sei il figlio di «Spillo», potrebbe sembrare quasi uno scherzo. Invece no, almeno per ora. Mattia, classe '83, è arrivato a una tappa della sua vita nella quale vuole fare da solo. Padre di Carolina, tra un mese si sposerà con Stefania. Non è costretto a essere un centravanti come il padre: «Il mio ruolo è un altro, gioco esterno». Il tutto grazie ad Allegri - altro contrappasso, per un interista - che lo conobbe alla Spal e se ne innamorò. Al punto da portarlo a Lecco: «Ma il tecnico litigò con il presidente la sera in cui firmai il contratto. Così lui andò a Sassuolo e non feci la scalata con lui».

Mattia non ha paura, oggi, di cercare un lavoro normale. Nelle ultime squadre in cui ha militato, è sceso in campo praticamente gratis. Società fallite o quasi. Da agosto aveva scelto Desenzano, in Eccellenza. Dilettanti, stipendi esigui. Sembrava però filare tutto liscio. Un ritardo nei pagamenti, la volontà di «battermi con la società per tutelare i compagni». Ed è stato allontanato. Così, in attesa del mercato di dicembre, sei volte al mese («Dipendesse da me, andrei più spesso»), di notte si trasforma in guardiano per un albergo della città: «Conto di proseguire quando troverò una squadra. Alla mia famiglia voglio badare io». Papà Spillo, a Dubai per Al Jazeera, tornerà tra un mese per le nozze. Non sa che suo figlio è diventato portiere. Ma non si arrabbierà. Sempre meglio che milanista.