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  • Amato e odiato, il rapporto di Mihajlovic con... Vieira. 'Perché nero sì e zingaro no?': dalle accuse all'amicizia

    Amato e odiato, il rapporto di Mihajlovic con... Vieira. 'Perché nero sì e zingaro no?': dalle accuse all'amicizia

    • FT
    Sinisa Mihajlovic era una testa calda. Per sua stessa ammissione, andava dritto a cercare lo scontro, si voleva sempre creare un nemico, in modo tale da incanalare tutta la rabbia che covava per le sue origini intrise dell'odore della guerra. Non fece eccezione Patrick Vieira, che incrociò Sinisa in un Lazio-Arsenal nella Champions League del 2000, per poi ritrovarselo sei anni dopo all'Inter, come vice allenatore di Roberto Mancini. 

    VOLARONO INSULTI - Lo ha raccontato lo stesso Mihajlovic: "Ottobre 2000, Lazio-Arsenal di Champions League. Da quando gioco a calcio ho dato e preso sputi e gomitate e insulti. Succede anche con Vieira. Gli dico nero di m... Sbagliai, e tanto. Lui però mi aveva chiamato zingaro di m... per tutta la partita. Per lui l’insulto era zingaro, per me era m... Nei confronti di noi serbi, il razzismo non esiste...". Mihajlovic si prese tre giornate di squalifica, ammise il suo errore ma non lo rinnegò mai. Non ha mai rinnegato nulla. E questo, a Vieira, deve essere piaciuto, dato che, nonostante fosse infortunato, ha deciso di presentarsi comunque alla partita d'addio del mancino serbo a Novi Sad, il 28 maggio 2006, nello stadio del Vojvodina. "Dopo quella storia io e Vieira siamo diventati amici". Amato e odiato, ma sempre rispettato. 

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